I luoghi di culto non si chiudono. Un appello

La rivista e Centro Studi Confronti promuove l’appello di docenti universitari e ricercatori per una  politica bipartisan a tutela della libertà religiosa

APPELLO:
Pochi giorni fa, dopo un lungo contenzioso politico e giudiziario, anche il terzo e unico centro islamico di Monfalcone ancora  aperto è stato chiuso. Coloro che lo frequentano sono essenzialmente immigrati di seconda generazione, tra di loro alcuni italiani e vari cittadini europei.

Questo caso si aggiunge ai precedenti, tutti fondati su  presunte violazioni di norme urbanistiche a fronte delle quali, tuttavia, non è stata proposta alcuna risoluzione pratica e sostenibile. 

Non entriamo nel merito della vicenda ma esprimiamo la viva preoccupazione relativa al punto che provvedimenti di chiusura del luoghi di culto ledono la libertà fondamentale della libera professione della “propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata”, garantita  dall’art. 19 della Costituzione italiana.

In questi anni, con le nostre ricerche e le nostre pubblicazioni abbiamo documentato l’importanza dei luoghi di culto comunitari che, oltre che spazi di raccoglimento e spiritualità, costituiscono, nell’assoluta maggioranza dei casi analizzati,  anche preziosi spazi di aggregazione, formazione e integrazione nel territorio circostante.

Chiudere un luogo di culto, senza cercare alternative anche temporanee e mediazioni utili a renderne l’apertura compatibile con ragionevoli norme urbanistiche e di sicurezza, è un atto discriminatorio nei confronti delle minoranze religiose che, da anni, chiedono regole chiare e criteri sostenibili per aprire o adattare i propri luoghi di culto.

Di fronte al pluralismo religioso che si è affermato anche in Italia, si avverte sempre di più  la mancanza di una norma generale in materia di libertà di culto, aggiornata ai tempi e ai principi costituzionali.  La lentezza con cui il Ministero dell’Interno gestisce i percorsi di riconoscimento giuridico degli Enti di culto aggrava questa situazione e, di fatto, preclude a molte confessioni religiosi la possibilità di un’Intesa ai sensi dell’art. 8 della Costituzione.

Segnaliamo quindi l’urgenza di provvedimenti legislativi idonei a riconoscere pienamente il pluralismo religioso e valorizzarlo nella prospettiva del dialogo interculturale, della coesione sociale, della difesa dell’ordine pubblico e della legalità, del contrasto a ogni forma di radicalismo e fondamentalismo.

Gli  studi, le ricerche e le buone pratiche realizzate in questi anni, anche in collaborazione con enti pubblici ed organi dello Stato, costituisce una risorsa pubblica da valorizzare anche nella sede del dibattito politico.

Nello spirito dei principi costituzionali che vincolano tutte le forze politiche, auspichiamo  che amministratori locali e decisori politici nazionali, superando la logica degli schieramenti contrapposti,  considerino la piena libertà religiosa come materia non divisiva ma come tema centrale che attesta la forza e la vitalità di una democrazia.

Tra i primi firmatari (in ordine alfabetico):  Luigi Alfieri, filosofo della politica, Università di Urbino; Francesco Alicino, giurista, LUM, Bari; Stefano Allievi, sociologo, Università di Padova, Maurizio Ambrosini, sociologo, Università di Milano; Antonio Autiero, teologo, Università di Münster (Germania); Enrico Biale, filosofo della politica, Università del Piemonte Orientale; Marco Bontempi, sociologo, Università di Firenze; Luca Castagna, storico, Università di Salerno Cristiana Cianitto, giurista, Università di Milano; Roberto Cipriani, sociologo Università di Roma III, presidente International Center for the Sociology of Religion; Pierluigi Consorti, giurista, Università di Pisa; Marco Dal Corso, teologo, Istituto Studi Ecumenici San Bernardino, Venezia; Massimo Di Gioacchino, storico, City University of New York; Donato Di Sanzo, storico dell’immigrazione, CNR e Università di Palermo; Valeria Fabretti, ricercatrice, Fondazione Bruno Kessler (Trento), Bernadette Fraioli, storica delle religioni, ricercatrice, Sapienza Università di Roma; Alessandro Ferrari, giurista, Università dell’Insubria; Maria Chiara Giorda, storica delle religioni, Università di Roma III; Gaetano Lettieri, storico del cristianesimo, prorettore Università Sapienza Roma; Gianfranco Macrì, giurista, direttore dip. Scienze Politiche, Università di Salerno; Luigi Manconi, sociologo dei Fenomeni politici; Enrica Martinelli, giurista, Università di Ferrara; Roberto Mazzola, giurista, Università del Piemonte Orientale; Carmine Napolitano, teologo, Facoltà pentecostale di Scienze religiose; Paolo Naso, politologo, Sapienza Università di Roma; Silvia Omenetto, geografa, Sapienza Università di Roma; Enzo Pace, sociologo, Università di Padova; Vincenzo Pacillo, giurista, Università di Modena e Reggio Emilia; Claudio Paravati, Centro Studi Confronti; Tonino Perna, sociologo, Università di Messina; Marinella Perroni, teologa, Pontificio Ateneo Sant’Anselmo; Lorenzo Raniero, fr., Preside istituto teologico San Bernardino, Venezia; Davide Romano, direttore Istituto Teologico Avventista; Mario Ricca, giurista, Università di Roma III; Alessandro Saggioro, storico delle religioni, Direttore dip. Saras, Sapienza Università di Roma; Brunetto Salvarani, teologo, Facoltà teologica dell’Emilia Romagna; Debora Spini, filosofa politica, Syracuse University of Florence; Ilaria Valenzi, giurista, dip. SARAS, Sapienza Università di Roma; Alessandra Vitullo, sociologa, sapienza Università di Roma; Lothar  Vogel, storico del cristianesimo, decano della Facoltà valdese di Teologia di Roma; Paolo Zanini, storico, Università di Milano.

Firma anche tu l’appello! 
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