DUGIN, UN NEMICO DEL LIBERALISMO

di ettore maggi

appendice
SULL’UNITÀ STORICA DI RUSSI    E UCRAINI
Vladimir Putin

La Fondazione Critica liberale ha inaugurato una nuova collana di pubblicazioni, “Le frecce”, piccoli volumi di cultura politica e di attualità, che sono offerti gratuitamente in PDF ai lettori, e anche stampati. Costituiscono un’ideale prosecuzione dei “Quaderni di Critica”, rintracciabili su questo sito. 

scarica qui le frecce di critica liberale 
Dugin, un nemico del liberalismo
Quaderno Gobettiano 1

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BIVACCO POP

Per i 75 anni dalla prima seduta del Senato della Repubblica, solenni celebrazioni a Palazzo Madama. La data merita. Nasceva allora il Parlamento repubblicano dopo anni tragici di lotte sanguinose per portare nel nostro paese la libertà politica e per affrancarlo da venti anni di dittatura e di scelleratezze. Ignazio Benito La Russa, Presidente del Senato, ha voluto riscattarsi dalle scemenze da lui dette nelle ultime settimane sulla Costituzione e sulla Resistenza e ha fatto le cose in grande: così oggi, seduta in pompa magna nell’Aula ricoperta di velluti rossi. Ripresa diretta televisiva per convincere vieppiù i cittadini a non andare a votare. I senatori in piedi, Capo dello Stato e Presidente del Consiglio commossi. Tutti ad ascoltare Gianni Morandi mentre canta “Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte” e altre canzonette da discoteca di paese. Si lamenta l’assenza di Amadeus, purtroppo non eletto. Però c’è Renzi che sghignazza canticchiando e Casini che smanetta sul telefonino… La pagliacciata termina con un Inno di Mameli pop. Nessun rossore in Aula.

Così finisce la più vergognosa seduta parlamentare dei 75 anni di storia repubblicana. Saranno in molti ad essere tentati di denunciare il presidente del Senato per vilipendio alle Istituzioni. Ma sbaglierebbero a vedere nella patetica buffonata delle intenzioni malevole. Ha fatto quel che poteva: “La cultura di questi paleofascisti non produce altro, bellezza!!”

Ps: Gli inglesi saranno morti d’invidia con quella loro Incoronazione di Carlo III, davvero sguaiata a paragone con la nobiltà e serietà che La Russa è riuscito a far esprimere oggi da Palazzo Madama.

enzo marzo – lunedì 8 maggio 2023

È uscito il nuovo numero di Critica liberale

È uscito il nuovo numero di Critica liberale, dal 1969 la voce del pensiero laico e liberale italiano e della tradizione politica che difende e afferma la libertà, l’equità, i diritti, il conflitto.

Critica liberale segue il filo rosso che tiene assieme protagonisti come Amendola e Croce, Gobetti e i fratelli Rosselli, Salvemini ed Ernesto Rossi, Einaudi e il “Mondo” di Pannunzio, gli “azionisti” e Bobbio.

https://www.biblionedizioni.it/critica-liberale-annuale-2022/ 

USCITO IL N.129 DEL “NONMOLLARE” – SCARICABILE GRATIS QUI E ANCHE SU ILFATTOQUOTIDIANO.IT

per scaricare il pdf del “NONMOLLARE” clicca qui
e anche su www.ilfattoquotidiano.it – putin ha dichiarato da tempo il suo disegno: il pamphlet di ettore maggi ne svela il copione

