di Rete per la democrazia liberale
“Stiamo assistendo ad un’indecorosa sceneggiata che evidenzia l’inadeguatezza della proposta politica”
La Giunta Esecutiva di RETE PER LA DEMOCRAZIA LIBERALE, presieduta da Enzo Palumbo ha ascoltato ed approvato la relazione del Segretario Politico Pippo Rao sulle elezioni politiche, che si stanno svolgendo tra promesse inattuabili, sovranismi impossibili e mondialismi velleitari, accuse di malaffare e rendicontazioni fasulle, candidati narcisisti che si autonominano premier senza poterlo diventare e propongono ministri altrettanto improbabili, insomma una indecorosa sceneggiata che evidenzia l’inadeguatezza della proposta politica su cui il Paese sarà chiamato a esprimersi il 4 marzo.
L’attuale scenario non ha nulla del confronto politico, che è ormai degradato sino alla riedizione farsesca degli opposti estremismi, senza uno straccio di proposta costruttiva per uscire dalla crisi morale, economica e sociale della società italiana, appesantita da un mostruoso debito pubblico che si autoalimenta e impedisce ogni investimento produttivo, e aggravata dalla prospettiva di affidare le sorti del Paese a parlamentari incompetenti, nominati dai capipartito per occasionale notorietà mediatica o per legami familistici, ufficiali od occulti, e paracadutati qua e là senza alcun legame col territorio che dovrebbero rappresentare.
Quale che sia l’esito elettorale, una cosa è certa: gli attuali partiti hanno come unico obiettivo quello della conquista del potere, e nessuno ha la minima idea di cosa serve per ridare agli italiani speranza nel futuro, per riaccendere il motore della ripresa e invertire il declino.
All’insufficienza della proposta politica, che spinge tanti cittadini all’astensione, si aggiunge lo sconcerto per una legge elettorale che non consente agli elettori di esprimere un voto consapevole, costretti come sono nella trappola perversa del voto congiunto, per cui chi vota per un candidato del collegio uninominale è costretto a farlo anche per una o più liste collegate che non vorrebbe votare, e viceversa; una prospettiva paradossale che, impedendo il voto diretto e libero, invoglia all’astensione che, da fenomeno assolutamente marginale in tutto il corso della prima repubblica, si è ora trasformato in patologia di massa.
I liberali sono convinti che il diritto di voto sia essenziale per una democrazia liberale e sono anche consapevoli che è irragionevole costringere i cittadini a votare per chi non si vuole, contrabbandando per elezione quella che in realtà è una vera e propria nomina dall’alto
E quindi, salve restando comprensibili preferenze personali per qualche candidatura uninominale, sapendo tuttavia che si finisce per votare anche una lista che potrebbe non piacere, all’elettore resta la facoltà di manifestare la propria indignazione annullando volontariamente la scheda con un voto disgiunto per candidature e liste entrambe gradite ancorché non collegate, ovvero scrivendo sulla scheda una qualsiasi frase emblematica di condanna per questa legge liberticida che, dopo due tentativi già bocciati dalla Consulta, rappresenta l’ennesimo furto di democrazia ai danni dei cittadini.
Come liberali, ci sentiamo assolutamente disimpegnati rispetto a queste elezioni farsesche – in cui non c’è niente di vero, salvo il generale tentativo d’impadronirsi di pezzi dello Stato da utilizzare nella successiva trattativa a tutela dei rispettivi interessi – mentre anticipiamo che, a partire dalle prossime elezioni amministrative, lavoreremo per preparare una nuova e seria proposta politica da offrire ai cittadini disorientati e disgustati dalle scene di questi giorni.
Mercoledì, 28. Febbraio 2018 – 11:48
sono curioso, di capire soprattutto. anche perché gli anni passano.