Tutti gli articoli di Critica Liberale

CRETINISMO CONTRO LOGICA

11. 24 LUGLIO 2024 [e.ma.]
Non si sa se l’estrema destra sarà battuta da Scheil o dalle differenze tattiche al suo interno (dopotutto c’è sempre un papeete in agguato), ma quel che è certo è che è annientata ogni giorno nel corpo a corpo con la Logica. Già avevamo fatto notare (n.7) quando la Logica aveva mandato al tappeto Sallusti infervorato in uno dei suoi soliti slurp a B.. In queste ore è invece il presidente del Senato che viene sterminato dalla Logica sotto le vesti di un bambino al massimo di sei anni. La Russa: «Era meglio se dichiarava
di essere un giornalista», riferendosi al povero Joly, malmenato dai picchiatori fascisti di Casa Pound sulla pubblica via. Il bambinello-Logica alza il ditino e gli chiede: «Perché, se fosse stato un passante impiegato alle Poste, sarebbe stato legittimo massacrarlo di botte…».

Democrazia senza democratici

10. 23 LUGLIO 2024 [marco cianca]
Il ritiro di Joe Biden e la possibile, a meno di auspicabili colpi di scena, rielezione di Donald Trump pongono nuovi interrogativi sul senso della democrazia. Anche Benito Mussolini e Adolf Hitler andarono al potere in base al voto popolare. La filologa Margherita Isnardi Parente attribuiva al retore Trasimaco questa osservazione: “Gli uomini, quando si trovano davanti alla adikìa, alla sopraffazione, nella sua forma suprema e totale, ne rimangono abbagliati e non possono che piegarsi ad essa e subirla; la loro difesa non può e non riesce a esercitarsi se non di fronte a forme minori di sopraffazione, a piccoli misfatti, mentre essi sono impotenti di fronte al totale dispiegarsi dell’istinto di natura fortunato nella sua sfrenatezza”.
L’attrazione per il più cattivo, nell’autoconvincimento che possa essere un buon capo. Si discuteva tanto, nella Grecia del V e IV secolo avanti Cristo. Ad Atene spaccavano il capello in quattro filosofeggiando sul potere e sui misfatti, del popolo. Gli studiosi parlano di “illuminismo sofistico”, tracciando in qualche modo un parallelo con i padri della Rivoluzione Francese, in quanto si dispiega in tutta la sua complessità, e contraddittorietà, una concezione razionalista del progresso. Vengono gettati i semi dell’uguaglianza, anche se non nel senso completo e universale come la intendiamo noi. L’isonomia, cioè l’eguale distribuzione, definisce i diritti della moltitudine.
Si cerca di conciliare in modo virtuoso Physis, la natura, Téchne, l’arte, la scienza, e Nòmos, la legge. L’equilibrio di questa triade consente la convivenza civile, imbrigliando l’hybris, tracotanza e sopraffazione.
All’inizio, il mito. Platone lo fa raccontare dal suo Protagora. Gli uomini erano sparsi, prede delle fiere e della violenza. Per sopravvivere fondarono città e si raccolsero assieme ma, non appena riuniti, cominciavano a ingiuriarsi e di nuovo si separavano e soccombevano. Non possedevano ancora l’arte della politica. “Zeus allora, temendo che il genere umano potesse essere del tutto annientato, mandò Ermete a portare agli uomini reverenza e giustizia, perché fossero legami della città capaci di fondare l’amicizia. Chiese Ermete a Zeus: in quale modo dovrò distribuire reverenza e giustizia tra gli uomini? Distribuirò forse anche questo come sono state distribuite le altre arti? Le arti sono state distribuite in modo tale che, per esempio, per la salvezza di molti uomini è sufficiente che uno solo conosca l’arte medica; e così per gli altri artigiani; è così che devo pure distribuire reverenza e giustizia, o devo darle a tutti? A tutti – rispose Zeus – e che tutti ne siano partecipi; Non potrebbero sussistere le città, se solo pochi partecipassero di essi, come avviene per le altre arti”.
Dalla mitologia alla storia. Tucidide fa di Pericle il campione di questo sviluppo e gli fa dire: “Quanto al nome, per il fatto stesso che è amministrata non a vantaggio dei pochi, ma della moltitudine, si chiama democrazia. In essa, secondo le leggi, tutti hanno uguale trattamento nelle loro contese private; se qualcuno conquista fama, dignità e rispetto, viene preferito nelle cariche pubbliche, non per il suo grado, ma per il suo merito; e se vi è qualcuno che possa fare qualcosa di vantaggioso per la città non ne è impedito in ragione della sua povertà e per la sua posizione sociale oscura”.
Ma sono gli stessi sofisti, in una continua attività dialettica, ad indicare limiti e difetti della volontà popolare. È sempre Margherita Isnardi Parente, in un saggio pubblicato da Sansoni nel 1977 come prefazione ad una stimolante antologia, a guidarci in questo apparente ginepraio. La democrazia viene via via definita come regime di parte, regime di costrizione, regime dell’inganno (e qui la mente torna a Trump e ai pifferai della Destra), tirannia sotto mentite vesti, nemica della natura, sopraffazione reciproca. La bilancia, talvolta, sembra pendere dalla parte delle oligarchie. Non è un caso che Crizia venisse indicato da Sparta come uno dei “Trenta Tiranni”, i quali attuarono una durissima attività repressiva prima della rivolta guidata da Trasibulo che restaurò la democrazia in Atene.

