LE BUFALE DI REPUBBLICA 3.0 (NON CORRETTE)

TESTI di nicola vallinoto, lucio levi e antonella braga (con una premessa di e.ma.)

 Ormai il disfacimento del giornalismo nel nostro paese avanza a grandi passi. E così la prevalenza delle bufale e degli errori marchiani. Nonché della scorrettezza dei Direttori che, senza alcun rispetto per i lettori, evitano di correggerli. La vicenda raccontata qui di seguito è clamorosa: su “Repubblica 3.0” (quella della gestione Molinari) compare un’intervista di tre pagine a Scalfari firmata addirittura dallo stesso Direttore. Scalfari se ne esce con uno svarione incredibile per uno che si autoproclama l’ultimo grande discendente del mondo liberalsocialista, federalista, pannunziano. Il Fondatore confonde il federalismo con il modello confederale (che è l’opposto e che viene sostenuto da Meloni). Insomma viene scambiato Spinelli con la capa di Fratelli d’Italia. In tutta “Repubblica 0.3” nessuno si accorge dell’errore, addirittura ripetuto due volte, talmente dilagante è l’ignoranza o la trascuratezza.  O forse nessuno vuole contraddire il Direttore e il Fondatore. Il Direttore stesso dà il cattivo esempio: almeno le interviste da lui firmate se le potrebbe leggere. I Federalisti ovviamente si arrabbiano, inviano la smentita, ma Molinari la fa pubblicare sull’online ma sul quotidiano cartaceo (dove la bufala è stata pubblicata) furbescamente la nasconde in una rubrica di solito dedicata a tutt’altri problemi. Nello spazio delle Lettere al giornale, luogo destinato ad accogliere le rettifiche, la segnalazione dell’errore è censurata. Ci dispiace constatare che gli editori e i Direttori ancora non capiscano che la concorrenza micidiale del web può essere contrastata soltanto con la maggiore autorevolezza e attendibilità della carta stampata e non con la rincorsa alla sciatteria e all’approssimazione tipica della Rete. [e.ma.]

 LA CONFEDERAZIONE EUROPEA È L’OBIETTIVO CHE UNISCE ALTIERO SPINELLI E GIORGIA MELONI?

di nicola vallinoto

Sembra incredibile ma è quanto si potrebbe dedurre dalla lunga intervista realizzata dal direttore de La Repubblica, Maurizio Molinari, al fondatore del giornale Eugenio Scalfari (edizione del 2 gennaio 2021). Nella parte conclusiva dell’intervista si legge che «Rinnovare il nostro paese non basta più. Serve la Confederazione europea di cui parlava Altiero Spinelli». Si potrebbe pensare a un semplice svarione ma qualche riga dopo l’intervista viene conclusa così: «C’è qui un ruolo per l’Europa: dare vita ad una grande confederazione partendo dalle coste più minacciate, dal Baltico fino al Mediterraneo».

Federazione e confederazione sono due termini che contraddistinguono due proposte politiche distanti, come ci ricordano bene gli studiosi federalisti Lucio Levi ed Antonella Braga in due lettere inviate al direttore Molinari dopo la pubblicazione dell’intervista. A conferma di ciò la leader dei Fratelli d’Italia e dei Conservatori europei, pochi giorni prima, in una lettera pubblicata sul Corriere della Sera (28 dicembre 2020) ha voluto ribadire la sua visione di Europa basata su un modello confederale alternativo al modello federalista.

È possibile che Eugenio Scalfari non conosca la differenza tra i due modelli? E se così fosse il direttore Maurizio Molinari non avrebbe potuto farglielo notare? L’aspetto più inquietante è che entrambi possano non conoscere la differenza. Il che pare da escludere perché in passato sia Molinari che Scalfari hanno già usato questo termine. Il primo ne ha parlato come possibile soluzione per la situazione israelo palestinese facendo riferimento alla proposta di Confederazione avanzata da Reuven Rivlin come «un modo per far vivere i due Stati assieme tenendoli separati». Il secondo in uno dei tanti editoriali come quello del 5 luglio 2015 «Non navi d’altomare ma scialuppe senza un futuro» in cui, parlando dell’integrazione europea, disse che «I governi confederati si rassegnano ad una normale integrazione purché non metta in discussione la sovranità politica. Non vogliono essere federati, non vogliono gli Stati Uniti d’Europa che li declasserebbero».

