di bernardo mattarella
Il referendum, in casi in cui la volontà del Parlamento dovesse porsi contro l’orientamento della pubblica opinione, può costituire infatti un correttivo che, per essere affidato alla decisione dell’elettorato, cioè al titolare stesso della sovranità popolare, sarebbe non solo legittimo ed utile, ma anche assai opportuno e vantaggioso per la società nazionale.
È esso una garanzia contro eventuali decisioni che urtino contro l’opinione pubblica ed è il riconoscimento legittimo di un intervento diretto del popolo non contro la sua rappresentanza, ma per una eventuale modifica di una sua specifica determinazione.
È questa stessa possibilità che costituisce, comunque, secondo noi, un elemento positivo di indubbio valore per una comunità democratica, perché essa, tra l’altro, incide profondamente nella formazione della coscienza civica dei cittadini, suscitando il loro interesse diretto per la cosa pubblica e per i suo i concreti problemi, con una partecipazione che può costituire – come dobbiamo tutti sforzarci di farne – un efficace elemento formativo di democrazia vissuta ed un esercizio costruttivo al servizio della comunità nazionale, nel segno della libertà . La libertà, se riposa sulla garanzia delle istituzioni e degli ordinamenti, deve avere uno dei suoi elementi di forza ed uno dei suoi più validi presidi nella coscienza popolare, consapevolmente e responsabilmente impegnata per essa e per tutti i valori che essa riassume e proietta.
È chiaro che si tratta per noi di una esperienza nuova, che non ci trova però impreparati ai problemi che pone, problemi complessi, determinati dalla simultaneità stessa tra regime di democrazia rappresentativa e forme di democrazia diretta.
Il nostro ordinamento è stato dal legislatore costituente configurato come un sistema prevalentemente parlamentare, ma con correttivi che ne fanno sostanzialmente un sistema misto. Ne consegue che in esso il referendum – strumento di democrazia diretta – deve essere inteso e previsto nella sua strutturazione come una eccezione, come un correttivo alla prevalenza, del carattere rappresentativo del sistema. Grave errore sarebbe tentare di considerare tale istituto quasi sostitutivo del Parlamento, e grave responsabilità storica e politica si assumerebbero le forze che pensassero di utilizzarlo come un grimaldello scardinatore, per mettere in crisi il sistema.
Dal suo Intervento al Senato 27 giugno 1967