“Inganna l’esperienza storica dei cittadini affermare che i mali della giustizia si risolvono con i referendum del 12 giugno. Sanare i mali della giustizia non richiede l’accetta ma interventi complessi nell’equilibrio della diversità dei cittadini. I cinque referendum usano l’accetta. Compiono un errore nel merito di ogni quesito e danno un messaggio istituzionale pericoloso negando che la giustizia sia frutto della democrazia rappresentativa di cittadini diversi. Migliorare e velocizzare la giustizia passa dal Parlamento, e i referendum distorti in chiave antiparlamentare minano la libertà nelle istituzioni. Questo è l’atteggiamento generale sul 12 giugno del Comitato il NO mediante il NON che trova piena conferma riguardo ciascuno dei cinque quesiti proposti. In ognuno di essi, le domande referendarie si trasformano di fatto da abrogative a propositive e produrrebbero errori sistematici. Sul primo, in particolare, l’incandidabilità dei condannati in via definitiva, viene elusa la valutazione delle fattispecie indispensabile per cancellare i privilegi nel rispetto del diritto”.
“Il Comitato Il NO Mediante il NON si è costituito per applicare senza ipocrisia quanto prevede la Costituzione (art.75) sui referendum abrogativi. Sono validi solo se partecipa al voto la maggioranza degli aventi diritto. E’ una questione profonda di politica civile: siccome fare le leggi spetta al Parlamento, cancellarne una in tutto o in parte esige che abbia votato almeno la maggioranza dei cittadini. Tale quorum del 50%+1 implica perciò che le modalità a disposizione del cittadino per esprimersi non sono solo DUE , bensì TRE, il SI, il NO e il non votare nell’URNA. In pratica, secondo il dettato costituzionale, nel caso dell’art.75, il non voto è un scelta che esprime in termini netti il rifiuto di usare il referendum per abrogare le norme indicate nei quesiti. Ciò si applica al tema giustizia, un compito complesso che spetta al parlamento e non alla democrazia diretta. Attaccare la democrazia parlamentare riduce la libertà degli italiani, proprio perché non rispetta la Costituzione. In conclusione , il Comitato Il NO Mediante il NON , proponendo il non andare a votare (o andandoci il non ritirare le scene referendarie), sostiene un comportamento del tutto diverso dall’astenersi. Esprime la volontà di aver la certezza che i quesiti proposti vengano bocciati”.
Raffaello Morelli
(RAINEWS24)