Archivi tag: fascismo

l’estrema destra italiana e israele

di Luciano Belli Paci

La presa di distanza dall’antisemitismo risale ad Almirante, che pure era stato segretario di redazione de “La Difesa della Razza” e poi esponente della RSI. Il MSI, che era nato antiamericano e filoarabo, si era convertito nel corso dei decenni in partito filoccidentale e ammiratore di Israele. Ed aveva inaugurato con astuzia un’operazione politica che si è perfezionata solo molti anni dopo, con le formazioni post-missine: quella di enucleare il capitolo antiebraico dalla complessiva storia del fascismo, in modo tale da esibire una sempre più veemente condanna di quel crimine estremo, guadagnarsi titoli di presentabilità e al tempo stesso disseminare il messaggio subliminale secondo il quale il resto del fascismo – se non fosse stato per quel cancro, peraltro di importazione – non sarebbe stato poi così male.

Continua la lettura di l’estrema destra italiana e israele

UN VOTO PER MATTEOTTI

di Marco Cianca

 
L’immorale Amerigo Dumini, capo della Ceka, la polizia segreta fascista, guidava i sicari che il 10 giugno 1924 rapirono e uccisero Giacomo Matteotti. Arrestato a causa di prove talmente inoppugnabili che nemmeno il regime poteva occultare, in un processo farsa a Chieti, marzo 1926, difeso da Roberto Farinacci, fu condannato a soli cinque anni di reclusione di cui quattro condonati. Riprese subito la sua vita da avventuriero, tenendo Mussolini sotto ricatto per ottenere continue elargizioni. Allevatore di polli, imprenditore agricolo, oste, contrabbandiere, spia partecipò alla guerra. In Africa gli inglesi, dopo la cattura, lo portarono davanti al plotone d’esecuzione ma, pur raggiunto da “diciassette colpi” (come recita il titolo della sua autobiografia) e dato per morto, riuscì a fuggire. Durante la repubblica sociale organizzò un traffico di automobili, pezzi di ricambio, armi. Si infilò nelle file degli Alleati come autista del comando inglese e in queste vesti fu arrestato il 18 luglio 1945.

Un nuovo dibattimento sull’omicidio di Matteotti, aprile 1947, emise la sentenza di ergastolo. Ma già nel 1953 era fuori per un’amnistia. Rientrato in carcere a causa di un vizio di forma, il 23 marzo 1956 lasciò definitivamente il penitenziario di Civitavecchia. Poco dopo si iscrisse al Movimento Sociale. Non svolse aperta attività politica ma di fatto la fiamma sgorgante dal sarcofago del Duce per uno come lui era un richiamo irresistibile. Quello stesso fuoco arde ancora oggi nel simbolo di Fratelli d’Italia.

Giorgia Meloni, durante la commemorazione dell’ultimo discorso che il deputato socialista pronunciò in Parlamento, quello che per la forza delle denunce contro la violenza e la corruzione, (tema sul quale il governo temeva devastanti rivelazioni a proposito dei contratti con la compagnia petrolifera Sinclair Oil) equivalse ad una condanna a morte, ha onorato “un uomo libero e coraggioso ucciso da squadristi fascisti per le sue idee”. Finalmente è riuscita a pronunciare la parola proibita, hanno rimarcato i benevoli commentatori. In realtà, si è trattato della semplice ammissione di un’incontrovertibile verità storica e giudiziaria.

Continua la lettura di UN VOTO PER MATTEOTTI

Fascista è chi fascista fa

di Carla Bassu

Perché nel 2024 qualcuno in Italia fatica ancora a dichiararsi pacificamente antifascista?

E allora il comunismo? Si sente spesso replicare. Che problema c’è ad ammettere che i regimi comunisti, dall’Unione sovietica in poi, hanno fallito nell’ideale dichiarato, avvilendo le libertà individuali e risultando incompatibili con il modello di democrazia costituzionale.

