UNA PROPOSTA

PER UNO 

“SPAZIO LIBERO”

per tutte le Associazioni Culturali, Fondazioni e Istituti dell’area liberalsocialista, liberale e democratica

Questo invito è trasmesso a tutte le organizzazioni, fondazioni, gruppi, associazioni, giornali, siti online, case editrici, con prevalenti interessi politico-culturali che si inscrivono in un’area liberale, azionista, liberalsocialista, socialista liberale, democratica, repubblicana e laica.

In una fase drammatica della nostra storia l’antipolitica ha sostituito la politica. Il ceto politico galleggia in un brodo di ignoranza, d’incapacità e di corruzione. In una totale dimenticanza che la caduta delle ideologie novecentesche, viste come sistemi onnicomprensivi, non significa affatto che la politica possa rinunciare a se stessa, ovvero al conflitto di ideali, interessi e valori politici contrapposti. Imperversano, così, cesarismo, populismo, trasformismo, qualunquismo e demagogia. Il tutto in una babele linguistica costruita non casualmente e non solo per ignoranza, in cui si è fatto perdere il significato delle parole per meglio far dimenticare e per meglio imbrogliare.

L’attuale situazione ci appare disperata. Ognuno può avanzare ipotesi sulle cause del declino del nostro paese che appare inarrestabile. Probabilmente esso si può far risalire al consociativismo congenito in pseudo culture fallite e all’affermarsi di interessi spartitori. Il risultato più doloroso è di fronte agli occhi di tutti: la sinistra è in stato confusionale e presenta un vuoto che sembra incolmabile.

Da decenni la sinistra italiana, proprio perché ridotta all’accordo del ceto politico post democristiano e post comunista, è stata incapace di contrapporre al becerume berlusconiano le regole dello stato di diritto  e le politiche della modernità. Fino al paradosso che il disfacimento politico-organizzativo della Destra ha coinciso con la vincente estensione del suo marciume alla Sinistra, ormai  – nella sua maggioranza – irriconoscibile e indistinguibile dalla Destra nei comportamenti, nei programmi, nella gestione del potere. Finora sta reggendo quel che resta della separazione dei poteri, non a caso la maggioranza delle riforme e dei tentativi di accentramento voluti dal centrosinistra sono stati smantellati dalla Corte costituzionale. E, quando sono stati consultati, dai cittadini.

Una parte assai vasta della responsabilità di questa situazione dobbiamo purtroppo accreditarla alla mancanza di una politica laico-azionista. Suicidatisi in occasione della fine della Prima repubblica, i maggiorenti dell’area laica o non sono riusciti a elaborare il lutto per la scomparsa degli antichi leader, o hanno tradito ogni loro valore e da impudenti trasformisti si sono gettati nelle braccia della Destra più illiberale e si sono venduti per qualche poltrona. Lasciando così un vuoto incolmabile. In termini politici, sociali e culturali.

Chi è convinto che l’attuale declino non può essere ribaltato se non riproponendo in forme rinnovate e senza il personale logorato del passato prossimo, le idee di una sinistra democratica, ha il dovere di adoperarsi per la costruzione di una nuova aggregazione politica. “Programma vasto”, si direbbe.

Ma NON è questo il compito dell’iniziativa che vi proponiamo. Il nostro obiettivo è più limitato ma non meno ambizioso, e nasce dalla convinzione che la politica è guscio vuoto se non ha anche alle sue spalle un laboratorio plurale di idee e di analisi, nonché una memoria storica. Per questo motivo crediamo che nell’attuale deserto culturale molti soggetti che resistono e si danno da fare per costruire e mantenere questo retroterra di sinistra laica debbano valutare la possibilità di realizzare una Consulta che, nel rispetto assoluto della libertà e delle specifiche “missioni” che ciascuna realtà si è scelte, sappia valorizzare e mettere in rete ogni singolo sforzo in modo da moltiplicarne gli esiti, la presenza, la visibilità, l’efficacia. Ed anche organizzare eventi in comune. La storia c’insegna che la spinta alla collaborazione e all’unitarietà  non è propria degli usi e costumi della nostra area, che proprio per questo troppo sovente si è condannata all’ emarginazione e all’irrilevanza. Cominciamo a rovesciare questa tendenza.

Si prega di comunicare la partecipazione a info@criticaliberale.it indicando quale  soggetto si rappresenta, e di voler estendere liberamente questo invito a tutte le realtà che si ritiene possano essere coinvolti nell’iniziativa

 

 

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