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LA PAROLA OFFENSIVA

Il quotidiano Libero, notoriamente indipendente,  annuncia una querela di Silvio Berlusconi contro Marco Travaglio, colpevole di averlo definito per iscritto “vecchio puttaniere”. Alcuni, in questa prospettiva, hanno iniziato a chiedersi se Travaglio sarà in grado di dimostrare in giudizio una simile attitudine sessuale dell’ex leader. Ma Critica è in  grado di rivelare uno scoop: pare che in udienza B. chiederà a Travaglio di dimostrare che lui sia vecchio.

 vetriolo – 11-05-2018

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TERTIUM NON DATUR

Giuseppe Conte, dato che è contrario all’inceneritore nel Lazio, rompe col Pd, presenta la sua candidata (lottizzata rai e “cocca” della destra di Toti) e contestualmente preannuncia la schiacciante vittoria del candidato di estrema destra, che ovviamente varerà l’inceneritore.

Ps. : la “lepre marzolina” è disperata. Non riesce a decidersi: Letta e Conte sono soltanto imbecilli o sono innamorati cotti di Meloni?

la lepre marzolina – martedì 27 dicembre 2022

 

 

SPECCHIO, SPECCHIO DELLE MIE BRAME…

Molti sono gli aspiranti, ma l’esame per il titolo “Il più Fesso della Repubblica” è molto severo. Salvini però è sicuro di sé, si sente al Papeete, e ingurgitati tre, quattro mojitos, appena poche ore dopo la catastrofe Casellati da lui provocata, si presenta davanti agli esaminatori e proclama: «Sto lavorando affinché ci sia un presidente donna e in gamba, non in quanto donna ma in quanto persona in gamba». Era ora. In ventuno parole certifica che la sua vittima di giornata non era una donna o, se era donna, era candidata solo per questo motivo e certamente non perché in gamba. Che sia chiaro a tutti.

Il titolo è suo. Persino Tajani si deve arrendere. E il suo compagno di banco, Giuseppe Conte, allunga il collo e copia il compito. Così anche lui, in extremis, riesce a strappare la medaglia d’argento. Complimenti.

la lepre marzolina – sabato 29 gennaio 2022

il sogno di berlusconi realizzato da draghi (con la COMPLICITA’ DEL M5S)

di angelo bonelli

Ponte sullo Stretto, “Draghi realizza il sogno di Berlusconi”

Angelo Bonelli, coordinatore nazionale dei Verdi, ha affermato: «Il governo dei migliori farà quello che Silvio Berlusconi aveva sempre tentato di fare: il Ponte sullo stretto di Messina un’opera che è già costata solo per fantasiosi studi e progetti quasi 1 miliardo di euro».

«Il ministro Giovannini –  ha aggiunto – ha inviato al parlamento la relazione tecnica, in realtà molto politica, del ministero che dice Sì al Ponte» e «fatto imbarazzante, dedica su 158 pagine totali una pagina e mezza al rischio sismico, e che svela il meccanismo attraverso il quale verrà finanziato il Ponte che non è stato inserito nelle opere del Pnrr».

«Il meccanismo – spiega l’esponente dei Verdi – è quello di destinare al Ponte i fondi pubblici che si sono liberati dalle opere che verranno finanziate dal Pnrr, il governo Draghi dopo aver costruito un recovery plan che non affronta la transizione ecologica perché sottrae risorse al trasporto pubblico, alla depurazione, alla dispersione delle reti idriche e alle energie rinnovabili, ora lavora per realizzare un’opera dall’impatto ambientale devastante continuando ad ignorare le emergenze del Sud del paese».

«Per dare un’idea delle priorità dell’Italia ….

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LE 3 CRISI

Della rappresentanza , per effetto di leggi elettorali che sottraggono libertà di scelta e recidono  il tessuto connettivo della Rappresentanza.              

Della partecipazione costruens o informata , attiva pro e inter attiva, sostituita da strumenti distorcenti o manipolati o manipolatori, come i social, spesso solipsistici o le tv o i talk show o i click su piattaforme varie. Sullo sfondo crisi radicale della sovranità. 

Della democrazia e di anelli di congiunzione tra società civile e Istituzioni, come i partiti. Ora anche alla prova del metodo della Casaleggio e associati.

