Il water e Kamala

di enzo marzo

Quand’ero bimbo, erano i tempi lontanissimi della metà del secolo scorso, ai primi anni delle scuole elementari, girava una barzelletta che ci faceva tanto ridere. Andava per la maggiore. Seguiva uno schema ricorrente: “sai che differenza passa tra… uno scolapasta e un water?” Il bambino interrogato, se rimaneva perplesso, era già caduto nella trappola, poi, sollecitato, balbettava un “non lo so”, e così si faceva infilare da un “ammazza che confusione c’è a casa tua”.

Ugualmente oggi molti, in prima linea Conte, i 5S, Travaglio e tutti i rossobruni, sono trumpiani convinti ma non avendo il coraggio di dichiararsi apertamente sostenitori di un delinquente golpista, quotidianamente criticano la sua avversaria Kamala Harris, e alla domanda fatidica credono di salvarsi ricorrendo alla risposta: “ma non c’è differenza tra i due, per me pari son”. Così il bambino di sei anni di oggi può sghignazzare su questi cinici furbacchietti putiniani con: “ammazza che confusione c’è nelle vostre menti”. 

Giustizia, è una questione di lingue straniere

di angelo perrone

“La sentenza era complessa e scritta in francese, i giudici non l’hanno compresa”, irresistibili le esondazioni verbali del ministro, al secolo Carlo Nordio, il quale – va detto – conferma la sua formazione per via di trascorsi e studi. La funzione comunque non è scissa dall’estetica. Quando si dice che l’occhio vuole la sua parte. Sobrietà di modi, e di concetti, quelli si sa.

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Sommario
03. teoria della separazione dei poteri nei secoli
allarmi son fascisti!
04. maurizio fumo, le esondazioni verbali del novello giustiniano
05. angelo perrone, esondazioni, il guaio di non vedere quelle reali
07. bêtise
08. un arresto autoritario nella vita del paesepiccola e ovvia lezione sul liberalismo
astrolabio
09. riccardo mastrorillo, no ai costituzionalisti di palazzo e da regime – quando i “centrini” affogano nell’ignoranza
10. francesco prota, autonomia differenziata: un “mondo alla rovescia”
la vita buona
12. valerio pocar, la lega ha fatto anche cose buone
l’osservatore laico
14. delusione e sofferenza per l’omelia in belgio, a papa francesco – lettera firmata
la biscondola
16. paolo bagnoli, la ricomposizione della gauche
lo spaccio delle idee
17. giovanni vetritto, acemoglu, o della strettoia della libertà
20. giovanni perazzoli, uno strumento per l’educazione civile
22. comitato di direzione
22. hanno collaborato

 

IL PROGETTO AUTORITARIO NELLE RIFORME DELLA DESTRA – Milano, giovedì 24 ottobre 2024 ore 18.00

GIOVEDì 24 OTTOBRE 2024 – alle ore 18.00 –
presso il salone “El Salvadanèe” 
del CENTRO STUDI CIRCOLO CALDARA 
di via DE AMICIS 17, a MILANO
incontro sul tema
PREMIERATO, AUTONOMIA DIFFERENZIATA, SICUREZZA:
IL PROGETTO AUTORITARIO NELLE RIFORME DELLA DESTRA

Interverranno
AUGUSTO CACOPARDO, del Coordinamento Democrazia Costituzionale (CDC)
lo storico AGOSTINO GIOVAGNOLI,
la scrittrice DANIELA PADOAN, presidente di Libertà e Giustizia.

e si collegherà GIOVANNI MARIA FLICK, presidente emerito della Corte Costituzionale e presidente del comitato referendario per l’abrogazione delle leggi sull’autonomia differenziata.

Il tutto sarà preceduto dai saluti di MATTEO FAGO, editore di “Left”.
Introdurrà i lavori il nostro “rosselliano” LUCIANO BELLI PACI
Coordinerà la discussione la direttrice di “Left” SIMONA MAGGIORELLI 

locandina dell’evento 

I SEDICI SULLA LIBRA. Quando non c’è limite al ridicolo

di angelo perrone

Erano in sedici. Sulla nave Libra, la prima diretta verso uno dei centri per migranti in Albania, voluti a suon di centinaia di milioni di euro dal governo Meloni. Neppure in trecento, come nell’epopea cantata dalla Spigolatrice di Sapri: quelli che, “giovani e forti, a noi non fecer la guerra ma si inchinaron a baciar la terra”. Non fa nulla.

Altra roba quella, pure i momenti però erano differenti, che volete. Lì, un manipolo di trecento carcerati che Carlo Pisacane immaginava potesse realizzare il sogno della sommossa nel Regno delle due Sicilie. Qui, il sogno meloniano, ugualmente nobile eppur ridotto, affidato – per ora, poi si vedrà – a sedici individui: certo arditi, dieci bengalesi e 6 egiziani, precisano i cronisti, accompagnati dall’altra parte dell’Adriatico.

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 c’è bisogno di miracoli. considerazioni sul documento vaticano “la regina della pace. nota circa l’esperienza spirituale legata a medjugorje”

di francesca palazzi arduini

C’è bisogno di miracoli, lo spiega il Dicastero per la dottrina della fede nel documento sulle apparizioni di Medjugorje emesso il 19 settembre 2024. Si tratta di un sunto delle Norme per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali del 17 maggio di quest’anno, pubblicate quindi a fagiolo, che fanno da sostegno a queste considerazioni sui frutti benefici… di un albero spinoso.

