Mi rendo conto che la questione in apparenza è controvertibile . Ma credo che come avviene nei paesi di cultura giuridica anglosassone, quando lo stato esercita tramite la procura della Repubblica l’azione penale, ovvero l a pretesa punitiva dei colpevoli di reati che attentano alla pacifica convivenza sociale, abbia il dovere di procedere sino alla sentenza definitiva che accerti fatti e responsabilità. In particolare per i delitti più gravi e lesivi dell’interesse generale. Senza che la prescrizione azzeri il tutto lasciando impuniti i colpevoli e disarmate le vittime.
Naturalmente occorre restituire efficienza e celerità al processo bilanciando e valorizzando i diritti degli imputati e l’aspettativa di un processo equo capace di accertare al meglio la verità processuale in tempi ragionevoli. Ma assoluzioni presunte come quelle di Andreotti o Berlusconi (prescritti) attentano alla fiducia dei cittadini onesti nelle Istituzioni. E non è giustizialismo. Bensì ricerca e attesa per un modello di giustizia giusta.
Ci sono molti modi per evitare da un lato che la prescrizione lasci impuniti i rei e, dall’altro, che costoro restino appesi al giudizio per un tempo indefinito. Basterebbe prevedere un termine lungo fino al giudizio di primo grado e termini brevi che decorrano dalla sentenza di primo e secondo grado. Fermo restando che prima o poi occorrera’ mettere mano ad una riforma che riduca da tre a due i gradi di giudizio. O vogliamo continuare a dirottare risorse a favore degli avvocati ?