L’ITALIA LUNAPARK

di enzo marzo

1. Un sospiro di sollievo. Anzi, qualcosa di più di un sospiro di sollievo.

Nell’Italia Lunapark siamo usciti miracolosamente dal Tunnel dell’Orrore. Non si può ragionare sulla vicenda presidenziale senza ricordare e dare la priorità a questo dato psicologico e di fatto.

Entrino, entrino signori. Saliti sul carrello traballante abbiamo imboccato un lunghissimo corridoio di molte settimane in cui ha aleggiato concretamente il Pregiudicato e i suoi fantasmi. Con l’appoggio dichiarato della maggioranza parlamentare meno una manciata di voti. Una bazzecola per chi, i deputati, se li può anche comprare. Il rischio di un’Italia rappresentata da un truffatore dello stato drizzava i capelli in testa. Anche perché era da rabbrividire l’acquiescenza dell’intera destra nonché il mancato scandalizzarsi degli organi di disinformazione. In più, di contorno, c’era la grancassa dei pennivendoli, degli slurpisti di professione, persino degli ex estremisti di sinistra che intonavano le laudi per lo Statista di Arcore ed esortavano gli italiani a essere «riconoscenti» e a «chiedere scusa» al loro Padrone e alla sua combriccola di collusi con la mafia, di corruttori di giudici, testimoni, avvocati ecc. per aver osato uscire dal coro quando si andava compiendo lo sterminio di ogni etica pubblica nel nostro paese.

Non era fantasia perversa solo per impaurire i bambini, è stato un tragico rischio reale.

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STRAPPO UMILIANTE – GIORNALISMO DI STRADA

1.”Il Presidente della Repubblica dura in carica 7 anni e non è rieleggibile”.
Nella volontà della seconda Sottocommissione della Costituente, incaricata di redigere la parte relativa all’ordinamento costituzionale dello Stato, la possibilità di rielezione del Presidente della Repubblica veniva espressamente esclusa. Continua la lettura di STRAPPO UMILIANTE – GIORNALISMO DI STRADA

QUANDO “REPUBBLICA” COPIA…

di valerio boni
escluṡiva s. f. [femm. sostantivato di esclusivo]… Godimento di un diritto da cui ogni altro è escluso… Con sign. più ampio, avere l’e. di una notizia, da parte di un giornale, e pubblicare una notizia in esclusiva, pubblicarla attingendo a proprie fonti particolari alle quali gli altri quotidiani o periodici non possono attingere; analogam., concedere un’intervista in e.; pubblicare in e. le fotografie della cerimonia. Questa è, in sintesi, la definizione del sostantivo esclusiva, secondo l’autorevole enciclopedia Treccani.

Non si tratta di un vocabolo arcaico o di un termine che lascia dubbi sul significato, è una parola di uso quotidiano, che l’enciclopedia chiarisce nel dettaglio, indicando tra gli altri un esempio legato al nostro lavoro. Avere l’esclusiva significa dimostrare di saper svolgere il proprio lavoro, anticipando gli altri con notizie e immagini in grado di colpire il lettore e fare la differenza.

La ricerca dell’esclusiva porta talvolta alla ridicolizzazione del termine, usato spesso per definire sconvolgente una notizia che tale non è, come l’ultimo diverbio all’interno della casa del Grande Fratello. Ma la conquista dello scoop a tutti i costi è una brutta malattia, che passa attraverso il saccheggio indiscriminato di quanto il web può offrire, vale a dire molto, a patto di saper distinguere tra perle e spazzatura.
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LA PROVINCIA SCRIVE IN INGLESE

di tebando di navarra

Si usano termini italiani per disprezzare e inglese – latino per nobilitare. Frasi dialettali per romper la monotonia, ma il giornalismo italiano oltretutto dei più bravi come Carlo Bonini rischia di cadere nell’incomunicabilità col lettore.

Repubblica 31 gennaio 2022. Titolo “Il caso Belloni…”

Elenco parole inglesi e latine citate.

La prima è intelligence per nobilitare Elisabetta Belloni. Nei giorni dell’elezione la parola era servizi segreti che richiamava torbide trame del passato. Intelligence invece evocherebbe l’abilità dell’intelletto. Paradossalmente “intelligenza col nemico” si usa nei casi di tradimento della patria.

Casting, talent, interna corporis, civil servant, leader, milieu, cyber security.

Fin qui significati che si intuiscono. Poi arriva la parola che spiazza. Self-restraint. Poi bipartisan una passeggiata tra provoloni e caciotte.

Check and balance. Qui l’autore prova a tradurre. Una strategia per allungare il brodo. Non è una critica. Bonini scrive meglio di altri colleghi che soffrono di labirintite anglofona, ma possibile che non si riesca a comunicare meglio col lettore che conosce in media 400 parole di italiano e va in corto circuito con esiziale e resilienza? Siamo dei gran provinciali.

USCITA LA NEWSLETTER N. 01/2022 DI ITALIALAICA

Il sito dei laici italiani vi segnala:

Editoriale
IPOCRISIA ED EGEMONIA
Enzo Marzo 26.01.2022

Non è colpa nostra, ma tocca ripeterci, portando qui e là delle variazioni sul tema. Ma la debolezza estrema dei laici in questa fase storica è davvero preoccupante. Bisogna davvero svegliarci. Da una parte, il papato di Francesco ha addormentato ogni discussione sui problemi attinenti la… 


Editoriale
QUANTITÀ E QUALITÀ, A PROPOSITO DI RELIGIONE

Attilio Tempestini 24.01.2022

Nella dichiarazione con cui un portavoce, della Commissione europea, aveva commentato le Linee guida per una comunicazione inclusiva -e di cui ho riportato un brano nel mio ultimo intervento su Italialaica- compare altresì un interessante quadro statistico: «Circa il 44% degli europei è… Continua la lettura di USCITA LA NEWSLETTER N. 01/2022 DI ITALIALAICA