Certamente ciascun partito può regolare come meglio crede la vita interna del partito e i meccanismi di selezione e decisione. Ma restano o ci sarebbero  sempre le  garanzie della Costituzione repubblicana a tutela della libertà di associazione, di manifestazione del pensiero, rivolte ad assicurare il rispetto di un metodo democratico sostanziale anche nella vita interna (artt.18,21,49). E trattandosi di democrazia parlamentare rappresentativa (che presuppone e si coniuga con  partecipazione interattiva)  a tutelare le libertà di parlamentari non legati a vincolo di mandato ma liberi rappresentanti dei cittadini tutti, e del parlamento (artt.1 e 68). Riguarda tutti. Se poi col voto sulla piattaforma privata della società privata, espresso con un semplice click a un quesito precostituito (non costruito insieme) da chissà chi e come, si immaginasse di vincolare la libertà del parlamentare, forte sarebbe la dissonanza da lettera e spirito costituzionali, rimanendo libera scelta in ipotesi da motivare, il libero voto in parlamento del parlamentare. Anche perché chi  vota sulla piattaforma è semplice iscritto alla stessa  in regime di diritto privato, senza che egli abbia alcun obbligo (privatistico e di nessun effetto pubblicistico) di dichiararsi elettore del partito a cui la piattaforma fa riferimento. Se poi tutto questo avviene dopo che l’assemblea dei parlamentari del partito si è espressa e una delegazione della stessa si  è già recata dal Presidente incaricato di formare un governo, dichiarando coram  populo di voler aderire e partecipare allo stesso governo, sarebbe arduo  non valutare la cosa come screditamento della libertà responsabile dei parlamentari e in definitiva come contrapposizione al sistema della democrazia parlamentare rappresentativa che si presenterebbe sostituita da click eterodiretti vincolanti per gli eletti dal popolo sovrano (non dai soli iscritti alla piattaforma). Anzi, anche da altri click preannunciati dal dominus incontrastato e proprietario della piattaforma in caso di prevalenza dei no al governo Draghi. Quesito in tal caso assoggettato a libero arbitrio interpretativo.  Il dominus Casaleggio, figlio dell’omonimo, investito a tempo indefinito  della carica in forza di un principio analogo  a quello monarchico e dinastico. Altri click mentre le consultazioni sono chiuse e Draghi sta salendo sul colle per presentare la lista dei ministri e poi recarsi avanti le Camere, fuori tempo massimo e dal tono velatamente o volutamente dilatorio  se non ostruzionistico. Su quesito anticipato via rumor su tv e social dal predetto dominus. Gli iscritti a Rousseau dovrebbero dire col click se i parlamentari dovranno astenersi o votare no al governo Draghi. Ma non si erano espressi prima ?

LA TRUFFA DELLA DEMOCRAZIA DIRETTA

Non sappiamo come ringraziare il M5s per la sua meritoria opera di smantellamento della cosiddetta “democrazia diretta”. E tutti coloro che difendono le istituzioni rappresentative e il voto segreto e libero non possono non essere grati a chi non perde occasione per dimostrare urbi et orbi quale truffa sia la pratica della democrazia pseudo diretta. Certo involontariamente. Il  primo test è dato dalla partecipazione sempre incredibilmente scarsa al voto. L’ultima – direi definitiva e più spudorata – prova è fornita dal quesito buffonesco sull’appoggio al Governo Draghi proposto, o meglio imposto, ai votanti: «Sei d’accordo che il MoVimento sostenga un governo tecnico-politico che preveda un super-Ministero della Transizione Ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal MoVimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?». Questa ultima stesura del quesito, sul filo di lana, è riuscita ad affermarsi su altre ipotesi. Per esempio: «Siete cosi fessi da rifiutare un governo affidato dal M5s al presidente Draghi?». Oppure: «Osate opporvi a un governo grillino retto da Draghi, il quale ha copiato sfacciatamente il programma politico del MoVimento?» Oppure: «Dite sì o no al governo Draghi proposto con fermezza dai vostri Capi?». «Postscriptum del Quesito: cari, votate liberamente, intanto le schede sono scrutinate senza alcun controllo da Casaleggio nella sua cucina, presto conoscerete i risultati a lui più graditi».

RIMETTIAMO LE DOGANE

Monica Amore, consigliera comunale di Torino, eletta dal M5s, ha pubblicato un post sfacciatamente antisemita con tanto di caricature di uomini con naso pronunciato, Kippah e Stella di David. Non mancano neppure richiami al famigerato violento complotto sionista. Insomma, la sua è stata una oscena rivisitazione delle più bieche propagande anti ebraiche. Il tutto riferito al Gruppo Gedi. Gruppo senz’altro criticabile, ma il modo fa la sostanza.