La democrazia, pur imperfetta e piena di contraddizioni, è la migliore tra i sistemi di governo sperimentati finora e si pone in netto contrasto con i dettami del fascismo e del socialismo reale.

Continua la lettura di Fascista è chi fascista fa

NOSTALGIA CANAGLIA

Dai giornali: “Treno Roma-Lecce fermo per 3 ore, malori a bordo: «Non si respirava più». Intervengono le ambulanze”. “Treno guasto in stazione: odissea sull’Alta Velocità, corse deviate e ritardi fino a 60 minuti”.

AH! Macché quello della Meloni!!! Non c’è più il fascismo d’una volta…

la lepre marzolina – mercoledì 28 giugno

Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni…

di annalisa savino, preside del liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Firenze

Cari studenti, in merito a quanto accaduto lo scorso sabato davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze, al dibattito, alle reazioni e alle omesse reazioni, ritengo che ognuno di voi abbia già una sua opinione, riflettuta e immaginata da sé, considerato che l’episodio coinvolge vostri coetanei e si è svolto davanti a una scuola superiore, come lo è la vostra. Non vi tedio dunque, ma mi preme ricordarvi solo due cose. 

Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. ‘Odio gli indifferenti’ – diceva un grande italiano, Antonio Gramsci, che i fascisti chiusero in un carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee. Continua la lettura di Nei periodi di incertezza, di sfiducia collettiva nelle istituzioni…

Le due Italie: la civiltà di Segre e il senato (con tanto di pregiudicato ineleggibile) presieduto da un fascista dichiarato

Discorso del presidente provvisorio del Senato, Liliana Segre, pronunciato nell’Aula di Palazzo Madama in apertura della prima seduta della XIX legislatura: “Colleghe Senatrici, Colleghi Senatori, rivolgo il più caloroso saluto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e a quest’Aula. Con rispetto, rivolgo il mio pensiero a Papa Francesco.

Certa di interpretare i sentimenti di tutta l’Assemblea, desidero indirizzare al Presidente Emerito Giorgio Napolitano, che non ha potuto presiedere la seduta odierna, i più fervidi auguri e la speranza di vederlo ritornare presto ristabilito in Senato. Il Presidente Napolitano mi incarica di condividere con voi queste sue parole: “Desidero esprimere a tutte le senatrici ed i senatori, di vecchia e nuova nomina, i migliori auguri di buon lavoro, al servizio esclusivo del nostro Paese e dell’istituzione parlamentare ai quali ho dedicato larga parte della mia vita”. 

Rivolgo ovviamente anch’io un saluto particolarmente caloroso a tutte le nuove Colleghe e a tutti i nuovi Colleghi, che immagino sopraffatti dal pensiero della responsabilità che li attende e dalla austera solennità di quest’aula, così come fu per me quando vi entrai per la prima volta in punta di piedi. Come da consuetudine vorrei però anche esprimere alcune brevi considerazioni personali.
Incombe su tutti noi in queste settimane l’atmosfera agghiacciante della guerra tornata nella nostra Europa, vicino a noi, con tutto il suo carico di morte, distruzione, crudeltà, terrore… una follia senza fine. Mi unisco alle parole puntuali del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “la pace è urgente e necessaria. La via per ricostruirla passa da un ristabilimento della verità, del diritto internazionale, della libertà del popolo ucraino”.

Oggi sono particolarmente emozionata di fronte al ruolo che in questa giornata la sorte mi riserva.
In questo mese di ottobre nel quale cade il centenario della Marcia su Roma, che dette inizio alla dittatura fascista, tocca proprio ad una come me assumere momentaneamente la presidenza di questo tempio della democrazia che è il Senato della Repubblica.

Ed il valore simbolico di questa circostanza casuale si amplifica nella mia mente perché, vedete, ai miei tempi la scuola iniziava in ottobre; ed è impossibile per me non provare una sorta di vertigine ricordando che quella stessa bambina che in un giorno come questo del 1938, sconsolata e smarrita, fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco delle scuole elementari, oggi si trova per uno strano destino addirittura sul banco più prestigioso del Senato!