PIPPONE SULLA RIELEZIONE DI MATTARELLA AL QUIRINALE

di luca fidia pardini*  (preso da facebook)

Scrivo questo ragionamento principalmente per sfogarmi. Nel 2013 ci è toccato assistere ad una bassissima pagina di politica, con il Partito Democratico che ha impallinato prima un suo iscritto (Stefano Rodotà) poi il suo unico leader vincente a livello nazionale (Romano Prodi), per arrivare alla rielezione di Giorgio Napolitano. Un preciso disegno, ben architettato, per evitare quello che sarebbe stato il primo governo non democristiano (almeno non in maggioranza) tra centrosinistra e MoVimento 5 Stelle. Continua la lettura di PIPPONE SULLA RIELEZIONE DI MATTARELLA AL QUIRINALE

APPELLO AI GRANDI ELETTORI

il ruolo che la Costituzione ti ha assegnato, è un onore e onere individuale, non esiste nessun vincolo di gruppo, di partito, di fede, ma è la tua volontà che, sommata a quella degli altri Grandi Elettori formerà, attraverso le ripetute votazioni, una maggioranza sufficiente ad eleggere il Presidente della Repubblica.

Alcuni personaggi, in questi giorni stanno “trattando” tra di loro come se il tuo voto, su loro indicazione, sia scontato, se non doveroso.

Questa procedura non è quella pensata dai padri costituenti: votare scheda bianca, finchè qualcuno non vi dirà su quale nome è stato fatto l’accordo, non è un metodo intelligente, sopratutto in questo caso dove, nessuna “coalizione” potrebbe vantare una maggioranza.

Vi imploriamo quindi di iniziare a votare: votate la persona che ritenete più indicata come Presidente della Repubblica, osservate lo scrutinio e, nel caso qualcuno, votato da altri, dovesse incontrare il vostro gradimento, alla votazione successiva votatelo anche voi. Di voto in voto si formerà una maggioranza trasversale, unica vera garanzia di scelta del migliore.

Questo è lo spirito della Costituzione: PRATICATELO!

TRAGICI ‘SCHERZI A PARTE’

di La lepre marzolina

Martedì 25 gennaio. Ore 10,15.

Ieri lunedì è stata la giornata tra le più nefaste della storia repubblicana. Draghi, con le sue consultazioni, ha ufficializzato la discesa in campo, già di fatto preannunciata a dicembre. (Non è un caso che persino i più prezzolati dei suoi sostenitori – Gedi & company – riconoscono che l’azione di governo degli ultimi due mesi si è molto indebolita).

Con la mossa assai azzardata della candidatura ha dimostrato tutta la sua incapacità politica ed ha manifestato la sua totale irresponsabilità.

Il quadro generale era già inquietante: impazzimento generale, partiti spappolati, leader afoni o incapaci di fare alcuna proposta credibile o mutanti idea tre volte nella stessa giornata, in una situazione generale di pandemia, malessere sociale che non può che crescere, lavoro precario alle stelle, economia che il governo pensa di poter risollevare solo con la pioggia di bonus, necessità comunque di sfruttare al meglio i soldi europei, situazione internazionale che precipita in una crisi cosi acuta e così vicina da mettere paura. E ricordiamoci che noi abbiamo le destre, forse maggioritarie, che trafficano materialmente e ideologicamente con Putin. Il tutto sotto agli occhi di intere generazioni allo sbando destinate a un futuro assai incerto.

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GUZZANTI, IL MARATONETA DELLO SLURP

di enzo marzo

Paolo Guzzanti dovrebbe essere onorato come inarrivabile Maestro da tutti i giornalisti italiani. E portato ad esempio ai giovani che vogliono intraprendere questa professione sempre più amata dagli italiani. Per settimane è stato in prima fila delle frotte di giornalisti prezzolati da Berlusconi, scrivendo un pezzo al giorno per dimostrare quanto gli italiani fossero fortunati giacché uno statista come Berlusconi, di specchiata moralità e di inenarrabile sagacia politica (dopo tutto chi è lo statista che ha chiuso la “guerra fredda” se non lui?, lo sanno tutti, dopo averlo letto sul “Corriere della sera”), aveva deciso di ascendere al Supremo Colle. Non c’è stato superlativo assoluto che il Maestro non abbia sciorinato, non c’è stata metafora ardita che non abbia cesellato, non c’è stato artificio retorico di cui non abbia approfittato. Tutte le arti del mestiere (più antico del mondo?) sono state messe in campo per l’elogio quotidiano. E oltre a tutte queste abilità, davvero ammirevoli sono state una costanza e una dedizione che non possono venire che da un amore travagliato ma vero. Ha persino viaggiato per l’Europa per strappare interviste incensatorie. Non ha fatto mancare dichiarati o sottintesi rimbrotti per quegli italiani che, ingrati, non mostravano il loro entusiasmo per la fortuna che gli sarebbe piovuta addosso e non si dimostravano riconoscenti per tutto il bene che lo Statista ha dispensato per decenni nel bel Paese. Solo uno poteva fargli concorrenza in piaggeria, e gliel’ha fatta: l’uomo di Bertinotti, Piero Sansonetti, ma in verità non c’è stata gara. L’ex rifondarolo non è secondo a nessuno in sfacciataggine, ma non ha lo stile suadente di Guzzanti. Il quale, tra l’altro, è stato costretto a un ulteriore sforzo quotidiano per superare la contrarietà del suo Direttore, restio a pubblicare articoli cosi ancora non sufficientemente celebrativi del comune Padrone.

Potete quindi immaginare la profonda delusione del “maratoneta dello slurp”

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