di angelo perrone
Non è un’accusa diretta. Ma qualcosa di più subdolo e insidioso, che lavora sottotraccia e deforma nel tempo la percezione della realtà. È l’ombra del sospetto, che mina la fiducia delle persone.
È quanto accaduto anche di recente, con le affermazioni del Sottosegretario Alfredo Mantovano sulle presunte “Procure forti” che influenzerebbero i Giudici per le Indagini Preliminari (GIP).
Una affermazione grave e priva di prove, che insinua dubbi sull’imparzialità dei GIP, i garanti dei diritti dei cittadini contro gli eccessi della Procura. Affermare senza evidenze che siano condizionati equivale a dire che un arbitro sia corrotto senza dimostrarlo.
Il peso dell’accusa senza prova
Chi accusa deve provare. Ma in politica sembra non valere. Imputare ai Pm influenze indebite senza fatti concreti mina la fiducia delle persone nello Stato. L’imparzialità giudiziaria non è un’opinione, ma un principio costituzionale. Prima di parlare di riforme, si dovrebbero fornire prove; altrimenti, le parole restano insinuazioni, illazioni.
Le domande senza risposta
Quali sono i fatti concreti? Ci sono prove, testimonianze, sentenze? Nomi e casi in cui l’influenza è chiara? Si tratta di pressioni, giochi nascosti o soldi? Da dove viene la “forza” delle Procure? Dalla fama delle sedi, dai successi contro il crimine? Senza risposte, l’accusa diventa un’arma politica che divide, ignorando i veri problemi: poco personale, processi lenti, burocrazia complicata, carceri al collasso.
I sospetti e le soluzioni
L’attacco di Mantovano è dannoso: oltre a essere infondato, dipinge i GIP come giudici “deboli”, influenzabili, negando la loro preparazione professionale, e l’equilibrio individuale. Invece di risolvere i problemi reali, alimenta sospetti.
Accettare narrazioni basate su insinuazioni danneggia tutti. La saggezza istituzionale dovrebbe concentrarsi su soluzioni concrete: investimenti morali ed economici per una giustizia più efficiente. Riformare con accuse infondate indebolisce il sistema e i diritti dei cittadini. La domanda resta: perché distrarre l’attenzione con sospetti, invece di agire sui fatti?