Tutti gli articoli di Critica Liberale

Si può essere liberali senza essere stronzi?

di antonella soldo

Per come la vedo io, in Italia i liberali hanno storia, idee e tradizione per farsi un po’ di spazio a sinistra 

Non sono tra quelli che pensa che si debba dire per forza qualcosa subito, quando accadono le cose. Soprattutto quando queste cose meritano un po’ di riflessione in più. Altrimenti si fa la figura di quelli che il giorno dopo le elezioni europee lanciano proclami “Terzo polo terzo nome” per poi rimangiarsi tutto qualche settimana dopo e dire “non c’è spazio per il terzo polo, stiamo al centro ma con sguardo a sinistra”. Oltre a rischiare il torcicollo qui si rischia pure un bipolarismo di tipo psichiatrico.

Dunque, siccome è della questione dello spazio tra la destra e la sinistra che si parla dal 10 giugno, ecco i miei due cent.

In Italia lo spazio tra la destra e la sinistra negli ultimi 20 anni lo hanno riempito sempre movimenti populisti: popoli viola, popoli marroni e, appunto, Movimento 5 stelle. Continua la lettura di Si può essere liberali senza essere stronzi?

Ecologismo e materialismo due alleati nella diversità

di riccardo mastrorillo

Il successo della lista Alleanza Verdi e Sinistra alle ultime elezioni europee si basa su vari fattori. Dobbiamo sgombrare il campo intanto dall’equivoco in cui molti cadono, cioè considerare i voti di preferenza dati ai “personaggi” candidati come voto estraneo, se non addirittura capziosamente conquistato. Se è pur vero che molti, anche elettori di formazioni politiche minori di estrema sinistra, hanno votato AVS per sostenere Lucano e Salis, come numerosi elettori del Pd hanno votato AVS per sostenere Marino e Orlando, in tutti e quattro i casi le organizzazioni di partito, sia Europa Verde che Sinistra italiana, hanno lavorato, in quelle circoscrizioni, dando indicazioni decise per votare quei nomi. Al massimo potremmo considerare in circa 300.000 i voti, non ripetibili, dati ad AVS, solo per sostenere uno dei 4 personaggi. Il confronto con i numeri dei candidati strettamente di partito ci può suggerire un valido aiuto, per il confronto. Continua la lettura di Ecologismo e materialismo due alleati nella diversità

I SERVI SCIOCCHI

Titolo di apertura a tutta pagina, in prima, poi ancora tutta la seconda e un pezzo della terza. “Libero”, il bollettino sanitario della maggioranza, si scatena. Tre pagine: sarà finita la guerra in Ucraina? Netanyahu si è dimesso? No, è che non va giù ai “servi sciocchi” di Angelucci, il ras dell’informazione di estrema destra, che Ursula si prenda qualche giorno di riposo dopo tutto il tempo che le ha fatto perdere Giorgia. Va immediatamente incalzata, deve capire che non la passerà liscia. Il titolo è tacitiano: “URSULA SPIAGGIATA”, il testo è di Capezzone, il “monstrum” partorito da Pannella in un sonno ben tosto. La nuova Presidente della Commissione Ue sarà messa con le spalle al muro. Almeno finché al Primario, pardon al Direttore, non arriverà una telefonata irritata a cui risponderà in ginocchio: «ma certo, la smettiamo, sissignora! ». 

La lepre marzolina , sabato 20 luglio 2024

USCITO IL N.153 DEL “NONMOLLARE” con il supplemento “GLI STATI UNITI D’EUROPA” n. 44 – SCARICABILI GRATIS QUI E ANCHE SU WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT

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e anche su www.ilfattoquotidiano.it – la vera contesa, non solo in francia, è tra populisti e liberali: il momento più pericoloso 

