Tutti gli articoli di Critica Liberale

peggio del bivacco di manipoli

di riccardo mastrorillo

Oggi la Capa del Governo italiano ha portato nell’aula della Camera dei Deputati un incredibile attacco al Manifesto di Ventotene, sbeffeggiando i firmatari e manipolando il testo del Manifesto:

«Non mi è chiarissima nemmeno l’idea di Europa a cui si fa riferimento….anche in quest’Aula è stato richiamato da moltissimi partecipanti il Manifesto di Ventotene, ora io spero che tutte queste persone in realtà non abbiano mai letto il Manifesto di Ventotene, perché l’alternativa sarebbe francamente spaventosa, però a beneficio di chi ci guarda da casa e chi di chi non dovesse averlo mai letto io sono contenta di citare testualmente alcuni passi salienti del Manifesto Primo: “la rivoluzione Europea per rispondere alle nostre esigenze dovrà essere socialista” e fino a qui vabbè», ha detto Meloni, proseguendo: «E ancora “La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa, caso per caso…”» Continua la lettura di peggio del bivacco di manipoli

Per conoscere il Manifesto di Ventotene

di pier virgilio dastoli

In un dibattito in Parlamento mercoledì 19 marzo la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha criticato il Manifesto di Ventotene, un documento del 1941 che ha ispirato la nascita dell’Unione europea dopo la Seconda guerra mondiale. In risposta alla premier, Pier Virgilio Dastoli, presidente del Consiglio italiano del Movimento europeo, rievoca in questo articolo la nascita del Manifesto e le sue basi ideologiche.

Mi è capitato – nelle conversazioni universitarie, negli incontri con le scuole e nei seminari federalisti a Ventotene – di evocare il Manifesto «per un’Europa libera e unita» scritto da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi con il contributo di Eugenio Colorni, Ursula Hirschmann e Ada Rossi nell’inverno 1940-1941, come frutto di intense discussioni all’interno di un piccolo gruppo di confinati antifascisti, e completato all’inizio dell’estate 1941 per diffonderlo nei canali della clandestinità antifascista prima in Italia e poi in alcuni ambienti intellettuali in particolare in Francia e in Svizzera.

Continua la lettura di Per conoscere il Manifesto di Ventotene

Sì, cara Meloni, il Manifesto di Ventotene è di sinistra. Più a sinistra delle attuali forze rappresentate in Parlamento.

di giuseppe civati

Sì, cara Meloni, il Manifesto di Ventotene è di sinistra. Più a sinistra delle attuali forze rappresentate in Parlamento.

La rivoluzione europea, per rispondere alle nostre esigenze, dovrà essere socialista, cioè dovrà proporsi la emancipazione delle classi lavoratrici e la realizzazione per esse di condizioni più umane di vita.

Continua la lettura di Sì, cara Meloni, il Manifesto di Ventotene è di sinistra. Più a sinistra delle attuali forze rappresentate in Parlamento.

TIÈ, TIÈ

“Questa è purtroppo, oggi, l’Europa. Un’altra non c’è. Quando finalmente la seppelliremo, sarà sempre troppo tardi. L’unica manifestazione sensata sull’Europa è un corteo funebre”.

Così oggi si esprime lo scatenato antieuropeismo di Travaglio. Nella sua mente ubriaca di fanatismo già immagina il corteo officiato da tristi figuri come Kirill, Dugin, Peskov e in coda, arrancando e leccando, Basile, Orsini, Conte, Rizzo (quello della “gnocca”) ecc…

la lepre marzolina – mercoledì 19 marzo 2025

 

le radici fasciste

di andrea ricciardi

Bagarre alla Camera dopo che Giorgia Meloni ha letto brevi pezzi del Manifesto di Ventotene (Per un’Europa libera e unita), scritto durante la guerra nel 1941 da  e , confinati sull’isola dal  dopo essere stati in carcere. Fu pubblicato nel 1944 grazie a Eugenio Colorni, che ne scrisse la prefazione e fu ucciso dai fascisti. Meloni ha detto che quella del manifesto «non è la sua Europa», accusando in sostanza Rossi e Spinelli di essere antidemocratici. Siamo al rovesciamento della realtà, alla propaganda di chi, citando frasi fuori dal contesto in cui furono scritte, ridicolizza gli oppositori del fascismo ma, così facendo, si schiera al fianco dei fascisti, alleati di ferro dei nazisti, che il manifesto voleva sconfiggere attraverso una rivoluzione federalista. Se la libertà ha vinto è merito di tutti gli antifascisti, anche di Spinelli, Rossi e Colorni. Meloni, una volta di più, dimostra che i suoi riferimenti storici sono coloro che gli antifascisti li hanno uccisi, incarcerati, confinati, costretti all’esilio. È presidente del Consiglio di una Repubblica democratica di cui, coerentemente, non riconosce le radici antifasciste.

