[EUROPATODAY]
Steve Bannon è stato formalmente incriminato per frode dalla procura federale di New York. Lo riferiscono diversi media statunitensi, i quali precisano che lo stratega politico di Donald Trump, già consulente della Casa Bianca, è stato arrestato e comparirà di fronte al giudice in giornata. Secondo l’agenzia Adnkronos, Bannon è accusato assieme ad altre tre persone di essersi appropriato di centinaia di migliaia di dollari raccolti dalla campagna online “We build the wall” per costruire un muro al confine degli Stati Uniti.
Le accuse
Secondo il procuratore Audrey Strauss, Bannon e altre tre persone – Brian Kolfage, Andrew Badolato e Timothy Shea – “hanno defraudato centinaia di migliaia di donatori, approfittando del loro interesse a finanziare un muro di confine, con il falso pretesto che tutto il denaro sarebbe stato usato per la costruzione”. Tutti e quattro sono stati arrestati con l’accusa di cospirazione per frode informatica e associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro. Ciascuna delle accuse negli Stati Uniti può comportare pene massime fino a 20 anni
Le amicizie in Italia
Oltre all’attivismo politico pro-Trump negli Stati Uniti, Bannon ha contribuito a fondare l’associazione internazionale The Movement per promuovere il nazionalismo economico e le idee di destra radicale. Bannon vanta infatti una rete di amicizie e interlocuzioni politiche anche a livello europeo, come testimoniato dai contatti con il Rassemblement National di Marine Le Pen, e in Italia con la Lega di Matteo Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Secondo il sito d’informazione Politico.eu, lo stratega oggi agli arresti avrebbe incontrato nel 2018 l’attuale ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Il ruolo nella nascita del Governo gialloverde
Alla nascita del Governo ‘gialloverde’ sostenuto da Lega e Movimento 5 stelle, Bannon si vantò in un’intervista al New York Times di aver avuto un ruolo fondamentale nel convincere Salvini a formare l’alleanza con il M5s. E in effetti l’11 marzo, una settimana dopo le ultime elezioni politiche, Bannon chiese a Lega e M5s di formare una maggioranza parlamentare. “Siete i primi a poter davvero rompere il paradigma sinistra-destra”, avrebbe detto ai suoi interlocutori, come raccontò il New York Times. “Potete mostrare che il populismo è il nuovo principio organizzatore”.
Che fine hanno fatto i soldi per il muro?
La raccolta fondi “We Build the Wall”, per la quale Bannon ora si trova agli arresti, è stata lanciata come campagna GoFundMe alla fine del 2018, con l’obiettivo di raccogliere direttamente dal pubblico il denaro necessario per costruire un muro anti-migranti alla frontiera con il Messico, malgrado l’opposizione del Congresso a quella che era una delle maggior promesse elettorali del presidente americano Donald Trump. Secondo la procura, scrive il sito The Hill, la campagna online ha raccolto oltre 25 milioni di dollari. I fondi sono stati poi usati in maniera “non conforme” a quanto dichiarato pubblicamente. Bannon, nello specifico, avrebbe intascato più di un milione di dollari tramite una organizzazione no profit da lui controllata. I quattro avrebbero trasferito il denaro raccolto verso l’organizzazione no profit e poi verso un società fantasma, grazie a fatture false.