«Le norme fiscali che prevedono sconti o dilazioni nei confronti del fisco vanno cancellate. Cancellate per tutti a prescindere dal calcio. Al piccolo imprenditore i debiti fiscali non li toglie nessuno». Matteo Salvini, 2005
Appena una decina di giorni prima il re dei buffoni aveva tuonato: “Temete l’ira dei giusti”. Con tono biblico, tanto per far vedere che bazzica il testo sacro. (E come al solito smercia una bufala, perché nella Bibbia non c’è traccia di ira dei giusti, ma i giornali abboccano). Il giornali spazzatura dell’estrema destra, che affiancano alla devozione religiosa la quotidiana dose di scurrilità, si stracciano le vesti, il “Foglio” evoca lo stato di polizia. Sull’Italia incombe la maledizione salviniana. Noi tremiamo ma non la beviamo, e commentiamo con “Temete l’ira dei giusti truffatori”. Avevamo ragione: Salvini, mentre minaccia fulmini e saette , sotto banco invia i suoi avvocati a trattare la rateizzazione della restituzione di quanto la Lega Ladrona ha frodato allo Stato. Una storia all’italiana, dunque. Un long seller, che durerà fino al 2095. Prima le grida, poi l’ammissione. Non Mosè e il castigo divino, ma i soliti ignoti con il neo-Totò in testa.
Ps. Attendiamo con ansia il sequel di questo film comico. Suggeriamo un bel finale: colpo di scena, i soldi rubati allo stato dalla Lega Ladrona sono ritrovati casualmente in qualche materasso lussemburghese. Presso tutti gli schermi, soprattutto all’estero, grande successo dell’Ingiustizia italiana.
la lepre marzolina – 19 settembre 2018