Per tutti questi motivi è auspicabile che il direttore Molinari pubblichi la dovuta rettifica certi che i lettori del quotidiano non gradirebbero vedere Giorgia Meloni sullo stesso piano di Altiero Spinelli. 

LA DIFFERENZA TRA FEDERAZIONE E CONFEDERAZIONE  AD USO DEGLI STUDENTI  MEDI E DEI DIRETTORI DEI GIORNALI

di lucio levi, Professore di Scienze politiche, Università di Torino ed editore della rivista “The Federalist Debate”

Caro Dr. Molinari,

nell’intervista pubblicata ieri su la Repubblica leggo che Scalfari definisce “Confederazione europea” l’obiettivo politico di Spinelli. Come autore della voce “Confederazione” del Dizionario di politica dell’UTET, mi permetto di citare quanto largamente condiviso dal pensiero politico e accademico consolidato:

«Nelle associazioni tra Stati dotate di organi comuni ne esistono alcune (le federazioni) il cui funzionamento si fonda su una divisione dei poteri tra stati-membri e governo federale tale che ciascuno è nello stesso tempo indipendente e coordinato con gli altri… In particolare al governo federale sono attribuiti poteri esclusivi nei settori della politica estera ed economica… Ne esistono altre (le confederazioni) i cui organi centrali, essendo privi di un’autorità propria e mantenendo l’assoluta indipendenza degli stati associati, non rappresentano qualcosa di qualitativamente differente dalla somma degli stati-membri, e pertanto sono subordinati alla dinamica degli interessi degli stati senza poterla controllare… Nel sistema confederale, dove gli stati, non riconoscendo un potere superiore, mantengono la loro sovranità esclusiva, le spinte centrifughe degli stati membri tendono a prevalere su quelle centripete».

Poiché proprio in questi giorni Giorgia Meloni ha proposto il modello di una Confederazione europea in contrapposizione a quello della Federazione europea, proposto da Spinelli, sono sicuro che vorrà pubblicare una rettifica a beneficio dei lettori, che certamente non condividono le posizioni sovraniste di Fratelli d’Italia.

«FEDERAZIONE È L’ARROSTO; CONFEDERAZIONE È SOLTANTO IL FUMO DELL’ARROSTO»

di antonella braga, Fondazione Ernesto Rossi – Gaetano Salvemini, Firenze

Gentile direttore Molinari,

ho notato, nella sua intervista a Eugenio Scalfari del 2 gennaio scorso, un’errata citazione attribuita ad Altiero Spinelli che lo farebbe diventare fautore di una «Confederazione» europea. Spero si tratti solo di una svista perché l’errore non è solo formale, ma di sostanza.

Lo scopo di Spinelli fu sempre la creazione di una Federazione europea, ossia degli Stati Uniti d’Europa, non di un’imbelle Confederazione sul modello della vecchia Società delle Nazioni, così lucidamente criticata da Luigi Einaudi già all’atto della sua fondazione nel 1919. Occorre dunque un chiarimento.

Già nel Manifesto di Ventotene del 1941, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi scrivevano che «i molteplici problemi» che avvelenavano «la vita internazionale del continente» avrebbero trovato «nella Federazione Europea la più semplice soluzione». Nella successiva storia dell’integrazione europea, come ha osservato Tommaso Padoa Schioppa in Le forme dell’Europa: Spinelli o della Federazione (Genova, 2003), tre sono i diversi metodi che si sono confrontati: il metodo federalista (impersonato appunto da Spinelli), il metodo funzionalista (riconducibile a Jean Monnet) e quello intergovernativo-confederale (simboleggiato da Charles de Gaulle).

