“Fermiamo l’odio, aiutiamo i costruttori di pace”- Roma, Lunedì 12 Maggio – Sala Stampa Camera dei Deputati

Roma,  lunedì 12 maggio 2025, ore 14.30
Sala stampa, Camera dei Deputati
Via della Missione, 4 – Roma

Si svolgerà lunedì, 12 maggio, alle 14.30, nella sala stampa della Camera, l’iniziativa promossa dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia e dalla rivista Confronti nell’ambito del mini tour di sensibilizzazione dal titolo ‘Fermiamo l’odio, aiutiamo i costruttori di pace‘.

Protagonisti dell’incontro saranno quattro attivisti per la pace, due israeliani e due palestinesi, impegnati da anni nel superamento della violenza e nella costruzione di ponti tra le comunità che fanno parte delle organizzazioni binazionali Parents Circle e Families Forum e Combatants for Peace: Musa Joma e Yonatan Zeigen (Parents Circle – Families Forum) e Mia Biran e Ahmed Alhelou (Combatants for Peace).

Intervengono:
i deputati democratici Stefano Vaccari e Paolo Ciani; Daniele Garrone (presidente Fcei); e Debora Spini (coordinatrice del progetto). Modera: Claudio Paravati (direttore di Confronti).

L’accesso è consentito esclusivamente previa richiesta di accredito. È richiesto l’uso della giacca per gli uomini | Per accrediti: segreteria.vaccari@camera.it

Per informazioni e programma completo del tour: www.fcei.it/fermiamo-lodio-aiutiamo-i-costruttori-di-pace

https://www.nev.it/nev/2025/05/07/testimonianze-israeliane-e-palestinesi-alla-camera-dei-deputati/

Fahim, alla guerra delle rose

di angelo perrone

Una girandola di trasferimenti. Dall’Italia in Albania, poi indietro, e infine dall’Italia in aereo in Bangladesh. Ci sono voluti quattro viaggi in sette giorni, la nave da guerra, l’aereo, e l’accompagnamento di due poliziotti. Risultato, il rimpatrio di un solo migrante irregolare, certo Fahim, 49enne, venditore di rose.

Uno sforzo inaudito, per tempo, mezzi, tragitto, denaro. Con una spesa stimata in 6000 euro (e sarebbe bastato un quarto se il rimpatrio fosse avvenuto direttamente dall’Italia). Eppure, legge ed ordine, secondo i loro cantori, Meloni, Nordio, Piantedosi. Perseveranza e cocciutaggine. Verrebbe da dire: non-senso.

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non dimentichiamo ferruccio parri

di filippo senatore

Il 25 aprile Sergio Mattarella è andato al Cimitero Monumentale Staglieno di Genova. Nessuno omaggio a Ferruccio Parri Una distrazione ingiustificata da parte del nostro Presidente della Repubblica italiana.

Nei giorni dopo la liberazione dal nazifascismo sfilarono a Milano i partigiani e il loro comandante Ferruccio Parri (Maurizio). C’erano con lui in testa al corteo Enrico Mattei, Raffaele Cadorna, Sandro Pertini, Riccardo Lombardi. Luigi Longo e altri. Due mesi dopo Ferruccio Parri succedendo ad Ivanoe Bonomi diventò il primo Presidente del Consiglio della Liberazione. Furono mesi eroici di quest’uomo servitore della causa democratica dopo aver rischiato la vita al fronte. Lavorava notte e giorno vivendo in un bivacco al ministero. In pochi mesi tracciò le linee guida della nuova nostra cara Italia. Costituente e referendum per la Repubblica posero le basi alla nostra costituzione del 1948. Sono passati 80 anni e la nazione non ha reso abbastanza riconoscenza allo statista di Pinerolo che scelse come sua ultima dimora il cimitero di Staglieno a Genova a pochi passi da quello di Giuseppe Mazzini. Era il suo eroe della Repubblica romana del 1849 l’apostolo che sacrificò la propria esistenza per l’Italia e l’Europa. Sulle sue orme Parri, uno degli artefici della fuga di Filippo Turati, patì il fascismo che lo perseguitò durante il ventennio. Medaglia d’argento della prima guerra mondiale meritò l’elogio del generale Arando Diaz nella sua mirabile arte di cartografo che determinò i punti deboli delle linee austriache. Parri fu giornalista al Corriere della Sera fino al 1925 anno della cacciata dal giornale di Luigi e Alberto Albertini. Onorare Parri significa dare visibilità a quegli uomini onesti che rifecero l’Italia repubblicana e antifascista.

