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IL COMPLOTTO

«Non ho problemi a dire che ci sia stato un complotto perché il quorum non potesse essere raggiunto», così disse Calderoli, dopo aver parcheggiato sotto la sede della Lega il maiale che porta al guinzaglio per il “maiale day”). Un po’ sciupato per lo sciopero della fame, però conservando tutta la sua consueta lucidità, ha fatto uno scoop. Accidenti,  abbiamo tentato in ogni modo di tenerlo segreto, ma Calderoli ci ha scoperti. A questo punto lo confessiamo: ebbene sì, abbiamo organizzato un vero complotto per far mancare il quorum ai referendum sulla giustizia. E a questo punto possiamo anche rivelare i nostri complici: sono stati i quattro quinti dei cittadini italiani. Quelli a cui fa schifo la demagogia leghista. 

la Lepre marzolina – lunedì 13 giugno 2022

UNA SVOLTA POLITICA CHE DEVE CONTINUARE

di enzo marzo

La bocciatura dei 5 referendum sulla giustizia da parte del popolo italiano è stata chiara e netta. E con proporzioni così eclatanti che rende questa consultazione di portata storica. Non per il solo scampato pericolo di un maldestro taglia-e-cuci, ma soprattutto per il rilievo politico della sconfitta: hanno fallito – per la prima volta da troppo tempo – la demagogia e il populismo. È stato sconfitto l’avventurismo cialtrone dei Salvini, dei Renzi, dei Calenda e dei potenti più o meno pregiudicati, ovvero di tutto quel blocco sociale e politico che vive di privilegi e di illegalità, e incrementa a dismisura le disuguaglianze tra i cittadini. È stata sconfitta la “sinistra di destra” che, per conservare il potere, ormai da troppo tempo rincorre opportunisticamente elettori e rappresentanti proprio della peggiore politica illiberale.

I cittadini hanno respinto i quesiti chiesti non dai cittadini ma dai consigli regionali, cioè dalla parte più mediocre della nostra classe dirigente. È stata respinta la solita manovra radicale che truffaldinamente voleva trasformare i referendum abrogativi in propositivi. Ma si sa che i radicali, da decenni, pur di stare sul palcoscenico per qualche attimo, spettacolarizzano masochisticamente il suicidio loro e delle politiche che strumentalizzano. I cittadini hanno risposto avvalendosi del loro diritto di respingere la manovra rifiutando di votare. L’entità del risultato dimostra che la loro è stata una decisione assolutamente politica.

Il mancato voto di oggi significa richiesta impellente di un ritorno alla serietà, alla politica vera, alle sedi istituzionali, alla democrazia parlamentare. La questione della crisi della giustizia, che c’è ed è grave, deve essere affrontata nella sede appropriata. Il Parlamento dovrà discutere approfonditamente una riforma complessa (magari non in questa legislatura, che sicuramente è la peggiore nella storia repubblicana): la crisi della giustizia civile e penale colpisce tutti i cittadini e non si può ridurre a un conflitto di potere tra corporazioni o a un revanscismo ormai datato. Speriamo che il segnale dato oggi sia l’inizio di una vera svolta politica.

 
Comitato ilNOmedianteilNON
via delle Carrozze, 19 – 066796011
info: Riccardo Mastrorillo 3293251004

HA VINTO LA DEMOCRAZIA PARLAMENTARE

«Il Comitato il NO mediante il NON esprime la sua soddisfazione per aver contribuito a far respingere, dal maturo popolo italiano l’operazione furbetta e populista dei promotori. Che avevano promosso questi quesiti complessi e pasticciati, pensati per travolgere la democrazia parlamentare, mortificare l’istituto del referendum, imponendo le idee di minoranze autoreferenziali. I pur grandi mali della giustizia non possono risolversi con l’uso dell’accetta demagogica per risolvere questioni intricate su cui i cittadini hanno opinioni assai diversificate. In materia di giustizia, è una procedura ineludibile l’alta mediazione parlamentare, oltretutto perché è la sola che fa intendere quali siano gli intenti dei vari gruppi politici e che permetta agli elettori di giudicare»

Il Comitato, cui hanno aderito numerosi giuristi ed esponenti della cultura liberale e socialista, è stato promosso da Alleanza Giellista e da Critica liberale.

