I DANNI DEL TEMPO

14. 29 LUGLIO 2024 [angelo perrone]

Con un po’ di arguzia e di malignità, si può cogliere il paradosso. Joe Biden, dopo il ritiro, si accinge a combattere un’insolita battaglia, probabilmente l’ultima. Porre fine alla nomina a vita dei giudici della Corte suprema, con l’introduzione di un limite, si parla di 10-15 anni. In Italia, per dire, il mandato per il grado analogo della giurisdizione è 9 anni, più lungo del già lungo incarico del presidente della Repubblica, 7 anni. La stranezza è che a porre la questione della durata, ed implicitamente dell’età, sia l’anziano Biden.
Ma il problema è reale, anche se è difficile che la riforma possa avere successo. Il pericolo che la Corte suprema sia “troppo anziana” è una conseguenza dell’assenza di un vincolo temporale. È la Costituzione americana a stabilire che i giudici supremi rimangano al loro posto «during good behavior».
La regola fu voluta come garanzia di indipendenza rispetto alle pressioni politiche e alla mutevolezza delle maggioranze. L’obiettivo principale: assicurare la terzietà della funzione nel tempo, nonostante il fatto che le nomine siano tutte presidenziali. La scommessa era costituire un organismo, nominato dalla politica ma secondo criteri oggettivi durevoli, e intrinsecamente “equilibrato”.
Un ragionamento rivelatosi fallace per vari motivi. La cancellazione della sentenza Roe v. Wade sull’aborto ne ha evidenziato i vizi. Si è finito per negare che l’aborto costituisca un “diritto costituzionale”, meritevole di tutela a livello nazionale. È emersa un’opinione reazionaria e contraria al più diffuso sentire popolare. Ha pesato l’orientamento conservatore (sei giudici contro tre) prevalente nella Corte, determinato dalle ultime nomine in gran parte di Donald Trump.
Il problema dell’età dei giudici e della durata del mandato diventa più grave. Non solo c’è il pericolo che i giudici anziani non siano in grado di interpretare i principi secondo le esigenze del tempo moderno. Ma, a parte l’età, le decisioni della Corte sono sottoposte, come si vede chiaramente, a quella “deriva ideologica radicalizzante” che già produce così tanti danni nella società e nella politica del paese. La polarizzazione non fa bene né al dibattito pubblico né alle camere di consiglio dei giudici.

il potere

13. 29 LUGLIO 2024 [giovanni vetritto]

In tanti luoghi il Potere, nemico giurato dei liberali, è fertile.

Distorce, magari, le dinamiche sociali. Favorisce alcuni e previlegia altri.

Non sempre riconosce e premia il merito.

Spesso sfrutta fortune del passato difendendole.

Sempre è insofferente di limiti e contrappesi.

Ma è generativo, produce, innova, fa accadere cose.

In Italia come in nessun altro luogo il Potere è sterile.

Pensa solo a perpetuare se stesso.

Si limita a estrarre rendita da cose morte.

Per questo, come in nessun altro luogo, in Italia il Potere è spregevole.

Kamala Harris, che nessuno aveva visto arrivare

12. 25 LUGLIO 2024 [angelo perrone]
Grandi sorrisi a beneficio delle telecamere e dei presenti; pause, ammiccamenti e ironie al punto giusto; padronanza dei tempi e dei contenuti. Non ne sbaglia una, nelle prime uscite, Kamala Harris dopo il ritiro di Biden. Da dove è uscito un personaggio di tal fatta? Qualcuno può dire davvero di averla vista arrivare? Sono le prime “ore perfette” della candidata (per poco solo in pectore) dei democratici americani contro Trump.
Fino a ieri eravamo incatenati: sì certo Biden non ce la può fare contro Trump e non può durare altri quattro anni. Ma non ci sono alternative. Tanto meno lo è la vicepresidente, quella tizia così scialba. Mancano proprio i ricambi in campo democratico, e anche quello repubblicano – “dominato” da Trump – non sta meglio. Ora il quadro è mutato d’incanto, e chissà come finirà, la partita torna aperta. Il team di Trump è scompaginato e sorpreso, costretto a cercare contromisure, dopo la campagna elettorale ossessiva sulle gaffe del presidente in carica, come se non ci fossero quelle del pretendente Donald. Continua la lettura di Kamala Harris, che nessuno aveva visto arrivare