25 aprile, «sobrietà» della Liberazione e dovere della memoria

di angelo perrone

Qualunque cosa voglia dire, non riguarda il 25 aprile. L’avvertimento del governo, dopo la morte di papa Francesco, affinché la ricorrenza della Liberazione dal nazifascismo, sia vissuta con «sobrietà» suona stonato. Quasi un pretesto per ridimensionare il significato della data. Non c’entrano il rispetto per il lutto nazionale né la commozione per la morte di un uomo così importante per l’umanità tutta, credente o meno.

La sollecitazione alla sobrietà ha radice in un’associazione errata tra la nozione di Liberazione e i concetti di sguaiatezza, esagerazione, inopportunità.  Fa supporre che il problema non sia tanto l’aspetto cerimonioso (più o meno composto) quanto il nucleo autentico della data che si commemora.

Quasi che la questione sia proprio questa, il senso radicale della ricorrenza nella coscienza di ognuno, più che il modo di festeggiarla. Del resto non servono speculazioni per dubitare dell’animo con cui il ceto politico governante, post-fascista o immemore del fascismo, affronta la data storica.

Invece, serve la consapevolezza di un’identità: l’essenza autentica del 25 aprile si nutre di «sobrietà», cioè di compostezza, rigore, autorevolezza. Perché con la liberazione il Paese ritrova il suo orgoglio e la sua dignità, si ricollega alle radici storiche di libertà e democrazia e lo fa nel modo più serio, e appunto sobrio, si possa immaginare, cioè accettando di pagare, per tante conquiste di libertà, il prezzo della vita stessa.

La celebrazione della ricorrenza, con la festa del 25 aprile, è di per sé, specie nell’ottantesimo anniversario, un evento appropriato, e quanto mai pertinente nella sua attualità ed importanza, addirittura necessario in un momento in cui, ancora una volta e minacciosamente, sono in pericolo le basi della Repubblica, costruite con la Resistenza e la Costituzione.

W la lotta di liberazione w la resistenza!

Perché mi stanno facendo passare la voglia di partecipare alle manifestazioni del 25 aprile sempre più divisive ! Non riesco ad arrendermi alla decomposizione dello spirito unitario sostanziale e formale, patriottico, del CLN . COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE . Una Liberazione che ha avuto diverse componenti tutte finalizzate come in un grande orchestra a raggiungere l’obiettivo della libertà per tutti ed ognuno con il sogno di un mondo più giusto e più umano. Senza armi e guerre. Un’opera magistrale a cui hanno partecipato in modi diversi milioni di persone. Oltre ai partigiani combattenti della montagna sostenuti dalle popolazioni spesso vittime di stragi efferate , quasi sempre senza tessere di partito che scelsero , esemplari nel dare prova di coraggio e sacrificio per una idea di patria e di mondo , gli oltre 600mila soldati internati nei campi nazisti che rifiutarono l’arruolamento coatto nell’ esercito della repubblica di Mussolini , molti dei quali trovarono la morte , i militari dell’esercito italiano che affiancarono le truppe alleate sino allo sfondamento della linea gotica , i tanti deportati e confinati ,i tanti che dappertutto parteciparono tanto attivamente che col sostegno passivo alla lotta . Non fu una scelta di partito o di parte ma una scelta contro la tirannide la guerra il razzismo la violenza per liberare gli uomini e le donne . Perdere o obliterare questa coralità snatura il significato profondo di quel che è stato un evento straordinario che unisce e non deve dividere . Il nostro secondo Risorgimento .Mi spiace dirlo da anziano in vista del passaggio finale, non è più così . E così rischia di smarrirsi il senso di una celebrazione che non dovrebbe essere divisiva e tantomeno appannaggio degli uni o degli o contro gli altri . W la lotta di liberazione w la resistenza!

Rete L’ABUSO: Conferenza stampa – ROMA, Martedì 6 maggio ore 11.00

Conferenza stampa
ROMA, Martedì 6 maggio ore 11.00

presso la Sala Stampa dell’Associazione della Stampa estera
Palazzo Grazioli, Via del Plebiscito, 102

1. Analizzeremo i vuoti legislativi che hanno impedito l’applicazione in Italia delle direttive e delle norme promulgate da Papa Francesco.
2. Presentazione del database iCODIS, i dati nazionali, regionali e provinciali sugli abusatori, gli abusati. L’annuario dal 2000 a oggi, numeri davvero elevati soprattutto in assenza di una commissione di inchiesta governativa. Oggi la cosiddetta punta dell’iceberg conta in Italia più di 1000 preti offender, 4500 sopravvissuti con una incidenza percentuale del 3,32% ma ciò che di più preoccupa sono i casi mai arrivati alla Giustizia italiana.
3. Proiezione di un breve video (6 min.) con le dichiarazioni di alcuni familiari delle vittime del Coordinamento Famiglie della Rete L’ABUSO.
4. L’eredità di Papa Francesco, cosa aspetta al nuovo pontefice?
5. Livello dell’informazione in Italia

