di riccardo mastrorillo
Il 15 marzo scorso, seguendo l’esempio di Germania e Francia, il Presidente del Consiglio Mario Draghi, ha disposto la sospensione prudenziale della somministrazione del vaccino Astrazeneca. Non dubitiamo delle ragioni della scelta, rimandiamo, per un attenta analisi delle motivazioni , ad un approfondito articolo pubblicato da “Internazionale” https://www.internazionale.it/notizie/assma-maad/2021/03/16/domande-sospensione-vaccino-astrazeneca, e non accettiamo le solite ricostruzioni complottiste, che insinuano farneticanti strategie geopolitiche, ma non possiamo fare a meno di registrare la modalità, classica italiota, nella comunicazione dell’importante decisione. Per tutta la giornata del 15 si sono susseguite notizie contraddittorie, riguardanti la sospenzione delle somministrazioni, al punto che il Ministero dell’Interno nel primo pomeriggio ha pubblicato sul suo sito una secca smentita, rimasta on line ben oltre l’annuncio ufficiale di Palazzo Chigi e dell’AIFA, della decisione di sospendere. Subito ci sono tornate in mente le, giustamente criticate, confuse informazioni, cui ci aveva abituato il governo Conte, una fra tutte la chiusura delle scuole lo scorso anno, annunciata di sera, preceduta da secche e infastidite smentite, durante tutto il pomeriggio, della Ministra della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina. Aggiungiamo ai commenti la consapevolezza, ragionevole, che ogni vaccino, storicamente, ha prodotto casi estremi di controindicazioni pericolose, riportiamo, a titolo di esempio, quanto scrive l’Istituto Superiore di Sanità, riguardo al vaccino contro il vaiolo: «In reazione alla vaccinazione possono comparire febbre, mal di testa e irritazioni su tutto il corpo. In qualche caso però si manifestano complicazioni gravi che possono arrivare fino alla morte. In passato, circa 1000 persone ogni milione di vaccinati per la prima volta presentavano qualche tipo di reazione al vaccino, come allergie o sintomi di tossicità, o, in qualche caso, una diffusione del virus in tutto l’organismo. Nella maggioranza dei casi non si trattava di condizioni a rischio elevato. Le persone con maggiori probabilità di effetti avversi sono quelle che hanno diverse malattie della pelle (eczemi, dermatiti) o quelle con sistemi immunitari indeboliti (chi ha ricevuto un trapianto, chi sta subendo un trattamento per il cancro, i sieropositivi, i malati di cuore). In tempi più recenti si stanno studiando le correlazioni, verificate in qualche caso, tra la somministrazione del vaccino e l’emergenza di problemi cardiaci (attacchi di cuore e angina). Negli anni ’60 e ’70, quando la vaccinazione era in uso, furono riportati rari casi di infiammazione cardiaca. »
Crediamo che la ragione forse avrebbe dovuto prevalere, in tutta Europa, sull’emotività e la paura di perdere consenso, sappiamo tutti la rapidità con cui tutti questi vaccini sono stati autorizzati, ma si sapeva, fin dall’inizio che solo una vaccinazione di massa può ridurre significativamente il numero di morti e farci tornare, prima possibile, ad una vita normale.
Un’altra sgradevole sopresa ce l’ha riservata il decreto “sostegno”, all’interno del quale, a detta dello stesso Draghi, è inserito l’ennesimo condono fiscale. Ad onor del vero si è trattato di un provvedimento molto prudente, riservato sostanzialmente alle cartelle esattoriali affidate all’agente della riscossione tra il 2000 e il 2010 e solo per coloro che hanno un reddito annuo inferiore a 30.000, quindi, sostanzialmente si tratta di crediti quasi inesigibili, ma resta il fatto di principio: l’ennesimo condono. Non entriamo nel merito del provvedimento, ne comprendiamo il senso, come siamo assolutamente daccordo sulla sospensione delle riscossioni, fino al perdurare della pandemia, ma ribadiamo e insistiamo sulla questione di principio: lo schiaffo ripetuto verso i contribuenti onesti e solerti che hanno pagato e il premio ai furbetti o comunque a coloro che non hanno compiuto il loro dovere. Potrebbe avere un senso promuovere un condono in presenza di una reale ed effettiva riforma fiscale e delle relative normative sanzionatorie, che Draghi avrebbe promesso comunque. Sarebbe stato corretto, vista la condivisibile sospensione dell’esecuzione del recupero crediti, che il condono fosse il corollario di quella riforma, e non l’anticipasse, riproponendo per l’ennesima volta uno sconto a chi non ha pagato. Anche in questo Draghi ha deluso l’aspettativa di essere diverso dai politici abituali. Non ci siamo uniti al coro servile di coloro che hanno salutato l’arrivo di Draghi come un salvatore della patria, dei tanti che preannunciavano una rottura netta con il passato, un cambio repentino rispetto alle dinamiche dei politicanti, attenti più al consenso che al bene del paese; per noi che crediamo Draghi un “uomo”, come noi, la delusione è indubbiamente minore: il dubbio è che i tanti idealisti non si siano nemmeno accorti di questi due grossi errori. Non avendo aspettative eccessive, noi possiamo continuare a sperare, ma manterremo integro il nostro spirito critico e la nostra vigile attenzione.