di angelo perrone
C’era una volta… Nel clima di fiabe natalizie, un cittadino – perditempo – si interroga sulla natura della riforma della magistratura. Ne nasce un dialogo immaginario: un invito a guardare oltre la propaganda per scoprire cosa si nasconda dietro la “separazione delle carriere”. C’era una volta un popolo che viveva in case dai pavimenti inclinati e i tetti che facevano acqua: la Cittadella della Giustizia. Sotto Natale, il gran cerimoniere Nordio ha annunciato una riforma estetica: “La Grande Separazione”.
Il popolo, chiamato in primavera a votare su arcane formule tecniche (duplicazione del Csm, sorteggi, procedimenti disciplinari), è stato distratto da una bandiera più semplice. Curioso di capire se quella bandiera avrebbe livellato il pavimento, il signor Rossi ha chiesto udienza.
Signor Rossi: «Ministro, cos’è la separazione delle carriere? Migliorerà la velocità dei processi o l’equità dei verdetti?»
Ministro Nordio: «È come dividere l’insalata in ciotole diverse. Serve a non mescolare la lattuga con i pomodori.»
Rossi: «Ma i processi saranno più rapidi?»
Nordio: «Dipende dal traffico. Diciamo che ognuno saprà dove sedersi a tavola: il giudice da una parte, il PM dall’altra.»
Rossi: «Ma non lo sanno già? E cosa cambia per i tempi della giustizia?»
Nordio: «Pensi a due ombrelli quando piove solo da una parte. È rassicurante. L’equilibrio meteorologico è fondamentale.»
Rossi: «Io pensavo a problemi pratici: processi infiniti, carceri piene...» Nordio: «A tempo debito. La separazione serve alla simmetria. È un fatto estetico.»
Rossi: «Simmetria? Come appendere quadri dritti mentre il pavimento è inclinato?»
Nordio: «Un quadro ben appeso fa sempre la sua figura. Anche se il pavimento pende.»
La morale. Mentre la propaganda ci offre “simmetrie estetiche”, la realtà elettorale della prossima primavera ci presenterà tecnicismi che rischiano di inclinare ancora di più le istituzioni. Una giustizia simmetrica in un palazzo che crolla non è una riforma liberale: è solo un modo elegante di arredare il disastro.