Introduce
Francesco Zanardi – Presidente della Rete L’ABUSO
Interverranno
● L’avvocato Mario Caligiuri – Osservatorio Permanente Rete L’ABUSO
● L’avvocato Eleanna Parasiliti – Difensore Antonio Messina (caso don Rugolo mons. Gisana)
Antonio Messina – Vittima don Giuseppe Rugolo
Pierelisa Rizzo – ANSA
Federico Tulli – Giornalista

Info e accrediti
accrediti@retelabuso.org
Cell. 3927030000
In streaming su ASSOCIAZIONE DELLA STAMPA ESTERA

Presentazione del libro di Marina Cardozo e Mimmo Franzinelli “Gli artigli del Condor” – Firenze, venerdì 02 maggio 2025 ore 17.00

Venerdì 2 maggio 2025 alle ore 17.00,
nella Biblioteca della Società di Mutuo Soccorso di Rifredi,
in via Vittorio Emanuele II 303, FIRENZE 

Antonella Braga e Luis Fernando Beneduzi presentano,
con gli autori Marina Cardozo e Mimmo Franzinelli,
il libro “Gli artigli del Condor. Dittature militari latino-americane, CIA e neofascismo italiano

SCARICA QUI LA LOCANDINA

PRESENTAZIONE del LIBRo di SERGIO BUCCHI “La filosofia di un non filosofo” e del libro di FRANCESCO TORCHIANI “Gaetano Salvemini” – FIRENZE, sabato 03 maggio 2025 ore 16.00


Sabato 3 maggio 2025 alle ore 16.00,
nella Sala Storica Dino Campana della Biblioteca delle Oblate,
in via dell’Oriuolo 24, FIRENZE
Antonella Braga, Valdo Spini, Marino Biondi e Andrea Ricciardi presentano,
insieme agli autori, il libro di Sergio Bucchi
“La filosofia di un non filosofo. Le idee e gli ideali di Gaetano Salvemini”

e il libro di Francesco Torchiani “Gaetano Salvemini. L’impegno intellettuale e la lotta politica”

SCARICA QUI LA LOCANDINA 

USCITO IL N.168 DEL “NONMOLLARE” SCARICABILE GRATIS QUI

per scaricare il pdf del “NONMOLLARE”  clicca qui

NONMOLLARE n. 168
Sommario

la vita buona
04. valerio pocar, sfida al donald t. corral
la biscondola
06. paolo bagnoli, la rappresentazione della comparsa e del bullo
gli stati uniti d’europa
07. pier virgilio dastoli, difesa europea, controllo democratico e buio fitto 1 – 2
11. appello – roma, aprile 1950, per gli stati uniti d’europa
13. enzo marzo, le sciocchezze di uno “storico”
15. antonio pileggi, amarcord europeo?
astrolabio
17. angelo perrone, leggi di ferro, lo scenario della repressione pericolosa ed inefficace
heri dicebamus
19. a cura di luca einaudi, luigi einaudi contro i dazi doganali e il protezionismo – il pensiero di einaudi applicato a fenomeni e dibattiti attuali
cosmopolis
20. rete nazionale movimento donna vita libertà, le donne iraniane chiedono democrazia – parliamone adesso
guerra e pace
22. pietro polito, via libera alla guerra? sulla teoria della guerra come “via bloccata” di norberto bobbio
25. roberto fieschi, einstein, il pacifismo nel ‘900
28. massimo la torre, guerra, democrazia, e ambizioni imperiali
35. comitato di direzione
35. hanno collaborato

La resistenza di Harvard nell’era Trump

di angelo perrone
Donald Trump ha intrapreso una campagna senza precedenti contro le università più prestigiose degli Stati Uniti, con particolare attenzione a Harvard. Questo attacco si basa su accuse (l’antisemitismo nei campus, la diffusione della cultura “woke” radicale e antiamericana), che prendono spunto da episodi reali ma amplificati e distorti.

Trump, con tali pretesti, ha minacciato di tagliare miliardi di dollari in fondi federali destinati alla ricerca e di revocare le esenzioni fiscali per le università che non si conformano alle sue richieste, le quali investono alla fine la stessa missione educativa e civile degli istituti.

Tra le richieste figurano il controllo su programmi accademici, criteri di ammissione degli studenti e politiche di assunzione del personale. Le restrizioni includono anche la minaccia di vietare l’accesso agli studenti stranieri, un provvedimento che potrebbe avere gravi ripercussioni sulla diversità e sull’inclusione nei campus americani. Il congelamento dei fondi ha già portato alla chiusura di laboratori di ricerca e al ridimensionamento del personale in diverse università. Continua la lettura di La resistenza di Harvard nell’era Trump

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