NONMOLLARE n. 153
Sommario

lectio magistralis
05. una lezione contro gli analfabeti di democrazia, sergio mattarella
cosmopolis
13. giovanni perazzoli, populismo e società aperta
14. angelo perrone, elezioni in gran bretagna e francia, la lezione per l’italia
16. maurizio fumo, malpensa mon amour
astrolabio
17. riccardo mastrorillo, autonomia differenziata o indifferenziata?
22. raffaello morelli, ritmi vitali nel mondo social e mondo reale
24. roberto fieschi, tesi su hamas e israele
la biscondola
19. paolo bagnoli, il limone firenze
la vita buona
20. valerio pocar, giochiamo col grande fratello
lo spaccio delle idee
27. alessandro giacomini, la terribile violenza della bibbia contro le donne
32. comitato di direzione
32. hanno collaborato
18. bêtise cosmica

SUPPLEMENTO “GLI STATI UNITI D’EUROPA” n. 44
Indice
editoriale
05 – giovanni vetritto, nelle mani dei funzionalisti
d’oltralpe
08 – juliane itta, come fermare l’estrema destra in germania
13 – andrés santana, spagna in allarme
17 – louis dancourt, francia, la marea nera
22 – sarah lenders-valenti, le contraddizioni olandesi
26 – pawel stepniewski, il ritorno di tusk
lo stato dell’unione
30 – niccolò rinaldi, più sándor márai che orbán
33 – sergio vasarri, the state of the union 2024: quale futuro per l’europa?
37 – hanno collaborato

Aux urnes, citoyens!

di enzo marzo

L’iconografia francese ha l’immagine più appassionante nella Marianna che guida il popolo verso la liberté. Nei giorni scorsi si è vista la foto di una giovane con il cartello dove “aux armes” era sostituito da “aux urnes”. Grido che più democratico non potrebbe essere. E i francesi hanno votato in massa contro l’estrema destra.

Il presidente Macron, che inaspettatamente, e persino irritando il suo partito, ha sciolto l’Assemblée Nationale e ha convocato sul tamburo nuove elezioni, è stato sbeffeggiato da quasi tutti. “Incosciente”, “folle”, “irresponsabile”: è stato accusato di volere gettare la Francia nel caos e nella ingovernabilità. La sua carriera è stata data per finita sotto i colpi dell’estremismo di destra trionfante. I più accaniti ovviamente i meloniani e persino “il Fatto”, che ormai giudica ogni vicenda con gli occhiali distorti del “putinismo”. Chi oggettivamente non è a favore del duce russo è da scomunicare. Il giorno del voto il quotidiano esalta l’ultima dichiarazione favorevole a Putin di Le Pen, la traditrice di Francia foraggiata dalle banche russe. Quasi un’indicazione di voto. E così Macron diventa “Micron”. Anzi “cretino”.

Continua la lettura di Aux urnes, citoyens!

INCONSAPEVOLE

Solidarietà umana per la senatrice Ester Mieli e orrore, per noi scontato, per l’antisemitismo. Ma per lei nessuna solidarietà politica. È voluta salire sul carro del vincitore, oltraggiando la storia dei suoi antenati, quando era chiaro a tutti chi su quel carro ci fosse già. Ha voluto lo stesso la cadrega, ora si goda la compagnia.

Vetriolo   venerdì 28 giugno 2024

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FCL    ISSN 2975-1489
– 7. Valerio Pocar, Gli animali come persone “dal rispetto ai diritti”
– 6. Norberto Bobbio, Giuliano Pontara, Diritto di resistenza e non violenza con articoli su Gli anarchici di Umberto Morra e Camillo Berneri
– 5. Riccardo Mastrorillo, Sulla forma di governo (a cura di)
– 4. Mino Vianello, Alla radice della guerra
– 3. Sergio Lariccia, Salvemini e le libertà di religione
– 2. Ettore Maggi, Dugin, un nemico del liberalismo –  Appendice: V. Putin, Sull’unità storica di russi e ucraini
– 1. Piero Gobetti, Enzo Marzo, Paolo Bagnoli, Quaderno gobettiano 1 

