di gian giacomo migone
Come è noto, i lettori dei giornali non hanno alcun diritto. In materia siamo ancora al medioevo. E i Direttori se ne approfittano, convinti come sono che i lettori debbano pagare il loro giornale e subire in silenzio ciò che viene loro apparecchiato. Nel nostro piccolo abbiamo creato uno strumento per divulgare le smentite e le repliche che i Direttori (nel primo caso addirittura violando l’articolo 8 della legge sulla stampa, e nel secondo le regole dell’educazione e della corretta informazione) non pubblicano. [red.]
Caro Direttore, [Mario Calabresi, “La Repubblica]
come lettore del Suo giornale, sono rimasto negativamente colpito dal titolo di apertura odierno del Suo giornale: “Rimborsi, lo scandalo scuote M5S”. Altri giornali, da “La Stampa” al “Giornale” portano titoli analoghi di prima pagina. Mi è dispiaciuto constatare che “La Repubblica” partecipa, se non è addirittura capofila, di una campagna mediatica che coinvolge i principali giornali e canali televisivi su questo argomento.
Non ho alcuna simpatia per M5S (personalmente voterò LeU). Potrei dire: “Nemicus Plato, sed magis amica veritas”. Perché, come Lei ed io sappiamo benissimo, la verità è che, contrariamente a quasi tutti gli altri, il M5S impone ai propri parlamentari di rinunciare ad una parte rilevante dei propri introiti di ufficio a favore di un fondo destinato alle piccole imprese. Lo scandalo, tutto interno al loro movimento, è che alcuni, molto pochi, di questi parlamentari, ora colpiti da pesanti sanzioni interne, si sono sottratti a questo impegno. Un onesto giornalismo a servizio dei propri lettori dovrebbe tenere conto di questa differenza e informarli su quanto prescrive a questo proposito ciascun gruppo parlamentare.
Non facendolo, il tutto si risolve oggettivamente in un attacco al principio di un’onesta informazione, per il quale il Suo giornale è nato, e ad un omaggio alla strumentalità della politica che gli italiani hanno imparato a odiare (con il rischio, ma non è questo il punto, che la campagna mediatica si risolva in un regalo al M5S).
Scrivo queste righe perchè mi ostino a pensare che la storia de “La Repubblica” sia parte del patrimonio democratico del nostro paese.
Attendo un cortese riscontro che mi assicuri la pubblicazione di questa lettera.
Cordialmente,
Gian Giacomo Migone
Gian Giacomo Migone solleva un problema generale, che riguarda cioè tutti i giornali, compreso “Il Fatto Quotidiano”, che sembrerebbe il più aperto e tollerante, ma così non è. Prova ne è la lettera che inviai il 31 gennaio scorso in cui deploravo il comportamento dei grillini del Consiglio comunale di Livorno, strabico rispetto alla proposta del sindaco, grillino anche lui, Nogarin di intitolare una rotonda a Ciampi. L’ho inviata due volte; la seconda modificata e migliorata anche sul piano della forma, ma Travaglio o chi per lui non l’ha ritenuta meritevole di pubblicazione.
L’ho inviata a Critica liberale e Enzo Marzo, che è un vero liberale, me l’ha pubblicata (la seconda) sulla rivista Non mollare.
Quanto al voto di domenica prossima, Lei, caro Migone, dice apertamente che voterà LeU. Lo avrei fatto anche io fino a stamattina (non vedo più nessun talk show, meglio detto teatro delle marionette politiche, da molto tempo), quando dalla rubrica “Rimasugli” di Marco Palombi sul Fatto Quotidiano apprendo che Grasso ha dichiarato che “se ce lo chiede il Presidente” [Mattarella] LeU entrerà in un governo “di scopo” con Renzi e Berlusconi.
Eh no, caro Migone, questa Grasso non doveva dirla a poche ore dal voto. Per quale sinistra andrei a votare? Per una sinistra che si fa impapocchiare dai due ometti ciarlatani di Rignano sull’Arno e di Arcore (quest’ultimo “delinquente naturale” e pregiudicato!)?
Mai e poi mai!!!