Archivi categoria: cosmopolis

BOLSONARO, PROFESSIONE GENOCIDA

LETTERA AGLI AMICI E AMICHE ALL’ESTERO
di Frei Betto

Care amiche e cari amici,
in Brasile si sta consumando un genocidio! Mentre vi scrivo, 16 luglio, il Covid-19, apparso da queste parti nel febbraio di quest’anno, ha già ucciso 76mila persone. Sono già 2 milioni le persone contagiate. Entro domenica prossima, 19 luglio, arriveremo a 80 mila vittime. È verosimile che in questo momento, mentre state leggendo questo mio drammatico appello, si raggiunga la soglia dei 100mila morti.
Quando penso che nella guerra del Vietnam, durata 20 lunghi anni, sono state sacrificate le vite di 58 mila militari statunitensi, mi rendo conto della gravità di quanto sta accadendo nel mio paese. Questo orrore è causa di indignazione e ribellione. E sappiamo tutti che le misure precauzionali e restrittive, adottate da tanti altri paesi, sarebbero state in grado di evitare un così elevato numero di perdite.
Questo genocidio non scaturisce dall’indifferenza del governo Bolsonaro. È intenzionale.

Continua la lettura di BOLSONARO, PROFESSIONE GENOCIDA

Come cittadini del mondo…

Come cittadini del mondo, soffriamo per la perdita senza senso di un’altra vita per mano della polizia statunitense.

Siamo vicini a tutti coloro che sono colpiti più profondamente.

Questi brutali omicidi devono finire. Ognuno è una colpo al cuore della nostra umanità e una macchia indelebile alla dignità degli Stati Uniti.

Il razzismo cresce nel silenzio, quindi non staremo zitti. Il razzismo è un problema che riguarda tutti noi. È una lotta di tutti.

Ma non possiamo permettere che la lotta diventi odio, non saremmo quindi più saggi di coloro che cerchiamo di cambiare. Con le parole di Martin Luther King: “L’oscurità non può scacciare le tenebre; solo la luce può farlo. L’odio non può scacciare l’odio; solo l’amore può farlo.”

È con questo spirito che chiediamo a tutti coloro che sono al potere di agire ORA e riteniamo il presidente Trump e le autorità statali e locali statunitensi responsabili di:

  • Garantire che tutti gli agenti coinvolti nell’uccisione di George Floyd siano sottoposti a un imparziale processo legale,
  • Espellere e perseguire gli ufficiali anche per un solo caso di uso eccessivo della forza o per non intervenire per impedirlo,
  • Garantire che ogni omicidio per mano della polizia venga indagato in modo indipendente e trasparente.

Ci impegniamo a fare la nostra parte, opponendoci alla paura, alla rabbia e all’ignoranza del razzismo con tutta la speranza, l’amore e la forza della nostra umanità.

Riposa in pace, George Floyd..
La tua morte non sarà invano

FIRMA L’APPELLO SU https://secure.avaaz.org/campaign/it/george_floyd_loc/?zxdGThb

Queste sono le ultime parole di George Floyd, un uomo di 46 anni ucciso da un agente di polizia statunitense che lo ha bloccato, premendogli il ginocchio sul collo con tutto il suo peso per quasi nove minuti:

Continua la lettura di Come cittadini del mondo…

“Prigionieri dell’amore”. Le cose che dovete sapere di noi.

Mada Masr, all’indomani dall’irruzione delle forze di sicurezza di al-Sisi.

Versioni inglese e araba originali: https://mada22.appspot.com/madamasr.com/en/2019/11/28/opinion/u/a-few-things-you-might-like-to-know-about-us/

di Lina Attalah (caporedattore e fondatrice)

Ecco il retroscena della pubblicazione del pezzo sul figlio di al-Sisi (https://mada22.appspot.com/madamasr.com/en/2019/11/20/feature/politics/presidents-eldest-son-mahmoud-al-sisi-sidelined-from-powerful-intelligence-position-to-diplomatic-mission-in-russia/) che ha contribuito a metterci nei guai. (Nel caso in cui non stiate seguendo la vicenda di Mada Masr, eccola in sintesi: il nostro collega Shady Zalat è stato arrestato da casa sua nel cuore della notte di sabato 23 novembre; il giorno seguente, domenica mattina, le forze di sicurezza hanno fatto irruzione nei nostri uffici e 18 di noi sono stati detenuti all’interno in assoluta impossibilità di comunicazione con l’esterno, per diverse ore prima che tre di tre noi, me compresa, siamo stati arrestati e detenuti per qualche ora fino al rilascio senza alcuna accusa). Continua la lettura di “Prigionieri dell’amore”. Le cose che dovete sapere di noi.

LA BRUTALITÀ’ DELLA POLIZIA DI HONG KONG E L’ABUSO DI POTERE [anche versione inglese]

Cronache di inaudita violenza istituzionale. La testimonianza diretta di un cittadino di Hong Kong.

di claudia lopedote

            Nel giugno scorso abbiamo seguito con apprensione e incredulità il susseguirsi degli eventi ad Hong Kong quando, in seguito all’introduzione del disegno di legge che consentirebbe alla Cina continentale di estradare sul suo territorio tutte le persone accusate di reati punibili con una pena superiore ai sette anni di detenzione, le proteste di milioni di cittadini sono incominciate, e l’illusione della “libertà speciale” di Hong Kong è finita.

            Ad agosto, le notizie sono diventate man mano sempre più gravi, con prove evidenti della brutalità della polizia contro i manifestanti. Sebbene le immagini arrivate fino a noi si siano rivelate poca cosa rispetto all’enormità delle violenze subite e documentate dai manifestanti.

            Poi, d’improvviso, ad inizio settembre ci hanno voluto rassicurare: tutto risolto, l’Extradition Bill è stato ritirato, si torna a casa felici e contenti.

            Molti politici e personaggi pubblici sensibili alle istanze dei cittadini di Hong Kong hanno accolto con sollievo le buone notizie. Guy Verhofstadt, tra questi, condividendo la notizia, ha scritto: “The people of #HongKong made a stand for their freedom and prevailed. This is a hugely positive development. Now for democratic safeguards, the release of political prisoners and an independent investigation into police brutality”.

            Purtroppo, niente di tutto ciò è vero.

Continua la lettura di LA BRUTALITÀ’ DELLA POLIZIA DI HONG KONG E L’ABUSO DI POTERE [anche versione inglese]