L’IPOCRISIA RENZIANA

La corrente renziana, per bocca di Ceccanti consacra la candidatura di Minniti alla segreteria del Pd: «Salva la verifica sulla sua piattaforma programmatica e salve eventuali altre candidature al momento ignote, quella di Marco Minniti mi sembra la prima tra quelle già note che sia al tempo stesso consistente (in coerenza con quel doppio ruolo interno ed esterno) e innovativa (capace cioè di una discontinuità che non ci riporti indietro)».Non capiamo: i renziani più ortodossi sollecitano la discontinuità col passato?

Perché? Desiderare la discontinuità con sé stessi è patetico. C’è stato forse qualcosa di sbagliato nella loro gestione degli ultimi anni? Non è che alludono ad alcuni minimi sbagli in Renzi e al partito ridotto a lumicino? Siamo al trionfo del politichese più indecente. Se è necessaria una politica innovativa, capace di discontinuità, la prima cosa da fare è riconoscere gli errori fatti, smetterla di difendere punto per punto le politiche bocciate già dall’elettorato, mettersi davvero da parte e non imbellettare il passato, peraltro con un personaggio di lunghissimo corso che già faceva danni nell’èra dalemiana… E poi quel «salva la verifica sulla sua piattaforma programmatica», come se sia un’appendice secondaria, rispetto all’indicazione del nome del Segretario, è davvero agghiacciante.

Un commento su “L’IPOCRISIA RENZIANA”

  1. E in più: il linguaggio ridicolmente burocratico e involuto è il primo segnale della perfetta continuità con il passato. La “piattaforma programmatica” poi è l’espressione perfetta del non sapere cosa fare e non saperlo comunque fare. Aria fritta oggi più di ieri, meno di domani.

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