Dopo il putiferio sollevato e le condanne dei dirigenti dello stesso M5s, l’autrice ha fatto propria l’ormai buffonesca tradizione del “non me ne sono accorta”, “chiedo scusa”, “rimuovo il post”. Avrebbe potuto dire anche “rimetto il dentifricio nel tubetto”. Chiuso il discorso? Direi di no.

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LELLO CIAMPOLILLO: IL PUNTO PIÙ BASSO

di elio truzzolillo

Il senatore Ciampolillo, con cui condivido con grande imbarazzo la parte finale del cognome, ha votato la fiducia al governo.

Come molti sapranno dai primi articoli usciti ieri sera è stato espulso in passato dal M5S per mancati versamenti (perché con chi volete che sia stato eletto uno così?), è vegano, fautore della legalizzazione della cannabis (e fin qui tutto legittimo) e negazionista di Xylella. Ora aspira per sua esplicita ammissione addirittura al ministero delle politiche agricole come contropartita al suo voto (quale posto migliore per un negazionista di Xylella? Credo che neanche il demonio avrebbe pensato a questa combinazione).

Non credo che succederà per carità, perché anche chi governa Fantasilandia si renderà conto che il nostro paese diventerebbe lo zimbello dell’intero sistema solare.

Quello che gli articoli scritti in tutta fretta ieri non hanno evidenziato è però molto peggio. Lello Ciampolillo è anche un complottista, un negazionista del CoViD e un novax. Insomma è uno di quei personaggi che in una società minimamente accettabile e meritocratica dovrebbero stare in un bar di periferia a parlare allegramente di oscuri disegni e bla bla bla vari. Invece a Fantasilandia è un parlamentare che è diventato di vitale importanza per il governo e che presumibilmente potrà anche rivendicare qualche ruolo di responsabilità.

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LA MIA TERZA REPUBBLICA (QUELLA CON UN PIZZICO DI SERIETÀ E DI RIGORE) 1 – Manlio Di Stefano (M5s)

la lepre marzolina

Manlio Di Stefano (M5s) scrive collocando Beirut in Libia. È un uomo di governo: sottosegretario agli Esteri nei due governi Conte. Senza vergognarsi nemmeno per un attimo, arrogantemente, non chiede neppure scusa.

Problema che un governo della mia Terza repubblica risolve in dieci minuti: dimissioni e sostituzione con un suo collega di partito che abbia frequentato con qualche profitto la scuola dell’obbligo. 

Di Stefano fu molto apprezzato quando alla fine del 2017 disse: “Abbiamo fatto capire a tutti i nostri militanti che il percorso deve essere fatto di buone pratiche e di democrazia. Non parliamo di governo tecnico o politico, ma di governo competente, sceglieremo le persone migliori che questo Paese ha da offrire se dovessimo formare un governo”.

d.R

Alcuni giorni fa su questo sito abbiamo scritto che il M5s non dovrebbe neppure “osare” chiedere il voto agli elettori senza, prima, aver definito la sua collocazione politica e il suo concetto di democrazia. Per non far correre il rischio all’elettore (come nel passato e nel presente) di votare un cripto-leghista o un cripto-nazista o un cripto-stalinista. O di votare un Movimento nelle mani di un’azienda privata che non subisce alcun controllo né pubblico né privato.

Sotto il sole ferragostano il Movimento ha dimostrato di persistere nella sua linea dell’ambiguità, della contraddizione opportunistica, della presa per i fondelli dei cittadini spacciando per virtuosi metodi e comportamenti che sono soltanto truffaldini. Di Maio esulta per i risultati della ultima consultazione dei grillini. Essendo affezionato alle iperbole infantili, dopo aver abolito la povertà stavolta se ne è uscito con «l’inizio di una nuova èra». Nella sua mente il voto, di fatto cucito ad personam  su Virginia Raggi, equivale a una rivoluzione. Forse è una rivoluzione ma solo matematica. Da ora in avanti le numerazioni cominceranno non più da 1 ma da 0. Vedremo se cambieranno tutte le tabelline. Da questo ferragosto si dà inizio al d.R, che sostituirà il vetusto d.C.. L’èra del Dopo Raggi, quando finalmente conta anche lo Zero.

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