Che il retore Veltroni pontifichi su quattro interminabili e poco lette e leggibili colonne di una disperata Repubblica (il quotidiano che lo ospita in modalità evangeliche ) sui massimi sistemi, partendo anche dall’assunto un po’ risibile di essersi iscritto al PCI in quanto egli era kennediano (e ora anche ammiratore di Mac Cain il senatore repubblicano defunto già combattente in Vietnam) fa riflettere sulla vacuità e ad un tempo amoralità di un ceto politico che non riesce a mettersi da parte nonostante sconfitte ingloriose prima che evidenti. Anche sul vuoto di una “sinistra” senza popolo ma anche acefala.
Veltroni: la tragedia di un uomo ridicolo (perché a prendersi sul serio è stato, e purtroppo continua ad essere, solo lui).