      Si spiega cioè come sia possibile che, anche se le apparizioni della Madonna sono “presunte”, e quindi si sottintende che i messaggi siano scritti a tavolino e non nell’alto dei cieli, la Chiesa cattolica guardi dai suoi più alti vertici con condiscendenza verso il “fenomeno”. Ciò apprezzando l’indotto, quella enorme macchina produttiva che dal 1981 ha reso quel luogo meta di milioni di pellegrini, con comunioni, catechismo e soprattutto conversioni. Euronews indica in 1,7 milioni di ostie all’anno quelle distribuite a Medjugorje, la stima delle visite va da uno a tre milioni di pellegrini all’anno.

     Già in settembre la maggior parte dei quotidiani nazionali aveva espresso un parere tra il dubbioso e lo scandalizzato su questo documento vaticano, niente di nuovo comunque, se non la spinta a riflettere ulteriormente sull’uso strumentale, “a fin di conversione”, di fenomeni popolari viventi tra devozione e credulità.

     La Commissione Ruini (2010-2014), ricordiamo, si era già conclusa con il riconoscimento delle sole prime 7 apparizioni come “vere”.

      Bergoglio, poi, si era espresso nel 2017, in uno dei suoi abituali show con la stampa in aereo, circa la scarsa attendibilità dei veggenti “la madonna non è il capo di ufficio telegrafico”, aveva detto.

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I lunedì della Critica

Dal prossimo 21 ottobre 2024, ogni lunedì nella sede di via delle Carrozze 19 a Roma si terranno settimanalmente incontri aperti a tutti gli amici di Critica liberale, per parlare di attualità politica e programmare insieme attività, convegni, approfondimenti e riflessioni.

Ogni lunedì dalle 17,00 alle 19,30 in via delle Carrozze, 19

PARTECIPA ANCHE TU

L’apartheid giudiziario di Mr. Nordio 

di maurizio fumo

Partiamo dal presupposto che un governo e la sua maggioranza, fino a prova del contrario, non progettano riforme inutili. Ogni mutamento legislativo ha (o dovrebbe avere) una sua ratio: deve insomma mirare a uno scopo pratico da raggiungere, deve proporsi di ottenere un risultato; utile o dannoso, secondo i punti di vista.

Fatta questa premessa, appare lecito chiedersi quale sia la ragione per la quale si vuole separare la “carriera” del PM da quella del magistrato giudicante.

La domanda è tutt’altro che oziosa, dal momento che, con la c.d. “Riforma Cartabia”, è stata introdotta una separazione delle funzioni  (giudicanti e requirenti) che rende di fatto quasi impossibile il passaggio di un magistrato da un ruolo all’altro. Infatti tale passaggio può avvenire una sola volta nel corso di tutta la vita professionale e comporta che chi cambia funzione debba cambiare anche corte di appello, il che, il più delle volte, determina anche che si debba andare ad abitare in altra regione (sono poche le regioni nei cui confini vi siano più corti di appello).

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anche su www.ilfattoquotidiano.it – israele-palestina, 77 anni di errori. pensare che trovino la strada della riconciliazione è utopia

Sommario
editoriale
05. riccardo mastrorillo, un anno di errori – 77 anni di errori
la biscondola
06. paolo bagnoli, le brutte figure di meloni
astrolabio
07. angelo perrone, viaggiare sicuri – propaganda e autoritarismo
09. un arresto autoritario nella vita del paesepiccola e ovvia lezione sul liberalismo
la vita buona
10. valerio pocar, con disciplina e onore – peripezie di un “patriota”
11. invettiva per il 7 ottobre [e. ma.]
l’osservatore laico
12. francesca palazzi arduini, c’è bisogno di miracoli
considerazioni sul documento vaticano “la regina della pace. nota circa l’esperienza spirituale legata a medjugorje”
in memoria di marco cianca
15. marco cianca, le colpe dell’architettura
17. paola rossi, pensare, ideare, disegnare
lo spaccio delle idee
19. giovanni vetritto – sergio vasarri, la rivincita di colbert – note sul rapporto draghi
25. comitato di direzione
25. hanno collaborato
 

Le colpe dell’architettura

di marco cianca

Urla. Gemiti. Colpi sulle bare, macabri tamburi per evocare i defunti e ammonire i vivi. Dolore e rabbia si fondono sempre quando le istituzioni, in tutte le sfaccettature, vengono ritenute responsabili di tragedie annunciate. Accade durante ogni funerale, è avvenuto a Scampia per le vittime delle Vele. Tre morti e 14 feriti, tra cui 7 bambini, a causa del cedimento di un ballatoio, lo scorso 22 luglio. Degrado, omissioni, errori, ritardi, mancati restauri, menefreghismo. La procura ipotizza il reato di omicidio colposo. Ma l’Avvenire va oltre le polemiche contingenti. Scrive Elena Granata, in un editoriale del quotidiano cattolico: “Il peccato è originale, e sta tutto in quella convinzione paternalista che pensava di intervenire sul bisogno di casa e sulle povertà, concentrando i propri sforzi intorno alla quantità e non alla qualità delle risposte. È quell’utopia urbanistica che ha realizzato, per conto dello Stato, tra gli altri, lo Zen a Palermo, il Satellite a Pioltello, il Pilastro a Bologna, per citare solo alcuni esempi. Utopia che viene ancora celebrata come un tempo glorioso in cui la meglio gioventù di architetti intellettuali era affascinata da quel monumento intoccabile all’architettura socialista che è l’Unités d’habitation di Le Corbusier”. Continua la lettura di Le colpe dell’architettura

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