«HA RAGIONE IL GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA – IMPORTANTE È DISOBBEDIRE»
Così “Libero” di oggi 9 dicembre. Titolo a tutta pagina in “prima”. Articolo firmato “Filippo Facci”. Così il giornale più negazionista e salviniano d’Italia continua la sua campagna scellerata, circondato da montagne di morti. Che Attilio Fontana sostenga questa tesi è quasi ovvio. Disobbedire alle leggi per lui è cosa abitudinaria. (Vedi le vicende giudiziarie di Attilio Fontana riportate qui sotto da Wikipedia), per lui è normale tenersi milioni in Svizzera, dando così un bell’esempio sia ai Lombardi sia agli evasori di tutto il nostro Bel Paese. Ugualmente, per questa ineffabile caricatura di politico è normale che la Regione che presiede dia appalti a sua moglie e a suo cognato. Ovviamente la colpa è dei Lombardi che lo hanno votato e dei partiti che lo sostengono ancora nonostante la sua palese indegnità. Non è bastata loro la lezione di aver eletto precedentemente persino uno come Formigoni. Ma ora si esagera. Il caro Attilio non può continuare a fare danni in un momento di acuta crisi come l’attuale.
Fontana, da tempo, avrebbe dovuto dimettersi in silenzio e cospargersi il capo di cenere per le sue responsabilità nella gestione del COVID che, con la collaborazione dell’Assessore alla Sanità, Gallera, è stata la più catastrofica del paese. E invece ancora ha coraggio di parlare e incitare i cittadini a “disobbedire” a norme di prudenza. Con la complicità di un giornalista, Filippo Facci, che non dovrebbe più radersi la mattina per non correre il rischio di vedere allo specchio il viso di un cialtrone che in piena prima pandemia (12 aprile 2020, ripeto 12 aprile, il giorno in cui scriveva c’erano stati 273 morti solo in Lombardia), raggiunse il massimo del cinismo incosciente e mascalzone scrivendo sempre sul suo giornale spazzatura «Adesso basta, spezzo le catene, domani me ne vado al mare. Uscirò liberamente e sfacciatamente per le strade del mio Paese, e lo farò in spregio a un governo indegno e cialtrone che si illude di poter giocare a tempo indeterminato con le mie libertà individuali». Uno che scrive su “Libero” ne ha ben altre di catene.
P.S.: In margine, noto che davvero la politica è finita nella regione Lombardia. Ma è mai possibile che cialtronate del genere, così rovinose e demagogiche, non spingano a Milano dieci persone (o anche una) ad andare davanti a “Libero” o davanti al Pirellone per protestare civilmente con dei cartelli contro titoli di giornale o prediche presidenziali così pericolose? La reazione potrebbe essere organizzata dal Pd o dal M5s. Ma è utopico aspettarselo: sono solo due scheletri che giacciono inerti sulle poltrone del potere.
NOTA GIUDIZIARIA
Multa dell’Anticorruzione
Nel 2017 viene multato dall’Autorità nazionale anticorruzione con una sanzione di 1000 euro per non aver adempiuto, e quindi omesso nel 2016, in quanto sindaco di Varese, all’obbligatoria dichiarazione del proprio stato patrimoniale in conformità alle norme sulla trasparenza, quando sono comparsi 5.000.000 € sul suo conto tramite lo scudo fiscale.
Abuso d’ufficio
Dall’8 maggio 2019 Fontana risulta indagato per abuso d’ufficio per una presunta nomina di un suo amico e socio di studio in un organismo regionale, un incarico che frutta 11.500 € l’anno, una maxi inchiesta in Lombardia che ha portato a 95 indagati e 29 arrestati per corruzione. A marzo 2020 l’accusa cade ed il caso viene definitivamente archiviato in quanto la nomina in oggetto non costituiva reato.
Indagine per epidemia colposa
Il 29 maggio 2020 Fontana viene convocato dalla Procura di Bergamo come persona informata dei fatti per le indagini con l’ipotesi di epidemia colposa sulla gestione dei primi casi di COVID-19 all’ospedale di Alzano Lombardo, sui morti delle RSA e sulla mancata istituzione della zona rossa nei comuni di Alzano Lombardo e Nembro.
Frode in pubbliche forniture
Nel luglio 2020 il presidente della regione viene indagato dalla procura di Milano per frode in pubblica fornitura. L’accusa sarebbe che l’azienda varesina Dama s.p.a., azienda di proprietà al 10% da Roberta Dini e al 90% dal fratello Andrea, anch’egli indagato, rispettivamente moglie e cognato di Fontana, il 15 aprile ha provato a vendere alla regione, senza aggiudicarsi una gara d’appalto, una fornitura di 75 000 camici e 7 000 copricapi per 513.000 €. Per poi trasformare, precipitosamente e ufficiosamente, la vendita in una donazione prima che la notizia del conflitto d’interesse fosse di dominio pubblico. Fontana in merito all’indagine, davanti a Report si dichiara: totalmente estraneo ai fatti, che tutto questo si fosse svolto a sua insaputa. A settembre dello stesso anno la guardia di finanza ha acquisito i cellulari del capo della segreteria di Fontana Giulia Martinelli, della moglie di Fontana, del cognato Andrea Dini, e degli assessori della giunta regionale (che non sono indagati), per analizzare le chat e i messaggi scritti per l’indagine, dove emerge il coinvolgimento di Fontana nella faccenda e i tentativi di occultamento della sua presenza in vista di eventuali inchieste.
Premesso che fontana non è un politico ma un “barlafus” che siede al banchetto comastico della lega di che cosa ci si può stupire?
Il rapporto tra competenza e politica pulita in Lombardia non esiste da oltre vent’ anni . Se il p.d stenta a trovare, forse non la cerca, la
propria collocazione; se il m5s rispecchia il vecchio manifesto dei Provos olandesi, chi mobilita chi?
se chi non dovesse radersi la mattina si sedesse non per caso su un
pickelhaube si troverebbe seduto per terra
se la gente vota pregiudicati, truffatori e nullità come si può credere
che in questo paese vi siano pesone disposte a scendere in piazza per esternare il proprio disappunto?
come si può pensare che 2 scheletri abbiano la forza di coinvolgere un
seppur numero esiguo di persone e “trascinarle inpiazza” ?