Ironicamente Ernesto Rossi affermava: «Federazione è l’arrosto; Confederazione è soltanto il fumo dell’arrosto». La Confederazione è, infatti, solo una lega, temporanea, di Stati sovrani, i quali conservano il diritto di veto e privilegiano i propri interessi egoistici. La Federazione è un’Unione stabile, dotata di quelle competenze (politica estera, difesa, moneta) che consentono di mantenere l’unità e di gestire gli interessi comuni. Per amministrare queste competenze, lo Stato federale è fornito di istituzioni democratiche con una giurisdizione diretta, anche fiscale, sui cittadini della Federazione e di un bicameralismo capace di rappresentare sia il popolo della Federazione come un tutto sia i singoli Stati membri. Nelle restanti competenze, tutti gli Stati aderenti alla Federazione restano invece autonomi, continuando a risolvere per proprio conto i loro particolari problemi. La Federazione consente così di garantire insieme unità, interdipendenza e autonomia, suddividendo la sovranità su diversi livelli di governo.

Va notato che solo per ragioni storiche la vicina Svizzera ha impropriamente conservato il precedente nome di «Confederazione». Poiché ne presenta tutte le caratteristiche, essa è un vero Stato federale a partire dalla Costituzione del 1848 e, da quella data, non ha più conosciuto guerre intestine fra i diversi Cantoni. Questa è anche la soluzione auspicabile per lo sviluppo istituzionale dell’Unione Europea, come lo fu per la Confederazione americana del 1781 che, sull’orlo della disgregazione, fu salvata dal varo della Costituzione federale nel 1789.

L’attuale Unione Europea presenta ancora alcuni elementi confederali (diritto di veto, metodo intergovernativo, prevalenza del Consiglio europeo) e altri già federali (Parlamento europeo, moneta unica, Corte di Giustizia). Si capisce quindi che l’on. Giorgia Meloni, nazionalista e sovranista, immagini per l’Europa una soluzione confederale che arresti ogni sviluppo in senso federale, mantenendo l’attuale impotenza dell’UE a tutto vantaggio degli Stati più forti. Chi, invece, auspica un progresso delle istituzioni comuni, ricollegandosi al pensiero di Spinelli e di Rossi, non può permettere che si mantenga l’annosa confusione fra Confederazione e Federazione. Nelle questioni politiche (e non solo) l’uso chiaro e univoco delle parole è fondamentale.

Potrebbe quindi cortesemente rettificare? Grazie! Non possiamo arrenderci alla sconsolante osservazione che fece a suo tempo Spinelli: per gli Europei, abituati da due secoli al modello esclusivo dello Stato-nazione, «limitazioni di sovranità e istituzioni federali» restano ancora concetti che vanno «al di là delle loro capacità d’intendere la politica».

DOCUMENTAZIONE

– Intervista di Maurizio Molinari ad Eugenio Scalfari (parte conclusiva), “la Repubblica”, 2 gennaio 2021

Dov’è oggi la sfida più avanzata del riformismo? “Rinnovare il nostro paese non basta più. Serve la Confederazione europea di cui parlava Altiero Spinelli. Tanto più che leader come il russo Vladimir Putin vogliono imporsi su scala globale, anche a spese dell’Europa. E propongono addirittura il superamento in chiave autoritaria della democrazia liberale, la considerano obsoleta». Come si può arrivare a un’Europa più integrata? «Anche e soprattutto attraverso la battaglia per il clima. Bisogna aiutare i Paesi europei che sono bagnati dal mare o dai grandi fiumi perché sono quelli che rischiano di più a causa dei cambiamenti climatici. Sono i più deboli. C’è qui un ruolo per l’Europa: dare vita ad una grande confederazione partendo dalle coste più minacciate, dal Baltico fino al Mediterraneo».

