QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DELLA PRESCRIZIONE

di maurizio fumo 

La prescrizione estingue il reato”, così si legge nell’art. 157 del codice penale.

A mio modo di vedere è un’espressione impropria. Come può un fatto storico (il reato), un avvenimento collocato nel tempo e nello spazio, “estinguersi” (annullarsi, azzerarsi, diventare inesistente) solo perché è passato (altro) tempo? In realtà, se vogliamo mantenere la prescrizione sul terreno del diritto penale sostanziale, ciò che si estingue è la pretesa punitiva dello Stato. Se viceversa la volessimo trasportare nell’ambito del diritto processuale, dovremmo dire che la prescrizione estingue – appunto – il processo (o il procedimento). Non si tratta di una mera questione terminologica affidata alla puntigliosità di giuristi un po’ pedanti; la distinzione ha conseguenze pratiche non indifferenti. Se, infatti, come vuole la Corte costituzionale, che fa riferimento al secondo comma dell’art. 25 della nostra Carta fondamentale (ordinanza 24/2017), la prescrizione è un istituto di diritto sostanziale, le norme più sfavorevoli all’imputato introdotte dopo la commissione del reato non possono retroagire, vale a dire: essa (la disposizione più severa) si applica solo con riferimento ai reati commessi dopo l’entrata in vigore della legge che la regola (o, nel nostro caso, la modifica). Se, viceversa, fosse (ma non è) un istituto di diritto processuale, sarebbe applicabile la normativa in vigore nel momento in cui si svolge il processo e, dunque, non avrebbe rilievo il momento in cui il reato è stato commesso (tempus delicti), ma il momento in cui chi è accusato di averlo commesso viene giudicato (tempus regit actum).

Sembra complicato, ma non è così.

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UN PAPA CHE TEME DI PERDERE IL GREGGE

di marco marzano

Qualche giorno fa aveva raccomandato ai preti di star vicino ai malati, di visitare le loro case e di portar loro la comunione. Tre giorni fa ha detto ai vescovi, in riferimento alla decisione che molti di loro avevano preso, seguendo un suggerimento della Cei, di serrare le porte delle proprie chiese, che “le misure drastiche non sempre sono buone ”e contemporaneamente aveva deciso di riaprire quella della diocesi della capitale. Il papa pare insomma desideroso di evitare che il clero smobiliti in una situazione di emergenza come questa. La destra ha subito esultato e anche un cattolico influente come Enzo Bianchi (intervistato ieri l’altro dal nostro giornale) ha applaudito immediatamente e con entusiasmo le parole del pontefice.

QUALI SONO le ragioni di un comportamento che spinge la Chiesa Cattolica a remare in direzione oggettivamente contraria rispetto all’Italia, al Paese da una settimana obbediente alle indicazioni che provengono dalle autorità pubbliche e barricato in casa? Io ne vedo almeno due.

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USCITO IL N. 60 DI “NONMOLLARE” – SCARICABILE GRATIS QUI E ANCHE SU ILFATTOQUOTIDIANO.IT

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Sommario
editoriale
5. riccardo mastrorillo, un approccio ecologico alle emergenze
la biscondola
6. paolo bagnoli, i “capiscioni” smemorati
res publica
8. antonio caputo, le gravi responsabilità di chi ha gestito la sanità
nota quacchera
10. gianmarco pondrano altavilla, salviamo i corpi
lo spaccio delle idee
13. valerio pocar, liberali o liberisti?
15. paolo fai, maxima politica
16. comitato di direzione
17. hanno collaborato
6. bêtise d’oro
8-9-11-14. bêtise  

LETTERA DI UN MEDICO ALLA POLITICA

Ai Politici Italiani, che, dopo aver insultato all’inizio di questa emergenza i Medici di Codogno accusandoli ingiustamente di non aver rispettato i protocolli governativi, ora non sanno fare altro che ripetere “Ringraziamo i medici e gli infermieri, veri eroi di questo momento”, vorrei dire: “Risparmiateci tutte le vostre cazzate, che non sapendo Voi più cosa fare, fate oggi uscire a ruota libera dalle vostre bocche. Adesso, dopo anni di politica sanitaria incosciente, vi accorgete che mancano posti letto? che mancano i macchinari? che manca il personale sanitario e parasanitario ? …… Ma siete davvero degli Statisti educati nelle più prestigiose Università del mondo! Avete rovinato il Sistema Sanitario Italiano, introducendo criteri di selezione che poco avevano a che fare con il merito e le capacità. Aggrappandovi alle proclamate esigenze di ridurre il debito pubblico (che è continuato invece ad aumentare !), avete tagliato i posti letto, chiuso reparti, bloccato le assunzioni.