Sommario
le frecce di critica liberale
3. enzo marzo, stalinisti, nazisti e opportunisti – recensione alla “freccia” di maggi su dugin
la biscondola
6. paolo bagnoli, solo arroganza e populismo autoritario
cronache da palazzo
8. riccardo mastrorillo, l’autonomia e il premierato, le riforme indifferenziate
la vita buona
10. valerio pocar, crimini e insicurezza
astrolabio
12. angelo perrone, l’etnia italiana da tutelare
cosmopolis
15. ettore maggi, turchia verso il caos?
17. pier virgilio dastoli, cinque ipotesi per la pace in ucraina
19. roberto fieschi, la corsa per nuove armi (chimiche)
lo spaccio delle idee
22. roberto centi, progresso a tutti i costi e sinistra – un binomio da spezzare
manifesto
24. la sinistra italiana e il rifiuto dell’occidente, daniele bonifati – ettore maggi
28. comitato di direzione
28. hanno collaborato
5. bêtise d’oro
7-9-14. bêtise
23. spillo
 

Stalinisti, nazisti e opportunisti. Recensione alla “Freccia” di Maggi su Dugin

di enzo marzo

Vi prego, leggete il pamphlet di Ettore Maggi senza pregiudizi e solo per soddisfare una sete di conoscenza. Vi sono ricerche e notizie che hanno avuto scarsissima diffusione nel nostro paese. Pardon Nazione. E le ragioni sono ovvie. Si vuole impoverire la complessità della guerra in Ucraina in poche causali. Al contrario una vicenda epocale, che sta costando il sacrificio di milioni di persone, e devastando città e campagne e che mette in gioco i destini geopolitici del mondo intero, ha sullo sfondo ragioni ideologiche ben profonde.

Putin non è soltanto un autocrate paranoico, e sottovalutare le sue motivazioni è da autolesionisti.

Continua la lettura di Stalinisti, nazisti e opportunisti. Recensione alla “Freccia” di Maggi su Dugin

cinque ipotesi per la pace in ucraina

di pier virgilio dastoli
Volodymir Zelensky torna a Kiev dal suo viaggio a Roma, Berlino, Parigi e Londra con molte buone promesse ma con pochi passi in avanti non solo rispetto allo stato del conflitto militare che, al di là della propaganda da una parte e dall’altra, è di fatto congelato da mesi ma soprattutto rispetto alle prospettive di una interruzione di quella che fu definita da Vladimir Putin come una “operazione militare” e ancor di più al ritiro delle truppe russe e del Gruppo Wagner dai territori illegittimamente occupati dalla Federazione Russa dopo il 24 febbraio 2022 che coprono un quinto del paese ed una linea del fronte di 1500 km dalle regioni orientali di Luhans’k e Donetsk a Zaporizhzhya e Kherson a sud.

Nonostante il progressivo aumento degli aiuti militari a Kiev di decine di paesi nel mondo a cui si unisce l’addestramento dell’esercito e dell’aviazione nell’uso di armi di difesa e di attacco avviato da USA e Regno Unito già prima dell’attacco russo, le forze armate dell’Ucraina non sono in grado – contrariamente a quel che è stato da più parti dichiarato – di “vincere la guerra” e di costringere così la Russia ad una resa incondizionata. Continua la lettura di cinque ipotesi per la pace in ucraina

i fascio-nazisti meloniani (continua 05)

5.IMBECILLITA’ EREDITARIA. Un twitt: @La_manina_: “Se c’era una cosa che il fascismo proprio non tollerava era il Parlamento. Infatti lo soppresse. Oggi la destra si appresta a svuotare il Parlamento dei suoi poteri e ad accentrarli tutti nelle mani del Presidente del Consiglio. Perché i fascisti cambiano nome ma non abitudini”. Interviene Caio Giulio Cesare Mussolini, pronipote del Duce, esponente Fdi già candidato da Meloni alle Europee: «Che tweet patetico. Il #Parlamento non venne mai soppresso durante il #fascismo. Nel ’39 venne sostituito dalla #Camera dei #fasci e delle #corporazioni. Suggerisco di studiare prima di blaterare”. (Twitter – 7 maggio) [da “Espresso”, 11-5-2023]

