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Per un’Europa libera, unita, solidale e di pace. Lettera aperta alle persone, associazioni e movimenti costruttori di pace


credits: Gioventù Federalista Europea (GFE)

di nicola vallinoto, antonella braga e giulio saputo

Come attivisti e dirigenti del Movimento Federalista Europeo e del Movimento Europeo  abbiamo sentito l’esigenza di scrivere una lettera aperta per spiegare le ragioni della nostra adesione all’appello lanciato da Michele Serra a scendere in piazza per l’Europa il 15 marzo, rivolgendoci soprattutto a coloro che hanno espresso dubbi in merito all’iniziativa e  si stanno giustamente chiedendo di “quale Europa” stiamo parlando. Con questa lettera vogliamo creare un ponte tra coloro che scenderanno in piazza per l’Europa il 15 marzo a Roma (e noi saremo tra questi) e quelli che hanno detto che non ci saranno perché non hanno chiaro lo scopo della manifestazione o non condividono le decisioni prese nell’ultimo Consiglio europeo.In questi giorni molti cercano di dividere le piazze mentre noi crediamo che siano maggiori i motivi per unire i cittadini europei in un momento di gravissima crisi dell’ordine internazionale.

Per questo vi chiediamo di pubblicare la notizia della nostra lettera aperta, pregando di mettere un link al testo integrale che trovate anche in allegato:

https://docs.google.com/document/d/1FIz8FJFBwUzWVbQvvPrNStJc-hfTDnJO/edit?tab=t.0

Grazie per l’attenzione.

Nicola Vallinoto, Antonella Braga e Giulio Saputo a nome di tutti coloro che hanno sottoscritto la lettera aperta.

 

Lettera aperta alle persone, associazioni e movimenti costruttori di pace

Per un’Europa libera, unita, solidale e di pace.

Questa nostra lettera è rivolta a tutto il movimento per la pace che – dopo l’appello lanciato da Michele Serra a scendere in piazza per l’Europa – si sta giustamente chiedendo di “quale Europa” stiamo parlando.

Un’Europa di pace o un’Europa di guerra? Un’Europa armata o un’Europa disarmata? Un’Europa che investe in armi, tagliando il welfare?

A queste domande vorremmo rispondere e spiegare perché – secondo noi – è importante, in questo difficile momento storico, fare un percorso condiviso anche oltre la mobilitazione del 15 marzo.

Il motivo principale è quello di rivendicare innanzitutto la sopravvivenza del progetto stesso di unità europea, contro tutte/i coloro che vogliono un’Europa divisa e incapace di agire. L’UE è un vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro (Usa, Cina, Russia) e per questo rischia di cadere in frantumi.

La situazione è drammatica e ciascuna/o di noi deve assumersi le proprie responsabilità. Siamo di fronte a un attacco senza precedenti verso le istituzioni e il diritto internazionali. Anche il processo di unificazione europea rischia di essere travolto. Per questo motivo noi europee ed europei dobbiamo riprendere in mano il nostro comune destino.

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revisione del Trattato di Lisbona

Rapporto AFCO sulla revisione del Trattato di Lisbona: analisi del voto a cura del Movimento europeo

Nel quadro di una sessione carica di discussioni e di decisioni che hanno suscitato forti divisioni fra le forze politiche, il Parlamento europeo ha adottato il 22 novembre il rapporto elaborato da 5 relatori della Commissione AFCO in un anno di elaborazione senza trasparenza e senza dibattito pubblico, ignorando anche la necessità di coinvolgere in questo lavoro società civile e cittadini che avevano partecipato alla Conferenza sul futuro dell’Europa.

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COME FERMARE LE STRAGI IN MARE

di pier virgilio dastoli

L’ennesima strage nel Mediterraneo è una vergogna per l’insieme dei 28 governi membri dell’Unione europea che hanno deciso a fine marzo di prorogare l’operazione Sophia fino al 30 settembre del 2019 ma «senza dispiegamento di forze navali». Chiediamo come Movimento europeo alla presidenza finlandese del Consiglio della Ue e all’Alto rappresentante per la politica estera e della sicurezza di convocare una riunione dei ministri degli Esteri e della Difesa dei Paesi membri per decidere di riattivare lo spiegamento delle forze navali dell’Unione europea nel Mediterraneo allo scopo di organizzare delle operazioni di ricerca e soccorso come quelle attuate da Mare Nostrum.

Mentre al Parlamento europeo chiediamo di creare una commissione di inchiesta sulle operazioni legate al controllo delle frontiere esterne e al governo dei flussi migratori.