Il governo della Resistenza viene rovesciato . E’ il 25 novembre 1945, il Presidente del governo resistenziale, Ferruccio Parri , il mitico comandante Maurizio , defenestrato da una manovra a tenaglia tra la democrazia cristiana e il partito liberale, ha pronunciato nella conferenza stampa di commiato la parola “colpo di stato” declinando il suo atto di accusa, mite ma senza perdono, contro le forze politiche che ora si apprestano a smantellare quello che era stato fatto, ad arrestare il vento del nord, a restituire allo stato la continuità incrinata dalla Resistenza , ad avviare un imponente processo di restaurazione. Ferruccio Parri rappresentava “una cosa nascosta e senza nome, uguale in tutti e indeterminata, ripetuta milioni di modi eternamente uguali: i morti freddi sotto la terra, la sofferenza di ogni giorno, il coraggio che la nasconde”. Dicevano che non fosse un uomo politico, perché egli era “costruito con il pallido colore dei morti, con la dolente immagine dei giovani morti, dei fucilati, degli impiccati, con le lacrime e i freddi sudori dei feriti, dei rantolanti, degli angosciati, dei malati, degli organi nelle città e sulle montagne”. ( Carlo Levi, L’orologio). Si aprivano le pagine poco nobili della desistenza