Alla fine, nell’illuminismo sofistico, a prendere il volo è l’ottimismo democratico. Giamblico denunciava: “La tirannide, che è male e sì grande, non nasce da altra causa se non l’illegalità”. Reclamava Alcidamante: “La natura ci ha fatti tutti liberi, nessuno ha fatto schiavo”. Euripide era certo che la sola differenza tra gli uomini sia l’intelligenza.
Speriamo che, a novembre, gli hillbilly degli Appalachi, per dirla con J.D. Vance, la mettano in moto.

[22 Luglio 2024 in Il guardiano del faro]

Se la giustizia lascia amareggiati

9. 23 LUGLIO 2024 [angelo perrone]
La definisce «cervellotica». Il cuore del padre scoppia di dolore, e lui si trattiene a stento dal dire. Non sa darsi spiegazione della decisione della Cassazione riguardo all’omicidio della figlia. Come è possibile annullare l’ergastolo, giustificando l’assassino con lo stress da Covid? Sembra proprio la “cattiveria di una giustizia malata”, un modo di uccidere due volte la sua Lorena.
Era stato un brutale femminicidio: una brava ragazza di 27 anni, uccisa nel 2020 a coltellate dal fidanzato che prima l’aveva soffocata. Nemmeno difficile da decifrare: lui infermiere in una RSA privata per anziani, lei aspirante medico, in procinto di laurearsi, studiosa, diligente, apprezzata dai professori. Una vita di promesse e sogni.
Aspettative diverse nei due partner: il contesto tipico in cui può maturare la frustrazione dell’uno contro l’altro, quando c’è il malinteso senso di inferiorità del maschio rispetto all’autonomia (e “superiorità”) della donna.
E quanto alle regole del Covid, la stranezza di dare peso agli “stati emotivi e passionali”, che sono irrilevanti, e che sono stati persino smentiti nel processo: mentre lei rimaneva a casa a studiare durante il lockdown, lui se ne usciva la sera per andare a fare baldoria con gli amici e giocare alla playstation.
Quando la giustizia ci sorprende e stupisce, qualcosa non va. Non è possibile passare oltre, fare finta di nulla.
Solo pochi giorni fa, un altro caso, un altro groppo alla gola. C’era stata l’assoluzione di diversi imputati per il terremoto dell’Aquila del 2009 in cui erano morti diversi giovani, rimasti nelle loro case perché rassicurati a farlo, e invece uccisi dalle successive scosse terrificanti.
Non solo una questione di asserita mancanza di prove, anche una «condotta incauta delle vittime». Sufficiente ad escludere ogni responsabilità? La colpa delle morti è dunque degli stessi morti. Una decisione dal sapore pilatesco, che guarda più ai vivi che alle vittime.
La lacuna è forse quella di lasciare ai margini una necessità: andare nel profondo, scandagliare, verificare, affrontare il terreno complicato del raffronto di elementi contrastanti, prendersi il rischio della sintesi ragionata. In nome della verità.
Si deve sempre diffidare delle emozioni a caldo, del resto la giustizia esige altro, che si tenga conto di tutto, ma si sappia anche prescinderne, perché l’obiettivo necessario e impossibile, è quello: l’equilibrio e la misura. Così come va ricordato che le reazioni delle vittime sono inevitabilmente segnate dalla non accettazione della realtà, che rende inadeguata ogni decisione umana, e non possono essere metro di valutazione.
Eppure c’è bisogno che la verità umana, raggiungibile, corrisponda anche al senso comune, perché questo, al riparo da derive e distorsioni, racchiude un principio di verità. Può essere la conferma che giustizia è stata fatta. Casi come questi invece lasciano amareggiati e sgomenti.