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LA DEMOCRAZIA AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

di riccardo mastrorillo

Rigorosamente chiusi nelle nostre case, nel rispetto assoluto delle disposizioni dell’autorità e prima ancora del buon senso, non possiamo esimerci da alcune considerazioni di principio, e quindi di sostanza, sull’attività del Governo.

In questi giorni abbiamo apprezzato la coscienziosa serietà del Governo nell’affrontare un’emergenza finora mai accaduta, e soprattutto l’attento uso proporzionale e prudente delle norme di riduzione, via via sempre più drastica, della libertà dei cittadini, al fine di garantire il più possibile un efficace e soprattutto sufficiente assistenza sanitaria per tutti. Continua la lettura di LA DEMOCRAZIA AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

LA DISCRASIA

Le disgrazie non vengono mai sole. Adesso al Coronavirus si aggiunge lentamente ma inesorabilmente un nostalgica smemoratezza del ventennio di Arcore.

Ritorneranno i tacchi col rialzo, le cene eleganti, gli stallieri assassini e mafiosi, le prescrizioni a raffica, gli indulti, le amnistie, i condoni, le leggi ad personam, Raiset. Si scorgono i primi passi. “Libero” è passato dalle scurrilità quotidiane al “qui lo dico e qui lo nego” d’ogni giorno pur di seguire nelle sue giravolte vorticose il nuovo vero padrone, persino l’ex Agente Betulla già da qualche tempo ha ripreso a far finta d’essere un giornalista e dà lezioni di diritto, si arriverà a rimpiangere l’occasione perduta di avere Previti ministro della giustizia, lui sì che se ne intendeva di giudici e testimoni… E non mancheranno storici che ricostruiranno le gesta memorabili che portarono al compimento  della “rivoluzione liberale” nel nostro paese. Si affolleranno i testimoni di quel glorioso periodo. La più autorevole ha già esternato. Marta Fascina, 30enne sicuramente la nipote più piccola di Mubarak, eletta deputata di Forza Italia a furor di popolo (come si addice a un partito populista), ha dichiarato: «In uno dei periodi più bui per la nostra nazione, alle prese con un nemico invisibile e per questo ancora più pericoloso e infame non ci si può esimere dal rappresentare le evidenti discrasie tra il modus operandi, in un contesto emergenziale, dell’attuale premier Giuseppe Conte e quello dell’ultimo capo di governo democraticamente scelto ed eletto dagli italiani, il nostro Presidente Silvio Berlusconi». Finalmente, come è necessario in uno stato liberale, abbiamo un’opposizione seria, Marta Fascina.

ANALISI DEI DECESSI DA COVID-19 IN ITALIA E IN CINA

di roberto vacca, 20 marzo 2020

Le malattie infettive si diffondono dapprima lentamente. Quando il numero dei contagiati cresce, accelera sempre più fino a sembrare esponenziale – ma poi comincia a decrescere il numero dei contagiabili. La pendenza delle curve del numero totale dei contagiati e di quello dei morti, che cresceva gradualmente, diminuisce fino ad annullarsi: il numero raggiunge un valore massimo costante A, detto asintoto. Non muore più nessuno: l’epidemia è finita. È più significativo considerare il numero dei decessi [supponendo che i certificati di morte siano giusti]: infatti i numeri dei contagi dipendono da quanti tamponi si fanno.
Trovò le equazioni che descrivono questi processi, nel 1930, il fisico Vito Volterra [1]. Queste definiscono le curve logistiche a S – il diagramma seguente rappresenta i decessi da corona virus in Cina.

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INCOSCIENTI, CHE STIAMO ASPETTANDO?

«IL PAPA PREGA IL CROCIFISSO CHE CI SALVÒ DALLA PESTE». Cosi “Il Tempo” di Roma, ma anche i telegiornali pubblici. Fa piacere vedere che il main-stream clericale non ha dubbi.  I superstiziosi non conoscono il condizionale. Ma non capisco cosa stiamo aspettando? Il picco del numero dei morti? Conte faccia subito un decreto legge per sospendere la quarantena che tanti danni fa all’economia, faccia tornare a casa medici e infermieri, le forze dell’ordine si riposino, le borse crescano, non spendiamo quattrini per la ricerca su un vaccino inutile o per nuovi ospedali: abbiamo sotto gli occhi la soluzione. Fa rabbia che non ci abbiano pensato prima. Il Papa, diciamoci la verità, dovrebbe fare meglio e più tempestivamente il suo lavoro. Ha tra le mani chi “ci salvò dalla peste” e perde tempo. Basta che Bertolaso col crocifisso miracoloso  giri per alcune ore per le strade e ospedali di Bergamo, tanto per fare un esempio, e come nel 1522,  il coronavirus sparirà in una sola giornata. Non vorrete pensare che chi “salvò dalla peste” i romani faccia la brutta figura di essere inefficace con un’influenzaccia qualsiasi…

la lepre marzolina – lunedì 16 marzo 2020