4.Luca Paladini, consigliere regionale della Lombardia, fondatore dei Sentinelli di Milano eletto con la lista civica di Majorino: La bocciatura da parte dell’ufficio di presidenza della richiesta di patrocinio al Milano Pride era «annunciata, ma non per questo meno deludente»; «mentre negava il patrocinio al Pride, lo concedeva all’iniziativa di Bran.co, una costola di Lealtà&Azione»; «organizzazione apertamente neofascista. Bran.co nello specif­ico si muove prevale­ntemente nel campo antiabortista». «Il segnale di una combinazione tremenda. Con una mano bocciano il patrocinio al  Milano Pride, con l’altra danno un patrocinio oneroso a Lealtà e Azione, organizzazione apertamente neofascista che “si onora” di avere tra i propri riferimenti l’ex ge­nerale delle SS Leon Degrelle, condannato come criminale di guerra, e di esaltare nel proprio inno Cornelius Codreanu, il fondatore della Gu­ardia di ferro rumena, organizzazione te­rroristica e antisem­ita, collaboratrice dei nazisti negli an­ni Quaranta. Bran.co nello specif­ico si muove prevale­ntemente nel campo antiabortista. Tra i fondat­ori di Lealtà e azione compaiono Giacomo Pedrazzoli e Stefano Del Miglio (che dalla sua pagina Facebook propaganda la part­ecipazione di Bran.co a questa iniziativ­a), pluricondannati per lesioni volontar­ie e accoltellamenti. Quindi una manifestazione che reclama uguaglianza e diritti non merita attenzione e supporto dalla Regione e questi invece si». [da “Espresso”, 11-5-2023]

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la sinistra italiana e il rifiuto dell’occidente

di daniele bonifati – ettore maggi
con la collaborazione di luciano belli paci, andrea carlo cappi, elena gimelli
L’aggressione russa all’Ucraina ha evidenziato la presenza di una significativa e – soprattutto – rumorosa area a sinistra che si definisce pacifista ma che sembra mossa, più che dal pacifismo, dall’avversione verso le democrazie liberali e socialdemocratiche sottolineandone gli errori, i difetti, la lontananza dal modello ideale.
L’effetto paradossale di questa impostazione è che da critiche legittime e spesso necessarie si passa al non riconoscere le differenze tra le varie democrazie se non addirittura a giustificare le dittature in nome di un mondo multipolare, espressione che Putin ha ripreso da Aleksandr Dugin, come gran parte della visione strategica russa.

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LA FAMIGLIA È UN’ALTRA COSA

di sergio rizzo
Mai così pochi bambini dal 1861 titolano comprensibilmente preoccupati i giornali. La crisi delle nascite sta precipitando l’Italia nell’inverno demografico con la prospettiva di ritrovarci, fra qualche decennio, al Paese che eravamo prima della Seconda guerra mondiale. Quaranta milioni o poco più. Questa crisi ci dice però che ancora più in crisi, se possibile, è la terna «Dio, patria, famiglia», assunta dall’attuale governo come motto identitario (Giorgia Meloni dixit, il 12 settembre 2022). La prova? Dal 2002 al 2020 il numero dei nuovi nati è diminuito di quasi un quarto. Ma mentre quello dei figli di coppie sposate è crollato del 45,8 per cento, passando da 479.835 a 259.823, i nati fuori dal matrimonio sono aumentati del 148,5 per cento. Erano 58.363 nel 2002, sono diventati 145.069 nel 2020. Ormai ben oltre un terzo dei (pochi) bambini che l’anagrafe registra ogni anno nasce da coppie non sposate. Vent’anni fa non erano che il 10 per cento.
C’entrano anche gli immigrati, sicuro: che peraltro negli ultimi anni partecipano al calo demografico generale ancor più degli italiani. Ma la progressione è inarrestabile, e non manca di riflettersi anche sul sacramento cattolico conseguente alla nascita. Se nel 2002 il rapporto fra il numero di battesimi e quello delle nascite superava l’85 per cento, nel 2020 è sceso sotto il 70 per cento. Continua la lettura di LA FAMIGLIA È UN’ALTRA COSA