Bergoglio si candida!

di dada knorr

Ammiccava già da alcuni mesi a sue possibili dimissioni dal mestiere di papa, che gli stava stretto, e noi ci chiedevamo: ma perché dichiara sempre di non essere proprio a suo agio nel ruolo di Papa, se poi gli piace tanto rilasciare interviste in aereo?
Ed ora abbiamo capito: alloggiare a Santa Marta era solo un passo verso Montecitorio.
Bergoglio ha infatti annunciato oggi l’abbandono dell’anello del pescatore, “voglio pescare voti” ha dichiarato. Le prospettive sono rosee, grazie alla campagna già da tempo iniziata come leader politico: con la “Laudato sii” infatti aveva fatto concorrenza a Greta, rivendicando la paternità dell’ecologismo “integrale” ai francescani e seppellendo in un colpo solo i Verdi, con la “Fratelli tutti” aveva poi preso il podio no global, scalzando l’internazionalismo socialista, e rendendo assolutamente Retrò tutto il discorso catto-capitalista dei precedenti papi nelle loro encicliche piacione, da Leone XIII a Woytjla.
Gli intellettuali post comunisti non stanno più nei panni, avendo da tempo desiderato un leader politico di nome Francesco ma sino ad ora essendo stati esauditi solo da Cossiga.
Conte si pente amaramente di aver citato Bergoglio nella sua lettera a Draghi (del resto tutti lo citano perché fa voti dal vuoto meglio che a Cana).
Adesso, come in Formula 1 e nei giochetti furbetti di Renzi, Bergoglio invece fa il classico sorpasso gradasso: si candida con una lista che inneggia all’umanesimo, “Fratellanza Universale Religiosa Buona e Innovativa” col programma di:
-recarsi a Kiev non appena Putin si stancherà di fare il sovietico, per prendersi il merito della trattativa fregando Erdogan, il suo competitor
– tapezzare la cupola di San Pietro di pannelli solari riflettenti che accechino Letta quando apre le serrande
-convertire Grillo, che prenderà il saio ben presto propenso come è al look originale
-rimettere Draghi alla BCE così compra un bel malloppo di debito italiano prima che faccia il botto
-riformare il Titolo II della Costituzione e governare con uno staff di vescovi delle favelas
-disarmare l’esercito lasciando però in attività i cappellani militari
-sposare qualche coppia LGBT+ in cappella Sistina, dopo averla battezzata
-esorcizzare la Meloni, spruzzandole acquasanta che lei tenterà invano di parare con quel bracciale di due kili de fero che indossa di recente
-un viaggio in Cina per accordarsi sulla gestione del continente nero
-ritirarsi in Argentina prima che qualcuno gli offra un caffè corretto

…che dire? una strategia mediatica gesuita sempre vincente e che sicuramente farà tornare il Paese all’unità nazionale tanto agognata!

dada knorr

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