CRETINISMO CONTRO LOGICA

11. 24 LUGLIO 2024 [e.ma.]
Non si sa se l’estrema destra sarà battuta da Scheil o dalle differenze tattiche al suo interno (dopotutto c’è sempre un papeete in agguato), ma quel che è certo è che è annientata ogni giorno nel corpo a corpo con la Logica. Già avevamo fatto notare (n.7) quando la Logica aveva mandato al tappeto Sallusti infervorato in uno dei suoi soliti slurp a B.. In queste ore è invece il presidente del Senato che viene sterminato dalla Logica sotto le vesti di un bambino al massimo di sei anni. La Russa: «Era meglio se dichiarava
di essere un giornalista», riferendosi al povero Joly, malmenato dai picchiatori fascisti di Casa Pound sulla pubblica via. Il bambinello-Logica alza il ditino e gli chiede: «Perché, se fosse stato un passante impiegato alle Poste, sarebbe stato legittimo massacrarlo di botte…».

Democrazia senza democratici

10. 23 LUGLIO 2024 [marco cianca]
Il ritiro di Joe Biden e la possibile, a meno di auspicabili colpi di scena, rielezione di Donald Trump pongono nuovi interrogativi sul senso della democrazia. Anche Benito Mussolini e Adolf Hitler andarono al potere in base al voto popolare. La filologa Margherita Isnardi Parente attribuiva al retore Trasimaco questa osservazione: “Gli uomini, quando si trovano davanti alla adikìa, alla sopraffazione, nella sua forma suprema e totale, ne rimangono abbagliati e non possono che piegarsi ad essa e subirla; la loro difesa non può e non riesce a esercitarsi se non di fronte a forme minori di sopraffazione, a piccoli misfatti, mentre essi sono impotenti di fronte al totale dispiegarsi dell’istinto di natura fortunato nella sua sfrenatezza”. Continua la lettura di Democrazia senza democratici

Se la giustizia lascia amareggiati

9. 23 LUGLIO 2024 [angelo perrone]
La definisce «cervellotica». Il cuore del padre scoppia di dolore, e lui si trattiene a stento dal dire. Non sa darsi spiegazione della decisione della Cassazione riguardo all’omicidio della figlia. Come è possibile annullare l’ergastolo, giustificando l’assassino con lo stress da Covid? Sembra proprio la “cattiveria di una giustizia malata”, un modo di uccidere due volte la sua Lorena.
Era stato un brutale femminicidio: una brava ragazza di 27 anni, uccisa nel 2020 a coltellate dal fidanzato che prima l’aveva soffocata. Nemmeno difficile da decifrare: lui infermiere in una RSA privata per anziani, lei aspirante medico, in procinto di laurearsi, studiosa, Continua la lettura di Se la giustizia lascia amareggiati

Ringraziamo il cielo

8. 19 LUGLIO 2024 [e.ma]
«URSULA SVOLTA A DESTRA». Questo è il titolo del “Fatto” di oggi. Ormai in piena confusione mentale dopo la sberla elettorale del M5s alle Europee, il foglio una volta glorioso non sa quel che scrive e barcolla come un ubriaco, condizionato com’è su ogni argomento da un putinismo ossessivo e sempre più acido… Così confonde vinti con vincitori e prende la sconfitta delle estreme destre e il loro confinamento all’opposizione come una svolta a destra del centro sinistra.
Invece di ringraziare il cielo che la camaleonte italiana finalmente sia stata obbligata a uscire dalla sua furbesca ambiguità e battere in ritirata perdendo pezzi e credibilità…
Invece di ringraziare il cielo che, pur con mille difficoltà, nell’Unione europea alcune forze politiche maggioritarie, grazie proprio alla radicalizzazione e allo sfacciato antieuropeismo delle estreme destre, finalmente siano state costrette a una scelta politica chiara, con pregiudiziali dichiarate contro il sovranismo e l’illiberalismo. Anzi, speriamo che questa politica regga. Altrimenti non sarà mai possibile fare passi avanti verso il federalismo e una vera politica comune.

SLURPISTI PLANETARI

7. 19 LUGLIO 2024 [e.ma]
Almeno su un punto, sulla intitolazione dell’aeroporto di Malpensa a Berlusconi, il figlio Pier Silvio merita fragorosi applausi. Poche parole: «serviva più cautela». Tre parole che sono una scudisciata ai servi che, quando sono eccessivamente ossequiosi, combinano solo guai. E questa volta il danno è stato grosso. Chissà, per decenni chi dovrà partire da Malpensa avrà modo di ripensare non solo a un pregiudicato cacciato dal Senato da truffatore, nonché a un corruttore di giudici, avvocati, parlamentari, testimoni, ma anche alla sfacciataggine e alla volgarità di una classe dirigente da lui allevata e beneficata, che non conosce i limiti della decenza. Noi abbiamo Continua la lettura di SLURPISTI PLANETARI

Strage di Erba, quando le prove non bastano

06. 12 LUGLIO 2024 [angelo perrone]
La decisione della Corte d’Appello di Brescia sulla strage di Erba è di quelle che lasciano il segno, addirittura inammissibili le “nuove” prove richieste dalle difese, non si farà un altro processo. Nonostante la credulità di tanti innocentisti della prima e dell’ultima ora. L’ergastolo per Rosa Bazzi e Olindo Romano è confermato. Era questa del resto la decisione sia in primo che in secondo grado, la cosiddetta “doppia conforme”, di solito dirimente, poi confermata infatti dalla Cassazione. L’11 dicembre 2006 uccisero a colpi di coltello e spranga Raffaella Castagna, suo figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e infine la vicina di casa Valeria Cherubini. Il marito di quest’ultima, Mario Frigerio, fu ferito ma non Continua la lettura di Strage di Erba, quando le prove non bastano

DEMOCRAZIA È FATTA

05. 09 LUGLIO 2024 [e.ma.]
Puntuale e saggio il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, domenica nell’ultimo tentativo di portare acqua all’estrema destra xenofoba e antisemita francese, ha fatto sapere il suo parere: Le elezioni parlamentari in Francia «non assomigliano molto alla democrazia». Figuriamoci, il paese di Montesquieu e di Tocqueville ha tutto da imparare dal rossobrunismo della “democrazia” putiniana. Pur essendo stati traditi infine da Hitler, il Patto Molotov-Ribbentrop rimane nel cuore di ogni regime russo. Così il Cremlino non riesce a capire tutta questa perdita di tempo in elezioni libere tra partiti che si accaniscono l’un contro l’altro. Basterebbe assassinare Macron e Mélenchon, e semmai sparare in testa a qualche giornalista di “le Monde”. E democrazia sarebbe fatta.

SINISTRA ILLIBERALE

04. 06 LUGLIO 2024  [e.ma.]
SINISTRA ILLIBERALE
Oggi il pensiero reazionario è fermo a Vannacci. E anche la lingua delle Destre stenta a fuoriuscire dalla gabbia semantica scurrile costruita da Vittorio Feltri, Sgarbi e la Curva Sud. Finché non nascerà un nuovo De Maistre del 21° secolo, potremmo stare tranquilli, se non ci fosse dall’altra parte una sorta di Cavalleria che corre in soccorso al medioevo resiliente con quotidiane dosi di cretinismo ridicolo. L’ultimo esempio viene dal manifesto della festa dell’Unit*. Dove l’asterisco vuole essere la risposta al sopruso finora perpetrato da un genere femminile, perdipiù accentato. Sembra uno scherzo, ma non lo è. Certo provoca il riso e il compatimento, ma sotto sotto rivela una pulsione autoritaria che pensa di poter cancellare la memoria riscrivendola e imponendola… Quando sarebbe necessario invece coltivarla e spiegarla. Invece “la sinistra illiberale” con i suoi eccessi di politicamente corretto e di linguaggio woke si rende ridicola, portando acqu* all* reazion*.

ONAGROCRAZIA

03 – 05 LUGLIO 2024 
[e.ma.] ONAGROCRAZIA
«Da noi la dittatura è delle minoranze». Matteo Salvini, invece di leggere, studiare e apprendere finalmente qualcosa sulla democrazia dalla lectio magistralis di Mattarella, straparla e come al solito si dà la zappa sui piedi. Il Capo della Lega è una vera sciagura, è l’esempio più illuminante di quanto scrisse Benedetto Croce nel 1925 (Salvini, se non sa chi sia, si rivolga a Sangiuliano, il “colto” della maggioranza di governo): «onagrocrazia, ovvero il governo degli asinelli selvatici, onagri, di mezza tacca e in via di sparizione: l’altro pericolo, quello degli ignoranti che teorizzano, giudicano, sentenziano, che fanno scorrere fiumi di spropositi, che mettono in giro formule senza senso, che credono di possedere nella loro ignoranza stessa una miracolosa sapienza, lo conosciamo perché lo abbiamo sperimentato bene. Si è chiamato, nella sua forma più recente, ‘fascismo’. Io ho preferito denominarlo ‘onagrocrazia’». Continua la lettura di ONAGROCRAZIA