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la sinistra italiana e il rifiuto dell’occidente

di daniele bonifati – ettore maggi
con la collaborazione di luciano belli paci, andrea carlo cappi, elena gimelli
L’aggressione russa all’Ucraina ha evidenziato la presenza di una significativa e – soprattutto – rumorosa area a sinistra che si definisce pacifista ma che sembra mossa, più che dal pacifismo, dall’avversione verso le democrazie liberali e socialdemocratiche sottolineandone gli errori, i difetti, la lontananza dal modello ideale.
L’effetto paradossale di questa impostazione è che da critiche legittime e spesso necessarie si passa al non riconoscere le differenze tra le varie democrazie se non addirittura a giustificare le dittature in nome di un mondo multipolare, espressione che Putin ha ripreso da Aleksandr Dugin, come gran parte della visione strategica russa.

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bombe a grappolo e insulti

Sul fronte dell’”operazione speciale” il “Fatto quotidiano” ogni giorno è tutto dedito a lanciare bombe a grappolo contro la resistenza ucraina. Dai titoli alle didascalie, dagli editoriali astiosi ai commenti sarcastici. Oggi, tra gli altri ordigni sono da segnalare due missili del generale Mini che colpisce direttamente Zelensky su punti strategici (non è generale per caso della Quinta Colonna). Il primo arriva in ritardo sulle macerie, dopo il bombardamento indecente degli stalinisti dell’Anpi: «Un’esigenza che il massacro di Bucha ha reso impellente. Tanto impellente che sembra Zelensky non aspettasse altro e che non intenda aspettare né l’inizio né tantomeno l’esito degli accertamenti “indipendenti” dai quali potrebbe venir fuori un’altra storia». Il secondo esplosivo è più ridicolo perché sul giudizio dell’efficacia dell’Onu Mini rimane proprio l’ultimo, assieme al giapponese sul ramo: Zelensky «oltre a insultare l’Onu insiste per la guerra immediata di tutto il mondo alla Russia». Ma siamo convinti che Zelensky, l’infamatore, non si sia preoccupato troppo. Sicuramente lo conforta la compagnia di papa Francesco, altro specialista in insulti contro l’Onu.

la lepre marzolina – venerdì 8 aprile 2022

COMICI E PAGLIACCI

Il deputato Matteo Dall’Osso muore dalla voglia di sentire in diretta le minacce di Putin all’Italia, e non ascolterà Zelensky. Riferendosi al presidente ucraino, ha detto: «Di comici ne ho conosciuti abbastanza». Come dargli torto? Ma è lui che non è mai sazio. Nel circo della politica italiana il primo che ha avuto la fortuna di ammirare è stato il comico-illusionista Beppe Grillo che ha truffato gli italiani facendo eleggere persino un trasformista professionista, filoputiniano di destra, come Dall’Osso. Il quale – una volta eletto – si è trasferito armi e bagagli in “Coraggio Italia” per recitare col duo Toti&Brugnaro. Poi, alla ricerca di un vero buffone, non poteva che approdare in Forza Italia. Chissà se ha partecipato al matrimonio burletta del suo presidente amico di Putin. Che comicità!

La lepre marzolina – lunedì 21 marzo 2022