di franco pelella
Caro direttore, il modo con il quale gli aderenti al M5S stanno reagendo alle critiche espresse al curriculum del professor Conte è significativo dell’atteggiamento che essi hanno nei confronti dei loro avversari politici. La loro convinzione è che chi li critica è automaticamente un sostenitore di Renzi e del Partito Democratico, uno che non avrebbe espresso mai dubbi nei confronti dei governi Renzi e Gentiloni. Essi, accecati dal loro fanatismo, non prendono in considerazione l’idea che chi oggi critica il nuovo governo e i partiti che lo compongono può aver espresso in passato numerose perplessità nei confronti di coloro che oggi sono avversari politici del M5S.
Essi non sanno che la sinistra è una galassia molto vasta, composta dai sostenitori di Renzi e della maggioranza del Pd, ma che anche dagli oppositori di Renzi all’interno del Pd, da chi ha votato Liberi e Uguali, Servire il Popolo o anche lo stesso M5S, ma soprattutto da numerosi scettici che si sono rifugiati nell’astensionismo. E’ preoccupante questo loro fanatismo perché, accoppiato con gli schemi preconcetti con i quali ragionano anche i leghisti, può preparare tempi molto duri per l’Italia.
A me piacerebbe che ogni partito parlasse della bontà dei suoi programmi, di ciò che vuol fare per migliorare la qualità della vita dei cittadini italiani e stranieri che vivono in Italia. Invece noto che spesso i segretari e i presidenti di partito, i responsabili e i politici tutti, operano una sorta di distrazione di massa, puntando il dito indice contro ciò che per loro sono i difetti degli avversari, mostrando così di non avere idee positive. Un po’ come nel gioco del calcio: c’è chi attacca e fa gioco, e chi si difende perché non ha idea di quale gioco fare.