- Le chiamano primarie, ma tecnicamente non lo sono: la democrazia ha delle regole di base che non sono minimamente rispettate (negli USA le primarie eleggono delegati che decidono il candidato alla Presidenza, votano esclusivamente gli iscritti)
- Il corpo elettorale non è certo, possono partecipare non solo iscritti e simpatizzanti, ma anche stranieri residenti, elettori di altri partiti, guastatori, boicottatori, financo qualche simpatizzante dell’Isis (purché rigorosamente privo di armi ed esplosivo)
- Non c’è alcuna garanzia reale di correttezza nelle procedure e nello spoglio: una parte rilevante delle primarie svolte dal PD, ha avuto interessanti e grotteschi strascichi giudiziari. (nei paesi di dubbia democraticità, almeno ci sono gli osservatori OSCE, al Nazareno non sono stati invitati)
- Non c’è stata una benché minima informazione corretta, a partire dallo spiegare chi può votare e soprattutto su cosa si vota, ma in particolare il programma dei 3 candidati sembra privo di alcuna discontinuità con chi ha trascinato il pd nel baratro.
Questi in sintesi i motivi per cui è sbagliato partecipare alle primarie. In momenti così difficili per le sorti della nostra democrazia è indispensabile esercitare con determinazione una sorta di intransigente difesa dei principi e dei valori, senza farsi trascinare dall’ansia di partecipare. Sono proprio i meccanismi contorti e non democratici statutari del pd a costituire uno dei problemi maggiori della sinistra in questo paese. Non sempre basta la persona giusta per fare la differenza, in assenza di un profondo e radicale ripensamento della stessa forma partito. Le primarie per strada sono solo l’altra faccia del populismo da democrazia diretta della piattaforma Rousseau. Partecipare a questa farsa significa legittimare la perpetrazione della distruzione della sinistra in questo paese.
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Suvvia, non abbiate troppe pretese. Gli USA sono una confederazione di stati, alcuni dei quali grandi come l’Italia; e’ una repubblica presidenziale, e non parlamentare, dove viene scelto il capo dell’esecutivo che ha l’onere di governare la maggiore potenza economica e militare al mondo. Capirete anche voi che le primarie scelte dal Pd non hanno nulla a che vedere con quelle degli Usa. Sono state uno specchietto per le allodole, tanto per far dimenticare che loro (i piddini) sono stati – nella prima repubblica – democristiani o comunisti e per rifarsi una verginita’ perduta causa clientelismo (gli ex DC) e ottusità politica (gli ex PCI). La causa di tutti i nostri mali, compromesso storico compreso. Però, visto che non tutto il male viene a nuocere, se non altro queste primarie hanno spazzato via il renzismo. Alla buon ora, verrebbe da aggiungere. Ma un bel po’ di elettori ha aperto gli occhi e mandato a quel paese il boy scout di Rignano e la sua corte. Che sia meglio quella che verrà non sappiamo, staremo a vedere sperando la nuova classe dirigente non ripeta gli errori dei vari Veltroni, Bersani e Renzi – Franceschini non conta, ammesso che abbia mai contato qualcosa – che pensavano di costruire un partito democratico di sola immagine, senza qualità nelle persone e soprattutto senza valori ideali. In buona sostanza, loro si ispiravano al simbolo dell’asinello senza preoccuparsi di togliersi di torno i troppi asini che gironzolavano da quelle parti.