2 commenti su “LE BUFALE DI REPUBBLICA 3.0 (NON CORRETTE)”

  1. Grazie per aver dato spazio alla nostra richiesta. Precisiamo però che, mentre il direttore di “Repubblica” non ha pubblicato la rettifica sul giornale cartaceo, uno spazio ci è stato concesso l’8 gennaio nella rubrica curata da Concita De Gregorio, che ringraziamo per l’ospitalità. Ecco il link alla sua rubrica: https://invececoncita.blogautore.repubblica.it/articoli/2021/01/08/tradire-spinelli-e-hirschmann/?ref=RHTP-BC-I270682881-P12-S3-T1

  2. Caro Enzo, è chiaro che Molinari e Scalfari un po’ ci sono e un po’ ci fanno. Cercano, con una goffaggine molto caratteristica, di confondere le acque, aggirando le sfide giuridico-istituzionali che la pandemia pone all’Europa. Ma ormai il dibattito si è aperto già da diverse settimane in altri Paesi, in modi molto trasversali, in cui la vecchia distinzione destra-sinistra si fa evanescente. Vedi, in un’intervista del 30 novembre scorso, la specifica domanda posta a Guntram Wolff, direttore del think tank Bruegel, e la risposta riduttivamente economicista:
    https://www.greeneuropeanjournal.eu/europes-new-reality-covid-economics-debt-and-the-future-of-trade/

    D. – “Some have argued that this recovery package is Europe’s ‘Hamiltonian Moment’, akin to the 1790 agreement between Alexander Hamilton and Thomas Jefferson, which turned the US from a loose confederation into a genuine political federation. Do you agree?
    R.- “It’s a big word. The package is certainly significant but it’s not comparable to what Hamilton did in the US. It is significant because it changes the nature of the monetary union by introducing an explicit insurance mechanism and allowing borrowed money to be transferred to countries hit by the pandemic. This crisis mechanism will be a precedent whenever there is a comparable major recession in future.”

    Da noi è stato Renzi, più di una settimana fa, a mettere le mani nel piatto del governo, schierandosi con il suo “CIAO” per un modello confederale che punta diritto al 2030 e alle prossime generazioni di Italiani-Europei. Non gli interessa un’Europa che qui e ora generi una nuova Europa unita nelle scelte più importanti. A fargli le pulci è dovuto intervenire, udite udite, Renato Brunetta, e persino Berlusconi si sta muovendo a rimorchio!
    Perché dunque non aprire un dibattito, ampiamente informato, sulle grandi opzioni che si celano dietro i moduli da compilare della Commissione Europea?
    Giovanni Incorvati

    P.S. – Ho raccolto qui di seguito alcuni link di documentazione, in genere poco letti:

    NEXT GENERATION EU
    https://ec.europa.eu/info/strategy/recovery-plan-europe_it

    LINEE GUIDA PER LA DEFINIZIONE DEL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA # NEXT GENERATION ITALIA Comitato Interministeriale per gli Affari Europei 15 settembre 2020:
    http://www.politicheeuropee.gov.it/media/5377/linee-essenziali-pnrr-italia.pdf
    http://www.politicheeuropee.gov.it/media/5378/linee-guida-pnrr-2020.pdf

    Italia Viva: “CIAO”, 28 dicembre 2020:
    https://www.italiaviva.it/ciao_2030_il_progetto_di_italia_viva_per_il_recovery_plan

    Commento di Renato Brunetta:
    https://www.huffingtonpost.it/entry/perche-il-piano-ciao-2030-e-irricevibile-in-ue-fuori-tempo-e-fuori-luogo_it_5ff1b51bc5b6ec8ae0b376b1

    IL PIANO DI FORZA ITALIA PER IL RECOVERY FUND, 7 gennaio 2021
    http://www.freenewsonline.it/wp-content/uploads/2021/01/PNRR_Proposte-dipartimenti_Recovery-Fund.pdf

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