Ringraziamo il cielo

8. 19 LUGLIO 2024 [e.ma]
«URSULA SVOLTA A DESTRA». Questo è il titolo del “Fatto” di oggi. Ormai in piena confusione mentale dopo la sberla elettorale del M5s alle Europee, il foglio una volta glorioso non sa quel che scrive e barcolla come un ubriaco, condizionato com’è su ogni argomento da un putinismo ossessivo e sempre più acido… Così confonde vinti con vincitori e prende la sconfitta delle estreme destre e il loro confinamento all’opposizione come una svolta a destra del centro sinistra.
Invece di ringraziare il cielo che la camaleonte italiana finalmente sia stata obbligata a uscire dalla sua furbesca ambiguità e battere in ritirata perdendo pezzi e credibilità…
Invece di ringraziare il cielo che, pur con mille difficoltà, nell’Unione europea alcune forze politiche maggioritarie, grazie proprio alla radicalizzazione e allo sfacciato antieuropeismo delle estreme destre, finalmente siano state costrette a una scelta politica chiara, con pregiudiziali dichiarate contro il sovranismo e l’illiberalismo. Anzi, speriamo che questa politica regga. Altrimenti non sarà mai possibile fare passi avanti verso il federalismo e una vera politica comune.

SLURPISTI PLANETARI

7. 19 LUGLIO 2024 [e.ma]
Almeno su un punto, sulla intitolazione dell’aeroporto di Malpensa a Berlusconi, il figlio Pier Silvio merita fragorosi applausi. Poche parole: «serviva più cautela». Tre parole che sono una scudisciata ai servi che, quando sono eccessivamente ossequiosi, combinano solo guai. E questa volta il danno è stato grosso. Chissà, per decenni chi dovrà partire da Malpensa avrà modo di ripensare non solo a un pregiudicato cacciato dal Senato da truffatore, nonché a un corruttore di giudici, avvocati, parlamentari, testimoni, ma anche alla sfacciataggine e alla volgarità di una classe dirigente da lui allevata e beneficata, che non conosce i limiti della decenza. Noi abbiamo Continua la lettura di SLURPISTI PLANETARI

Strage di Erba, quando le prove non bastano

06. 12 LUGLIO 2024 [angelo perrone]
La decisione della Corte d’Appello di Brescia sulla strage di Erba è di quelle che lasciano il segno, addirittura inammissibili le “nuove” prove richieste dalle difese, non si farà un altro processo. Nonostante la credulità di tanti innocentisti della prima e dell’ultima ora. L’ergastolo per Rosa Bazzi e Olindo Romano è confermato. Era questa del resto la decisione sia in primo che in secondo grado, la cosiddetta “doppia conforme”, di solito dirimente, poi confermata infatti dalla Cassazione. L’11 dicembre 2006 uccisero a colpi di coltello e spranga Raffaella Castagna, suo figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e infine la vicina di casa Valeria Cherubini. Il marito di quest’ultima, Mario Frigerio, fu ferito ma non Continua la lettura di Strage di Erba, quando le prove non bastano

DEMOCRAZIA È FATTA

05. 09 LUGLIO 2024 [e.ma.]
Puntuale e saggio il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, domenica nell’ultimo tentativo di portare acqua all’estrema destra xenofoba e antisemita francese, ha fatto sapere il suo parere: Le elezioni parlamentari in Francia «non assomigliano molto alla democrazia». Figuriamoci, il paese di Montesquieu e di Tocqueville ha tutto da imparare dal rossobrunismo della “democrazia” putiniana. Pur essendo stati traditi infine da Hitler, il Patto Molotov-Ribbentrop rimane nel cuore di ogni regime russo. Così il Cremlino non riesce a capire tutta questa perdita di tempo in elezioni libere tra partiti che si accaniscono l’un contro l’altro. Basterebbe assassinare Macron e Mélenchon, e semmai sparare in testa a qualche giornalista di “le Monde”. E democrazia sarebbe fatta.

SINISTRA ILLIBERALE

04. 06 LUGLIO 2024  [e.ma.]
SINISTRA ILLIBERALE
Oggi il pensiero reazionario è fermo a Vannacci. E anche la lingua delle Destre stenta a fuoriuscire dalla gabbia semantica scurrile costruita da Vittorio Feltri, Sgarbi e la Curva Sud. Finché non nascerà un nuovo De Maistre del 21° secolo, potremmo stare tranquilli, se non ci fosse dall’altra parte una sorta di Cavalleria che corre in soccorso al medioevo resiliente con quotidiane dosi di cretinismo ridicolo. L’ultimo esempio viene dal manifesto della festa dell’Unit*. Dove l’asterisco vuole essere la risposta al sopruso finora perpetrato da un genere femminile, perdipiù accentato. Sembra uno scherzo, ma non lo è. Certo provoca il riso e il compatimento, ma sotto sotto rivela una pulsione autoritaria che pensa di poter cancellare la memoria riscrivendola e imponendola… Quando sarebbe necessario invece coltivarla e spiegarla. Invece “la sinistra illiberale” con i suoi eccessi di politicamente corretto e di linguaggio woke si rende ridicola, portando acqu* all* reazion*.