Continua la lettura di Le due Italie: la civiltà di Segre e il senato (con tanto di pregiudicato ineleggibile) presieduto da un fascista dichiarato

DUE TITOLI

‘Macron ha fatto una campagna piena d’errori. A sinistra più lo vedono, meno vanno a votarlo. Le Pen ha costruito una credibilità empatica’.

Cosi si conclude la campagna elettorale del “Fattoquotidiano” a favore dell’estrema destra fascista francese. (Meno male che Furio Colombo ancora resiste contro il rossobrunismo).

È partita la marcia della pace: 10mila in corteo. Padre Zanotelli. “Noi filo-Putin? Un’oscenità. Diciamo: fermatevi, non giochiamo con la vita”.

Sì, è una vera oscenità essere filo Putin e coprirlo con l’ipocrisia. Ma le parole poi sfuggono dalla bocca, come quel “fermatevi” rivolto ugualmente (sia sia = né né) a entrambi i protagonisti del conflitto. Come se gli ucraini continuerebbero a combattere (ma contro chi?) se i russi la finissero di invadere e di aggredire…

Il guerriero fascio-putiniano

Il “guerriero” Orsini ha comunicato ai telespettatori tutti: «Mio nonno durante il fascismo ha avuto un’infanzia felice». Beato lui: mio nonno invece aveva un terribile mal di denti, il nonno di un mio amico fu ucciso mentre stava “spezzando le reni” alla Grecia e un altro nonno si fece dieci anni di carcere e di confino. Ma nessuno di loro ha sofferto l’infelicità di avere un nipote cazzaro. E per di più rosso-nero. Appassionato di tutti i totalitarismi, e più cruenti sono meglio è, il guerriero fascio-putiniano coccolato dalla Tv pubblica e privata svolge un compito davvero esemplare: è il testimonial del livello di fatuità e di imbecillità dell’informazione televisiva e cartacea, nonché di come si sia ridotta la Luiss e più in generale l’accademia italiana. Non potrà non avere onori e successo.

la lepre marzolina – 21 aprile 2022

MELONI FINALMENTE STUDIA

(nella foto, Meloni con il suo candidato Michetti)

Domenica scorsa, la Presidente di Fratelli di Italia, dopo l’assalto di Forza Nuova alla sede della Cgil, ha fatto questa asserzione: «Non so quale fosse la matrice di questa manifestazione ieri, sarà fascista, non sarà fascista… non è questo il punto». In seguito Meloni ha trascorso il weekend a studiare:  ha raccolto i bignami di scuola media, ha tentato di rifletterci su, ha consultato gli intellettuali di estrema destra, si sarà incontrata con Veneziani,  Storace e il Comitato scientifico della Fondazione Tatarella, e finalmente è pervenuta al «punto». E così dopo tre giorni di affaticamento della mente è riuscita a dichiarare: «L’attacco a Roma era di Forza Nuova, quindi di matrice fascista». Come non apprezzare quel «quindi»? Vuol dire che tre giorni prima aveva dei dubbi che i rivoltosi fossero di Forza Nuova? 

Lo sforzo di apprendimento compiuto da Meloni deve essere stato molto intenso, tale da avere conseguenze gravi sulla sua mente. Infatti la Presidente, rispondendo alla Camera all’intervento (in verità assai indecente) della ministra Lamorgese, è inciampata in una gaffe terribile: ha accusato il governo di perseguire una “strategia delle tensione”. Rimprovero assai grave che riporta la memoria a un tempo di attentati e di morti. Adesso le toccherà passare il prossimo weekend a studiare che cosa fu la “strategia delle tensione”. E così scoprirà improvvisamente che quella maturò nell’ambiente di estrema destra, la quale –assieme a torbidi settori dello stato – fornì al terrorismo nero manovalanza, complicità, armi. Proprio il terrorismo allevato dal partito di quella Fiamma Tricolore che campeggia ancora nel simbolo dei suoi Fratelli di Italia. Scoprirà che Pino Rauti fu anche segretario del MSI. E tante altre cose. Aspettiamo la prossima settimana per una correzione della cantonata presa.  

