di giuseppe civati
«Salvini dice che il suo modello non sono gli Stati Uniti di Trump: ha ragione, il suo modello è l’Alabama degli anni Sessanta, con aggiunta di citazioni fasciste, di falsità’ a ogni occasione, accompagnate da parole che vengono dalle stagioni più buie della storia italiana recente. Chiediamo alle opposizioni di portare in Parlamento una discussione che non è più rinviabile, sul ruolo e sull’operato del ministro della propaganda. Tutto è legato al colore della pelle, all’insegna del razzismo più schifoso e la vicenda di Daisy Osakue, atleta della Nazionale, lo dimostra fino all’estremo.
Che Conte e Di Maio non abbiano nulla da dire non stupisce: il cinismo finora ha portato loro fortuna. Ma almeno ci risparmino le cialtronerie: non siamo noi a voler attaccare Salvini, come ha dichiarato il suo collega, è Salvini a attaccare a ogni occasione tutti i suoi nemici e altri, che si sentono coperti politicamente, a fare il resto. ‘Legge e ordine’, dicono. Proprio ciò che questo governo non riesce a tutelare».
*Giuseppe Civati, fondatore di Possibile