Comitato ilNOmedianteilNON
via delle Carrozze, 19 – 066796011
info: Riccardo Mastrorillo 329 3251004

un flop mai visto

Il clamoroso, nei numeri infimi di chi ha votato, flop referendario impone di difendere l’istituto contro chi, come ora, riempiendo schede di quesiti manipolatori e inconcludenti, delegittima il parlamento rappresentativo e squalifica se stesso prima ancora del referendum . In primo luogo occorre difendere a spada tratta la norma che prevede il quorum deliberativo , in assenza del quale il voto è  privo di efficacia.
Il quorum referendario fondamentale è irrinunciabile.  In difetto avremmo valanghe di referendum sugli argomenti più disparati e anche futili e la democrazia parlamentare verrebbe soppiantata da una  falsa democrazia pseudoplebiscitaria di minoranze anche esigue, con una miscellanea infinita di leggi confuse e contraddittorie . Il quorum serve a bilanciare le maggioranze parlamentari che hanno approvato le leggi che si vorrebbero abrogare . E il non voto di chi si astiene se maggioritario vuol dire che la maggioranza dei cittadini a cui appartiene la sovranità convivono tranquillamente con le norme che si vorrebbero abrogare e non ritiene di andare a votare per abrogarle. 

12 giugno h.19

Giustizia, i pericoli del referendum -PERCHE’ NON ANDARE A VOTARE

di angelo perrone

Il dibattito sui mali della giustizia è inficiato da retorica e slogan. Gli scandali recenti nella magistratura sono strumentalizzati per una ridefinizione dei rapporti tra poteri statali, in nome dell’insofferenza verso la legalità

Il referendum sulla giustizia del prossimo 12 giugno è l’ennesima tappa di quella mitica “riforma della giustizia”, invocata a più riprese dai politici, e tuttavia mai realizzata, per questo ora affidata – per spezzoni – alla “saggezza” popolare, affinché faccia ciò che altri non hanno saputo. Gli elettori dovrebbero rimediare ad incapacità ed errori, ammesso (è difficile) che si raggiunga il quorum necessario per la validità del voto, cioè la maggioranza degli aventi diritto. E sempre che si possa fare chiarezza in tempo.

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REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA: CALENDARIO CONFRONTI E APPELLI TELEVISIVI – andati in onda

“Comitato per il NO mediante il NON”

ASTENETEVI: TUTTE LE RAGIONI PER BOCCIARE I 5 REFERENDUM LEGHISTI E RADICALI

dichiarazioni:

SKY – Intervento di Enzo Marzo

RAINEWS24 – Raffaello Morelli QUESITO 1

trasmissioni:

10/06 RAI 2 ore 23.15 QUESITO 3 – intervento di Riccardo Mastrorillo (Critica Liberale)
RADIO 3 ore 23:15

10/06 RAI 1 ore 14.00 – QUESITO 5 intervento di Riccardo Mastrorillo (Critica Liberale)
RADIO 1 ore 22:30

09/06 RAI 3 ore 23.30  QUESITO 2 – intervento di Riccardo Mastrorillo (Critica Liberale)
RADIO 3 ore 23:30

03/06 RAI 3 ore 15.20 QUESITO 2 – intervento di Pasquale Dante
RADIO 1 ore 17:05

03/06 RAI 2 ore 18.20 QUESITO 3 – intervento di Giuseppe  Bozzi 
RADIO 1 ore 23:05

03/06 RAI 2 ore 23.30 QUESITO 5 –  intervento di Riccardo Mastrorillo (Critica Liberale)
RADIO 2 ore 23:30

02/06 RAI 3 ore 23.20 QUESITO 4 – intervento di Pasquale Dante
RADIO 2 ore 23.20

02/06 RAI 2 ore 18.20 QUESITO 5 – intervento di Pasquale Dante 
RADIO 1 ore 23:05

02/06 RAI 3 ore 15.20 QUESITO 1 – intervento di Pasquale Dante  
RADIO 1 ore 17:05

01/06 RAI 2 ore 18.20 QUESITO 1 – intervento di Riccardo Mastrorillo (Critica Liberale)
RADIO 1 ore 20:10

30/05 RAI 3 ore 15.20 QUESITO 5  intervento di Riccardo Mastrorillo (Critica Liberale)
RADIO 1 ore 17.05

29/05 IL TEMPO DELLA POLITICA – LA7 –  ore 11.45 intervento di Massimo Alberizzi  (Critica Liberale – Senza Bavaglio)

27/05 RAI 2 ore 18.20 QUESITO 4 – intervento di Riccardo Mastrorillo (Critica Liberale)

