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SEMEL STALIN, SEMPER STALIN

D’Alema è proprio un uomo coerente. Adesso, in un attacco di nostalgia, ha sentenziato che la “Russia e Cina si battono per un mondo più giusto”. Siamo al livello di Rizzo. Un mondo più giusto, per il nostalgico comunista, è fatto di regimi totalitari, meglio se un po’ imperialisti, senza democrazia, senza libertà politiche e civili, di stampa, di religione, e così via. Magari poverissimi.

Ma perché i suoi beniamini sono solo Putin e Xi Jinping? È grave che si sia dimenticato di Kim Jong-Un e Ali Khamenei. Senza dire di Tamim bin Hamad o dell’apprendista Erdoğan.

D’Alema non è solo un vecchio comunista preistorico, rappresenta l’ideal-tipo del comunista “italiano”, più precisamente togliattiano, quello che ancora ora sa scegliere il momento giusto per portare acqua con le orecchie alla Destra.

la Lepre marzolina – sabato 23 settembre 2023

 

berlusconi, il “liberale” putiniano. Una lettera aperta di Valerio Zanone. Con una postilla di e.ma.

[e.ma.] LA GRANDE TRUFFA. Uno dei non minori mali che affliggono la politica italiana è nella più che trentennale truffa che l’ignoranza e la malafede hanno perpetrato nel linguaggio politico e nella battaglia delle idee. Così “scientificamente” si è voluto regalare la bandiera liberale a un demagogo millantatore che fino ad allora aveva  fatto affari  di bassa lega con il partito socialista.  L’etichetta di “liberale” a Berlusconi è servita e serve ancora a dare uno straccio di dignità politica a chi ne è totalmente sprovvisto. I complici sono molti: si va da Bertinotti alla stampa padronale, persino al Pd sempre incline all’inciucio e al compromesso di potere. Il tutto si inserisce in un equivoco costruito ad arte, che fa confondere e identifica il liberalismo col liberismo, e neppure con quello classico della scuola italiana, ma con  la versione “selvaggia” di quello austriaco e americano. Fino ad arrivare a sfondare ogni diga persino del buon senso e del ridicolo: cosi si scambia il missino Tatarella con Croce, Dell’Utri  con Einaudi; diventa liberale, anzi liberale doc, un putiniano-razzista-clericale come Fontana. Come ci  si possa, la mattina, guardarsi allo specchio senza ridere o vergognarsi, non si sa proprio. Ci si strofina su Meloni come  nel 1922 i fascioliberali su Mussolini.

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DUE TITOLI

‘Macron ha fatto una campagna piena d’errori. A sinistra più lo vedono, meno vanno a votarlo. Le Pen ha costruito una credibilità empatica’.

Cosi si conclude la campagna elettorale del “Fattoquotidiano” a favore dell’estrema destra fascista francese. (Meno male che Furio Colombo ancora resiste contro il rossobrunismo).

È partita la marcia della pace: 10mila in corteo. Padre Zanotelli. “Noi filo-Putin? Un’oscenità. Diciamo: fermatevi, non giochiamo con la vita”.

Sì, è una vera oscenità essere filo Putin e coprirlo con l’ipocrisia. Ma le parole poi sfuggono dalla bocca, come quel “fermatevi” rivolto ugualmente (sia sia = né né) a entrambi i protagonisti del conflitto. Come se gli ucraini continuerebbero a combattere (ma contro chi?) se i russi la finissero di invadere e di aggredire…

Il guerriero fascio-putiniano

Il “guerriero” Orsini ha comunicato ai telespettatori tutti: «Mio nonno durante il fascismo ha avuto un’infanzia felice». Beato lui: mio nonno invece aveva un terribile mal di denti, il nonno di un mio amico fu ucciso mentre stava “spezzando le reni” alla Grecia e un altro nonno si fece dieci anni di carcere e di confino. Ma nessuno di loro ha sofferto l’infelicità di avere un nipote cazzaro. E per di più rosso-nero. Appassionato di tutti i totalitarismi, e più cruenti sono meglio è, il guerriero fascio-putiniano coccolato dalla Tv pubblica e privata svolge un compito davvero esemplare: è il testimonial del livello di fatuità e di imbecillità dell’informazione televisiva e cartacea, nonché di come si sia ridotta la Luiss e più in generale l’accademia italiana. Non potrà non avere onori e successo.

la lepre marzolina – 21 aprile 2022