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FRASI STORICHE

1. «Il 6 gennaio 2021 sta al sovranismo come il 9 novembre 1989 – giorno della caduta del muro di Berlino- sta al comunismo. Parole d’ordine, obiettivi e metodi dovranno cambiare. Pena la fine di un progetto politico, che non è accettabile sia complice di estremisti violenti, tantomeno golpisti. La destra, anche quella italiana, batta un colpo. Nonostante Conte e Zingaretti, non vorremmo mai ritrovarci con il Parlamento occupato da matti in camicia nero-verde. Un’altra destra è possibile, e noi ci crediamo». Così scrisse oggi Alessandro Sallusti, Direttore del Giornale di Berlusconi. Dimenticando che sono quasi trenta anni che il suo Padrone sta con le camicie nere e con gli elmi cornuti. Ma noi siamo fiduciosi, e quindi aspettiamo che Forza Italia faccia come tutti quelli che dopo la caduta del Muro spezzarono ogni legame con i comunisti, e quindi da domani rompa ogni alleanza nei Comuni, nelle Regioni e nelle coalizioni elettorali con i fascisti e con i leghisti ladroni…

2. «Insieme al (sic!) Presidente Fontana e alla Giunta abbiamo messo in campo tutte le azioni necessarie per arginare la pandemia. Nessuno ci aveva consegnato un libretto delle istruzioni». Così dichiarò Giulio Gallera, il giorno in cui fu cacciato dall’Assessorato alla Sanità della Regione Lombardia dopo tutti i disastri combinati e dopo le sue dichiarazioni surreali. Però ha ragione lui, in effetti nessuno gli consegnò un qualche abbecedario, che gli sarebbe servito per poter leggere finalmente il testo della Riforma della sanità pubblica del 1978, qualche decennio prima.

3. «Le mie offese non sono gratuite: mi pagano per scriverle». Così vergò Filippo Facci su “Libero” in una polemica furibonda con Rocco Casalino, che passerà alla storia. Il giornalista, negazionista “senza mascherina”, getta alle ortiche anche quest’altra maschera e rivela ai giovani giornalisti e ai lettori in che consiste il lavoro per cui viene pagato.

la lepre marzolina – venerdì 8 gennaio 2021

Les jeux sont faits

QUANDO L’IDIOZIA E’ EREDITARIA: “Queste elezioni sono Libertà contro Marxismo. Scegliete saggiamente e votate Trump”, ha affermato il figlio del presidente. h. 14,45

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I giochi sono fatti. Siamo arrivati finalmente alla vigilia delle elezioni presidenziali americane. Non sappiamo come andranno. Sappiamo però che saranno “epocali”. Chiunque sarà il vincitore. E siamo sotto la minaccia di Trump di non accettare il risultato, se sarà per lui negativo. Gli Stati Uniti in effetti sono stati disuniti sempre, la società americana è la somma di due profonde contraddizioni che vengono da lontanissimo. Paradossalmente sono scritte assieme: costituiscono il primo e il secondo emendamento alla Costituzione americana. Siamo nel 1791. In contemporanea con la resa della Bastiglia anche oltre l’oceano viene affermato solennemente il principio delle libertà, di culto, di parola e di stampa. Il mondo fa un balzo avanti. Il primo Emendamento è esemplare, il secondo è il prodotto di un’altra cultura («il diritto dei cittadini di possedere e portare armi non potrà essere violato»).

Gli europei devono essere assai grati agli americani, perché nel secolo scorso questi hanno salvato per ben due volte la civiltà occidentale, anzi, la civiltà tout court, pagando un prezzo di sangue spaventoso. Da questa indimenticabile considerazione nasce una doverosa riconoscenza. Che però non ci deve far trascurare la schizofrenia della società americana. Le due Americhe sembra proprio che non riusciranno mai a trovare un accordo.

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LO SPIRITO DEL TEMPO: LA SCURRILITÀ

Un confronto, tra Biden e Trump, imbarazzante e umiliante per l’intelligenza degli elettori. Uno scontro tra un bullo cacciaballe con le sembianze di un bull dog e un uomo anziano e dimesso, manifestamente privo della statura politica per la carica istituzionale alla quale aspira.

Resta il desolante senso di vuoto dopo una corrida permanente di voci sovrapposte con un mediatore che faticava a gestire i passaggi. Un parapiglia dove non si parla mai di un preciso oggetto, le politiche per il Paese e il mondo, buttandola in caciara, in insulto, in invettiva a prescindere. Per Trump il suo avversario è solo un vecchio stupido rincoglionito; per Biden, Trump è un bugiardo impostore. Nulla di meno, niente di più. Un confronto pubblico, istituzionale trasformato in lite scomposta da trivio, logica da mucchio selvaggio o da grande fratello, per non comunicare nulla,  guerriglia di movimentazione verbale o linguale nucleo della comunicazione del cosiddetto “dibattito”. Deprimente.. è deprimente. Hegel redivivo farebbe fatica a trovare nelle scurrili invettive dell’orrido Trump lo spirito del mondo. Il guaio per noi è che lo spirito del tempo è questo

NON SI SA MAI

Non c’è che dire, la destra internazionale con questo Coronavirus ha dato la dimostrazione di che stoffa sia la sua classe dirigente in vari continenti. Bolsonaro, Johnson e il grande Trump si sono allineati sulla stessa linea, per poi rimangiarsela più volte. Il peggiore è  il Presidente americano. Le sue conferenze stampa ricordano la pubblicità del brodo Star (io le cretinate le “faccio come voi a casa vostra, ma più in grande”). Gli americani suoi fans lo amano. Nei telegiornali si è vista una manifestazione di estrema destra con un mezzo migliaio di persone, una appiccicata all’altra, con cartelli a favore del Presidente o per la fine del lockdown. Molti sono in tuta mimetica paramilitare con fucili pronti a sparare dalle 750 alle 900 pallottole al minuto, perché – non si sa mai – potrebbe comparire all’improvviso il Covid 19.

la lepre marzolina – domenica 19 aprile 2020

 “BREXIT E TRUMP, COME I SOCIAL HANNO CANCELLATO LA DEMOCRAZIA”

di carole cadwalladr, la cronista dell’Observer che ha sollevato lo scandalo di Cambridge Analityca, ha parlato al TED di Vancouver dell’influenza dei social sulla Brexit e dei pericoli a cui essi hanno esposto le democrazie mondiali. Il paradosso è che uno degli sponsor principali del TED canadese è proprio Facebook.

Vancouver, 6 maggio 2019

“Il giorno dopo il voto sulla Brexit, quando la Gran Bretagna si è svegliata con lo choc di scoprire che stavamo davvero lasciando l’Unione Europea, il mio direttore al quotidiano Observer, mi ha chiesto di tornare nel Galles meridionale, dove sono cresciuta, e scrivere un reportage. E così sono arrivata in una città chiamata Ebbw Vale, nelle valli del Galles meridionale, che è un posto abbastanza speciale. Aveva questa sorta di cultura di classe operaia benestante, ed è celebre per i cori di voci maschili gallesi, il rugby e il carbone. Ma quando ero adolescente, le miniere di carbone e le fabbriche di acciaio chiusero, e l’intera area ne è rimasta devastata. Ci sono tornata perché al referendum della Brexit era stata una delle circoscrizioni elettorali con la più alta percentuale di voti per il “Leave”. Sessantadue per cento delle persone qui hanno votato per lasciare l’Unione Europea. E io volevo capire perché.

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LE MENZOGNE DI TRUMP

di redazione

Donald Trump: “Non vogliamo che succeda da noi quello che sta capitando con l’immigrazione in Europa. Il popolo della Germania si sta rivoltando contro la sua leadership mentre l’immigrazione sta scuotendo la già fragile coalizione a Berlino”. Ancora: “Il crimine in Germania è cresciuto del 10% (i funzionari non vogliono segnalare questi crimini)  da quando i i migranti sono stati accettati”.  E ancora: “Altri paesi vanno ancora peggio. Sii intelligente America!  Se non hai confini , non hai un paese”. Pronta la risposta di  Merkel:

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