IL CASO BUSSERÀ ALLA PORTA DELLA TUA GIUSTIZIA?

di angelo perrone

Il sorteggio al CSM è l’antitesi del buon senso. Provereste a sorteggiare il capitano della Nazionale tra tutti i calciatori o il direttore d’orchestra tra tutti i musicisti? Nemmeno nel circolo dei bocciofili sotto casa, affideremmo al caso compiti importanti. La selezione si basa su merito, consenso e accountability.

Perché occuparsi del sorteggio: una questione che ti riguarda

 A te, la riforma costituzionale che introduce il sorteggio per eleggere una parte dei membri dei CSM (Consiglio Superiore della Magistratura: saranno due al posto di uno) può sembrare lontano dai tuoi interessi quotidiani. Le parole di propaganda, spesso infarcite di bugie e inesattezze, rischiano di nascondere il vero oggetto del contendere. Fatto sta che il Parlamento ha impegnato risorse e tempo per modificare la nostra Costituzione proprio per questo.

Perché interessarsene? Perché ogni riforma che indebolisce il controllo sul rispetto della legge, anche se sembra riguardare solo “gli addetti ai lavori”, si riflette direttamente sulla tutela dei tuoi diritti e sulla qualità della giustizia che riceverai. Ti conviene capire esattamente di cosa stiamo parlando.

Il fattore casuale, solo per i magistrati

 Il sorteggio ignora il requisito fondamentale della competenza e della preparazione. Le decisioni del CSM richiedono esperienza e una profonda comprensione delle dinamiche interne alla magistratura. Affidarle al caso lede l’imparzialità, rischia di tradursi in inadeguazione e di minare la credibilità dell’organo di autogoverno. A complicare il quadro, la misura si applica solo alla componente togata (minoritaria), lasciando intatto il meccanismo elettorale della componente politica (laici eletti dal Parlamento).

Questo è il “senso unico” della riforma: si pretende di risolvere il correntismo agendo esclusivamente su una delle due componenti dell’organo di autogoverno. Uno sbilanciamento tra le componenti che ne altera profondamente gli equilibri decisionali e dimostra una parzialità nell’obiettivo riformatore.

Obiettivo: l’impoverimento della capacità di interpretare la legge

 Il sorteggio viene affiancato alla separazione delle carriere e alla creazione di due CSM. Basterebbe una legge ordinaria per cambiare i meccanismi elettorali; invece, si ricorre alla riforma costituzionale. Questo modus operandi suggerisce che il fine non sia risolvere il correntismo, ma ridisegnare gli equilibri costituzionali del Paese, minando l’autonomia della magistratura.

Il sorteggio è lo strumento ideale per eliminare le diverse culture giuridiche presenti nella stessa società. Una semplificazione pericolosa che si riflette sulla capacità del sistema di interpretare le norme al passo con i tempi e la complessità sociale. La risposta intelligente è innalzare gli standard con meccanismi più trasparenti (come il voto di preferenza secco) e non ricorrere alla casualità.

La minaccia al cittadino: crescita dell’irresponsabilità

 Per comprendere la criticità, basta applicare la stessa logica al Parlamento. Se il sorteggio fosse un metodo “neutrale” per superare i vizi elettorali, perché non sorteggiare i deputati? La democrazia trae legittimità dall’elezione e dal mandato politico. Il sorteggio annulla il concetto di responsabilità. Un membro sorteggiato non risponde a nessuno, rendendolo un bersaglio facile per le pressioni del potere politico.

L’introduzione del sorteggio e la separazione delle carriere mirano a indebolire l’unico potere che non dipende dal voto politico: la magistratura. La minore capacità di controllo legale si riflette direttamente sul cittadino, riducendo la tutela dei suoi diritti. Questo è il nodo istituzionale che riguarda tutti.

Credete che il caso possa davvero rafforzare la Giustizia?

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