PS.: E Meloni la smetta di dichiararsi “liberale”, altrimenti le toccano alcuni decenni di studi. E solo allora capirà finalmente la differenza tra Benedetto Croce e Ignazio La Russa

IL FASCISMO RIALZA LA TESTA

di patrizia viviani, Presidente di Alleanza Giellista

Alleanza Giellista condanna con fermezza l’attacco squadristico di cui è stata vittima la Confederazione Generale Italiana del Lavoro cui esprime la piena solidarietà. Da troppo tempo il fascismo organizzato ha rialzato la testa e la Repubblica nata dalla Resistenza e sancita dalla Costituzione deve rispondere con fermezza e senza esitazione. La salvaguardia della libertà repubblicana costituisce un motivo fondante della nostra democrazia resa più fragile dalla mancanza di partiti politici veramente tali, i quali della democrazia costituiscono gli strumenti imprescindibili. Occorre che tutti i democratici italiani di qualunque segno e tendenza essi siano si uniscano non solo per rispondere seriamente alle provocazioni organizzate dal nuovo fascismo maturando la convinzione di come occorre una profonda riflessione sui motivi della crisi italiana e sui processi necessari al rafforzamento degli organi dello Stato democratico. Tale impegno deve riguardare tutti basandosi sui valori dell’antifascismo sui quali è nata la nostra libertà e la nostra democrazia.

Continua la lettura di IL FASCISMO RIALZA LA TESTA

PANCE E LINGUE

Uno dei più mediocri ministri di tutte le repubbliche italiane, tale Teresa Bellanova, ora viceministra alle Infrastrutture, ha chiesto le dimissioni di Tommaso Montanari da rettore dell’Università per Stranieri di Siena perché non sa «tenere la lingua a freno», o per maggiore precisione perché ha osato criticare la distopia della destra italiana, più o meno estremista e mafiosa, il famigerato “Ponte sullo stretto”. Evidentemente  la viceministra saudita o renziana (non sappiamo quale qualifica preferisca) non tollera appunti e non sa nulla del diritto di critica di un docente universitario o di un semplice cittadino, e dei doveri istituzionali di chi siede in un governo democratico. È lei che non sa «tenere la lingua a freno». Il presidente del consiglio dovrebbe acculturarla.

Nello stesso arco di tempo un suo collega di governo, il fascioleghista Durigon  non ha saputo «tenere la lingua a freno» e nemmeno “la pancia” e così se ne è uscito con una vera scurrilità politica. Sono i risultati dello sdoganamento iniziato da Berlusconi e della fascistizzazione della Lega di Salvini. Ma questa volta Durigon ha davvero esagerato. Ringraziando il cielo abbiamo avuto delle forti reazioni e sarà assolutamente necessario ottenere le dimissioni di un tale che a due eroi nazionali antepone un fascista supercorrotto e causa indiretta dell’assassinio di Matteotti, come Arnaldo Mussolini.

Draghi deve stare molto attento, ormai non gli resta molto tempo per ristabilire all’interno del suo governo un invalicabile fossato tra la lealtà democratica e costituzionale e tutto questo ciarpame di rigurgiti fascisti, anche nelle più stravaganti versioni rinascimental-saudite. Dopo i dilettantismi di Cartabia, l’ignoranza di Bellanova e la sfacciata arroganza di un fascistello è assolutamente necessario che il Governo  torni alla Costituzione. E dichiararlo chiaro e forte.

Per offrirti il miglior servizio possibile questo sito utilizza dei cookie. Continuando la navigazione nel sito acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra Cookie Policy. Maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi