16.02 AGOSTO 2024 [giovanni perazzoli]
In molti si sono lanciati a valutare il ritiro di Angela Carini dall’incontro olimpico di boxe contro Imane Khelif come se si trattasse di schierarsi a favore o contro le teorie woke. Chi è contro ha visto un’ingiustizia, chi è a favore ha bollato la polemica come arretrata e boomer. La cosa buffa è che ognuno dà implicitamente ragione al suo antagonista.
Imane Khelif, al centro di questa controversia, è una donna, non una transessuale. Non è “saltata” nell’altro genere, è rimasta nel suo. Ne viene che “i progressisti” che la legittimano, possono farlo se mantengono, però, la distinzione, boomer e tradizionale (diciamo così), tra i generi, uomo-donna. D’altra parte, chi invece sostiene che questa donna “non è davvero una donna”, deve convenire che la distinzione tra uomo e donna può essere fluida, come si sostiene in ambito woke.
Valga sine ira et studio. I progressisti assumono la distinzione uomo-donna; i conservatori dicono che una donna può non essere classificata a tutti gli effetti come donna. I primi per difendere la teoria woke, i secondi per criticarla. In nessuno dei due casi con un fondamento