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USCITO IL N.152 DEL “NONMOLLARE” – SCARICABILE GRATIS QUI E ANCHE SU WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT

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e anche su www.ilfattoquotidiano.itil governo ci ha abituati a frottole spacciate per verità: ora possiamo trarre un bilancio

Sommario
la vita buona
05. valerio pocar, grandi frottole e piccole verità
cronache da palazzo
07. riccardo mastrorillo, l’ignoranza dell’arroganza
la biscondola
09. paolo bagnoli, verso un lungo inverno
cosmopolis
10. angelo perrone, biden, la democrazia e il viale del tramonto
12. roberto fieschi, l’intelligenza artificiale e la guerra
lo spaccio delle idee
14. pietro polito, danilo dolci, rivoluzionario nonviolento – a cento anni dalla nascita (sesana, 28 giugno 1924 – 30 dicembre 1997)
in fondo
17. enzo marzo, boh!
21. comitato di direzione
21. hanno collaborato

 

Kamala Harris, che nessuno aveva visto arrivare

12. 25 LUGLIO 2024 [angelo perrone]
Grandi sorrisi a beneficio delle telecamere e dei presenti; pause, ammiccamenti e ironie al punto giusto; padronanza dei tempi e dei contenuti. Non ne sbaglia una, nelle prime uscite, Kamala Harris dopo il ritiro di Biden. Da dove è uscito un personaggio di tal fatta? Qualcuno può dire davvero di averla vista arrivare? Sono le prime “ore perfette” della candidata (per poco solo in pectore) dei democratici americani contro Trump.
Fino a ieri eravamo incatenati: sì certo Biden non ce la può fare contro Trump e non può durare altri quattro anni. Ma non ci sono alternative. Tanto meno lo è la vicepresidente, quella tizia così scialba. Mancano proprio i ricambi in campo democratico, e anche quello repubblicano – “dominato” da Trump – non sta meglio. Ora il quadro è mutato d’incanto, e chissà come finirà, la partita torna aperta. Il team di Trump è scompaginato e sorpreso, costretto a cercare contromisure, dopo la campagna elettorale ossessiva sulle gaffe del presidente in carica, come se non ci fossero quelle del pretendente Donald.
Nessuno può dubitare a questo punto che sarà lei a prendere il testimone contro il “vecchio arnese”, che sobillò l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 contestando il risultato elettorale. Il tutto avviene smentendo previsioni e timori, quasi in modo naturale. Cancellati certi tratti: l’inadeguatezza, il grigiore, l’incapacità di gestire temi come l’immigrazione, la contraddittorietà delle posizioni. Ora si scopre persino che era cresciuta, in quel cono d’ombra della presidenza Biden, qualcosa di buono stava maturando.
A fare la differenza oggi c’è il sollievo per lo scampato pericolo di dover affidare le speranze progressiste ad uno come Biden, che palesemente non ce la fa più. Da adesso, non si può più litigare su chi stia peggio nel fisico e nella mente, si volta pagina. Discutiamo (finalmente) di altro.
L’energia, la vivacità, l’empatia di Kamala sono percepiti come una liberazione, e generano entusiasmo. Anche a prescindere dal personaggio. Quanto più si è atteso che arrivasse il momento, tanto più la reazione è esplosiva e contagiosa: un aumento vertiginoso dei contributi e degli endorsement dei pezzi grossi. Ma non è solo questo, c’è altro oltre la sensazione di aver superato lo spavento.
È solo il primo merito, quello d’essere giovane, vivace, dinamica, e donna. L’affondo decisivo contro Trump è sui temi della legalità («io conosco i truffatori e li ho battuti»), della difesa dei posti di lavoro, dei diritti civili come l’aborto che la Corte suprema ha messo in discussione. Il piglio da procuratore generale della California è rivendicato con orgoglio, insieme ai successi riportati sul campo, e suona come garanzia di serietà e decisione. Una qualità necessaria nella lotta al crimine, e in genere nel ruolo di presidente. Per ora il tycoon sembra accusare il colpo.