Si sta affacciando un nuovo concetto ossimorico di dialogo. Dall’Appendino ai manifestanti a Torino (come prima da altri del governo gialloverde ai commissari europei) il refrain è stato: “siamo aperti al dialogo”. Senonché subito dopo si scopre che si tratta di ribadire che il loro punto di vista, o la loro decisione, non si tocca . Guido Calogero, grande cultore liberalsocialista della filosofia del dialogo (inteso come scambio tra diversi e anche opposti capace di generare nuove soluzioni nemmeno immaginate al tempo dello scontro) inorridirebbe . Nel tempo di hasthag e social cresce la litania isterica delle tifoserie più o meno in buona fede. All’uomo della strada resta l’amaro retrogusto di una presa per i fondelli. O se preferite per il cu..o