RADIO 1 ore 23:05 

26/05 RAI 2 ore 18.20
QUESITO 2 – intervento di Giuseppe  Bozzi 
RADIO 1 ore 23:05

25/05 RAI 3 ore 15.20
QUESITO 1  – intervento di  Antonio Caputo (Critica Liberale)
RADIO 1 ore 20:10  – RADIO 3 ore 23:20 
 
24/05 RAI 3 ore 15.20  QUESITO 4 – intervento di Giuseppe  Bozzi 
RADIO 1 ore 21:05

24/05 RAI 2 ore 18.20
  QUESITO 3  – intervento di Riccardo Mastrorillo (Critica Liberale)
RADIO 1 ore 23:05

19/05 RAI 3 ore 15.20
RADIO 1 ore 21:05 (QUESITO 2) 

18/05 RAI 2 ore 18.20
RADIO 1 ore 23:05  (QUESITO 1)

17/05 RAI 2 ore 18.20
   
RADIO 1 ore 23:05  (QUESITO 4)

17/05 RAI 3 ore 15.20   –  RADIO 1 ore 21:05   (QUESITO 3)

15/05 Retequattro ore 07:35

15/05  Italia 1 ore 07:00

14/05 Canale 5 ore 09:15 Super Partes referendum  

[ l’Appello per il NO, i suoi promotori e i suoi firmatari – clicca qui]

BASTAAAAAAAAAAAAA – Operazione speciale di decialtronizzazione

     

de La Lepre marzolina

Salvini e Calderoli hanno annunciato uno sciopero della fame di 1 giorno, a favore dei referendum sulla giustizia. La “Lepre marzolina”, invece,  invita tutti i cittadini italiani a disertare in quella occasione le urne per vanificare la frode di questa consultazione, che vuole riformare la disastrata giustizia italiana non con una discussione seria tra le forze politiche in Parlamento bensì trasformando truffaldinamente l’istituto abrogativo in propositivo, tagliando una riga qua e un comma là. La questione giustizia merita di più che non essere ridotta a un patchwork variopinto e casuale.

La serietà di questi sostenitori del Sì si misura con la buffonata di uno sciopero della fame di un solo giorno, tanto per far calare un po’ la “panza” e continuare a prendere per i fondelli i cittadini. La “Lepre marzolina” risponde con una contro-proposta decialtronizzante, invitando gli elettori a dimostrare il loro senso civico e l’attaccamento alle istituzioni repubblicane facendo (con un equivalente sacrificio) due copiosi pasti al giorno fino a domenica 12 giugno.

Bisogna dimostrare che l’Italia non ne può proprio più di demagoghi cialtroni e irresponsabili, nemici della Politica, che hanno distrutto il paese inabissandolo nell’ignoranza e nel malgoverno corrotto e corruttore.

Bisogna dimostrare che l’Italia non ne può proprio più di personaggi come Calderoli, che passerà alla storia per aver promosso il “maiale day”, in cui portare al guinzaglio altri porci a orinare sui campi dove si sarebbe dovuta costruire una moschea, o per una riforma elettorale dichiarata incostituzionale (il Porcellum) che appunto ha preso il nome del suo inventore. Non parliamo, poi, per carità di patria, di Salvini, traffichino con Putin, …

La lepre marzolina – sabato 4 giugno 2022

MA DAVVERO DOBBIAMO ESULTARE PER L’AIUTINO AI REFERENDUM?

di luciano belli paci

Il Consiglio dei Ministri ha approvato le date per le elezioni amministrative e i referendum, fissando per il 12 giugno sia il primo turno delle elezioni nei comuni sia il voto referendario.

La decisione dell’abbinamento è solo apparentemente razionale, ma a mio avviso è costituzionalmente molto discutibile.

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“COMITATO PER IL NO SUI REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA” – APPELLO

“COMITATO PER IL NO SUI REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA”

 Alleanza Giellista e Critica liberale, e quant’altri vorranno aggiungersi, costituiscono IL COMITATO NAZIONALE PER IL NO SUI REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA, che si oppone al Sì e sostiene l’astensione dal voto al fine di non raggiungere il quorum di legge.

