di franco pelella
Caro direttore, martedì scorso a Napoli si è svolto un incontro di vari esponenti del Partito Democratico con Nicola Zingaretti, il governatore del Lazio che aspira a diventare segretario del partito. Ad organizzare il dibattito è stato soprattutto il politologo Mauro Calise, fino a qualche mese fa renziano di ferro ed ora improvvisamente seguace di Zingaretti, ma erano presenti, quali anfitrioni, anche Marco Sarracino, Nicola Oddati e Teresa Armato, esponenti, rispettivamente, dell’area Orlando, di Vincenzo De Luca e dell’area Franceschini.
Poco da obiettare sui rappresentanti dell’area Orlando e dell’area Franceschini (visto che Orlando e Franceschini hanno da tempo preso pubblicamente le distanze da Matteo Renzi) ma la presenza di Oddati come si spiega? De Luca, forse, ha fatto pubblicamente autocritica sul suo rapporto di ferro con Renzi? E’ grave, comunque, che Zingaretti abbia detto che le posizioni di De Luca sui migranti non vanno confuse con quelle di Salvini (nello stesso giorno in cui Salvini ha detto che De Luca è il maestro e lui l’allievo) e che abbia già dato il via libera alla candidatura di De Luca per le future elezioni regionali. Quando capiranno, i nostri politici (soprattutto i politici di sinistra), che il trasformismo è la morte della politica, una malattia che allontana sempre più la gente dalla partecipazione democratica?