  •  

le citazioni colte

Potremmo mandare ai troppi che non sanno leggere un testo, nella specie il Manifesto di Ventotene [ che immagino letto forse da 1 italiano su 400mila o giù di li”]  e che tuttavia  sproloquiano fingendosi o improvvisandosi sapientoni  sempre sul pezzo, l’ammonimento sempre valido del grande giurista Celso, II secolo d.c., a uomini e giuristi o sedicenti tali : scire leges non est verba earum tenere sed vim ac potestatem. Dopo di che pare che quanto detto dalla presidente del consiglio sul Manifesto di Ventotene sia  prodotto  non suo ma di Capezzone . Nel rivolgere il monito di Celso a lui, se è stato lui, non resta che piangere per la scelta della presidente del consiglio, che giovane e volenterosa poteva far meglio.

P.S. conoscere le leggi non significa recitarle meccanicamente ma coglierne il significato e la forza sostanziale

Buttarla in caciara

di angelo perrone

Funziona sempre, non c’è verso. È la tecnica di chi getta un grosso sasso nello stagno mentre tanti curiosi sono chini ad osservare i pesciolini che sguazzano. L’effetto sono gli schizzi negli occhi, le reazioni, gli insulti per l’insano gesto. In Parlamento Giorgia Meloni doveva replicare nel dibattito sulla questione del “riarmo” dell’Europa dopo le mosse improvvide di Donald Trump. E lei che fa, come si approccia? Estrapola brani a casaccio del manifesto di Ventotene per prendersela con l’opposizione. Quei brani davano l’idea che gli autori disprezzassero il metodo democratico e perorassero addirittura una sorta di dittatura rivoluzionaria. Un ottimo pretesto polemico, dimenticando che il senso profondo del manifesto era altro: l’idea nobile di un continente unito, solidale e in pace dopo una guerra sanguinosa. Lei conclude, ovviamente irritando l’opposizione, «non è questa la mia Europa».  Bagarre in aula, proteste, schiamazzi, seduta sospesa. La caciara prevale sul tema in discussione, che non era di poco conto, come fare di fronte al tradimento ignobile americano sulla difesa dell’Ucraina invasa ed aggredita. Ma era importante per la Meloni sfuggire al tema, rifugiarsi altrove, per giustificare la sua vicinanza a Trump e la sua lontananza dalla solidarietà europea in un momento di crisi e di ripensamento del proprio ruolo. E l’opposizione cade nella trappola facendosi travolgere dall’irritazione. La frase della Meloni era capziosa, prima che irritante. Identificava falsamente l’idea di Europa moderna, responsabile, e autonoma da tutti con le citazioni discutibili del manifesto. Le serviva strumentalmente non già per affermare l’importanza del metodo democratico ma per assolvere sé stessa dalle ambiguità rispetto ai rapporti odierni UE-USA. Peccato non aver colto il punto, e non aver saputo reagire a dovere.

 

USCITO IL N.166 DEL “NONMOLLARE” SCARICABILE GRATIS QUI

per scaricare il pdf del “NONMOLLARE”  clicca qui

NONMOLLARE n. 166
Sommario

gli stati uniti d’europa
03. critica liberale, 9 punti urgenti per l’europa
04. pier virgilio dastoli, dal welfare al warfare passando dalla war transition economy
07. partito radicale, appello – subito l’ucraina in europa, e subito l’europa in ucraina
09. luca boccoli, pacifisti, federalisti, solidali di tutta europa, uniamoci!
11. riccardo mastrorillo, il keynesismo all’italiana e l’ottusità dei governi europei
cosmopolis
13. angelo perrone, il vittimismo politico, arma di vendetta e prevaricazione
15. e.ma., bisogna mettersi al passo del nuovo ordine mondiale – nota per i collaboratori del “non mollare”
20. roberto fieschi, il pericolo della bomba atomica – con noterella critica (e.ma.)
la vita buona
18. valerio pocar, le opere di misericordia
lo spaccio delle idee
23. francesca palazzi arduini, il nodo stretto tra patriarcato e militare
25. comitato di direzione
25. hanno collaborato