APPELLO

1 – La nostra Costituzione prevede l’adozione del referendum abrogativo, l’uso corretto di questo strumento è l’abrogazione di leggi che si ritengono sbagliate, non il taglio di parti di leggi per ottenere risultati diversi dal principio della legge stessa. Il referendum deve essere abrogativo e non una forma surrettizia e impropria di legiferare. Le riforme, anche le più necessarie, devono essere concepite organicamente, discusse e approvate dai rappresentanti dei cittadini nel Parlamento. Inoltre, se si tratta di argomenti complessi e molto tecnici, c’è il forte rischio che gli elettori si orientino sulla base delle indicazioni dei partiti e non nel merito dei quesiti specifici. In questo caso l’urgente miglioramento e la velocizzazione della giustizia italiana devono passare dalle aule parlamentari, non dalle forzature referendarie. Inoltre è da deprecare la demagogica utilizzazione di referendum distorti in chiave antiparlamentare che mina alle basi il sistema complesso delle nostre istituzioni. La discussione è antica, ma mai come in questo caso è attuale.

 

  1. Il quadro della politica e dell’etica pubblica in Italia è catastrofico. Il fatto che alcune forze politiche abbiano proposto dei referendum, non per migliorare la giustizia italiana, ma per indebolire la magistratura è molto pericoloso. La giustizia italiana, come tutte le burocrazie di questo paese, funziona male. Le cause sono molteplici e occorre che il parlamento e le forze politiche le affrontino e si impegnino per una rapida e radicale riforma. Ma i referendum proposti non toccano alcun elemento reale per migliorare e velocizzare il sistema giudiziario, il loro obiettivo generale è chiaro: aumentare ulteriormente l’impunità, in particolare per i crimini dei potenti che meglio possono avvalersi di interpretazioni capziose e negatrici del diritto. Particolarmente gravi sono l’abolizione della Severino con l’intento di riportare i corrotti in parlamento e il depotenziamento indiscriminato della custodia cautelare, che aggrava l’insicurezza dei cittadini e non migliora le garanzie di libertà. Il vero problema è quello della eccessiva durata del procedimento (indagini + processo), ma questi referendum non sciolgono (né potrebbero) tale nodo. I referendum su separazione delle funzioni e metodo di votazione del CSM presentano aspetti di grande problematicità. Si tratta di questioni che richiedono soluzioni attente e calibrate votate in Parlamento. La verità è che anche questi quesiti referendari hanno l’obiettivo non solo simbolico di punire la magistratura. In effetti, si vuole dividere il paese in una truffaldina scomposizione tra sedicenti “garantisti” e cosiddetti “giustizialisti”. La Giustizia deve essere davvero efficiente e uguale per tutti, senza privilegi e impunità.

 

  1. L’assurdità di questi referendum, sedicenti garantisti, è dovuta poi al fatto che tra i proponenti c’è la Lega, il partito che in Italia ha più di tutti lucrato vantaggio elettorale strumentalizzando casi di criminalità; ha trasformato il sangue in consenso. La Lega è un partito beceramente “giustizialista” o placidamente “garantista” a seconda di chi sia il presunto colpevole. Se sono immigrati, la condanna è istantanea, non solo senza appello, ma proprio senza processo; se invece i presunti colpevoli sono propri membri o rappresentanti della sua base elettorale ecco diventare improvvisamente e graniticamente garantista. Composta da un ceto dirigente largamente compromesso in reati d’ogni genere, si è fatta complice di vergognose leggi ad personam e ha protetto privilegi e corporazioni. La presenza della Lega tra i promotori indica chiaramente come l’obiettivo non sia una giustizia egualitaria ma una giustizia, nella sostanza, debole nei confronti dei reati economici finanziari e della criminalità politica, e implacabile verso la piccola criminalità.

 

  1. È errato l’utilizzo “legislativo” dello strumento referendario e , in più questi referendum sono profondamente sbagliati sia nel merito sia per l’uso politico che se ne vuole fare. Il Comitato invita associazioni, partiti e singoli cittadini ad adoperarsi per ottenere il fallimento di questa iniziativa referendaria attraverso l’astensione dal voto. La legalità in Italia deve tornare un tema centrale del dibattito politico e la giustizia deve riacquisire autorevolezza ed efficienza, per entrambi questi obiettivi il referendum non deve passare.

Alleanza giellista e Critica liberale

Daniele Bonifati

Giuseppe Bozzi

Antonio Caputo

Maurizio Fumo

Franco Grillini

Raffaello Morelli

Francesco Somaini

Per aderire all’Appello e collaborare a questa iniziativa scrivete alla mail: info@criticaliberale.it