ONAGROCRAZIA

03 – 05 LUGLIO 2024 
[e.ma.] ONAGROCRAZIA
«Da noi la dittatura è delle minoranze». Matteo Salvini, invece di leggere, studiare e apprendere finalmente qualcosa sulla democrazia dalla lectio magistralis di Mattarella, straparla e come al solito si dà la zappa sui piedi. Il Capo della Lega è una vera sciagura, è l’esempio più illuminante di quanto scrisse Benedetto Croce nel 1925 (Salvini, se non sa chi sia, si rivolga a Sangiuliano, il “colto” della maggioranza di governo): «onagrocrazia, ovvero il governo degli asinelli selvatici, onagri, di mezza tacca e in via di sparizione: l’altro pericolo, quello degli ignoranti che teorizzano, giudicano, sentenziano, che fanno scorrere fiumi di spropositi, che mettono in giro formule senza senso, che credono di possedere nella loro ignoranza stessa una miracolosa sapienza, lo conosciamo perché lo abbiamo sperimentato bene. Si è chiamato, nella sua forma più recente, ‘fascismo’. Io ho preferito denominarlo ‘onagrocrazia’». Continua la lettura di ONAGROCRAZIA

I POLITICHETTI

02 – 05 LUGLIO 2024 
[e.ma.]I POLITICHETTI
A forza di girare su sé stessa come un camaleonte impazzito, sostenendo tutte le posizioni possibili, Giorgia sta in un evidente stato confusionale. E con lei tutta l’estrema destra. In disaccordo su tutto, le tre componenti della maggioranza radicalizzano le loro posizioni per cercare di guadagnare una manciata di voti e rosicchiarsi l’un l’altra qualche posizione di potere. E così volano gli stracci. Molto divertente è lo scontro tra Forza Italia e Vittorio Feltri che ha criticato Tajani colpevole per aver preso le parti in Europa del proprio Gruppo (PPE) senza aiutare Giorgia nel tentativo acrobatico di voler rappresentare qualcosa contemporaneamente sia nella maggioranza Ursula sia nell’opposizione di estrema destra. La reazione dei forzisti è stata feroce, i più gentili lo hanno accusato di essere in «senile confusione».
«Ho scritto una considerazione personale e sono stato ricoperto da una valanga di insulti. Questo la dice lunga sul livello di elaborazione intellettuale di questi signori e sui loro argomenti. Poveretti». Continua la lettura di I POLITICHETTI

INCONSAPEVOLE

01 – 28 GIUGNO 2024 
[vetriolo] INCONSAPEVOLE
Solidarietà umana per la senatrice Ester Mieli e orrore, per noi scontato, per l’antisemitismo. Ma per lei nessuna solidarietà politica. È voluta salire sul carro del vincitore, oltraggiando la storia dei suoi antenati, quando era chiaro a tutti chi su quel carro ci fosse già. Ha voluto lo stesso la cadrega, ora si goda la compagnia.

I pilastri della società

di Marco Cianca

Vili, indifferenti, furbi, prudenti, cinici, scettici, rabbiosi, prepotenti, egoisti, cattivi, invidiosi, brutali, spietati, ignavi. Sono tante le sfumature dell’umana negatività. E vengono tutte in mente, spinte dall’orrore per la morte di Satnam Singh, buttato davanti casa dal padrone. Come un sacco dell’immondizia, lì, dissanguato, con accanto il braccio. Un fantoccio rotto, uno schiavo senza tempo. Succedeva migliaia di anni fa, succede oggi.

Perché meravigliarsi o indignarsi? Ipocrisia allo stato puro. Quando compriamo i pomodori al supermercato, magari cercando i prodotti in offerta, è ben chiaro che più il prezzo risulta basso, maggiore è il peso dello sfruttamento. Non fa una grinza. Risparmio per il consumatore, profitti comunque assicurati ai produttori, morte nei campi. In genere, prevale la dissociazione cognitiva, una sorta di rifiuto del problema. Come pagare in nero l’idraulico o il meccanico per non sobbarcarsi l’Iva, oppure acquistare ad un mercatino merce dalla dubbia provenienza.

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