Il 1 maggio 1925 sui quotidiani “Il Mondo” e “Il Popolo” viene pubblicato il Manifesto degli Intellettuali antifascisti, redatto da Benedetto Croce, su sollecitazione di Giovanni Amendola, in risposta al Manifesto degli intellettuali fascisti.
Esso si chiudeva con queste parole:
«Anche oggi, né quell’asserita indifferenza e inerzia, né gl’inadempimenti che si frappongono alla libertà, c’inducono a disperare o a rassegnarci.
Quel che importa è che si sappia ciò che si vuole e che si voglia cosa d’intrinseca bontà. La presente lotta politica in Italia varrà, per ragioni di contrasto, a ravvivare e a fare intendere in modo più profondo e più concreto al nostro popolo il pregio degli ordinamenti e dei metodi liberali, e a farli amare con più consapevole affetto.
E forse un giorno, guardando serenamente al passato, si giudicherà che la prova che ora sosteniamo, aspra e dolorosa a noi, era uno stadio che l’Italia doveva percorrere per ringiovanire la sua vita nazionale, per compiere la sua educazione politica, per sentire in modo più severo i suoi doveri di popolo civile».
Tra i firmatari vi erano:
Luigi Albertini – Sibilla Aleramo – Giovanni Amendola – Piero Calamandrei – Benedetto Croce – Guido de Ruggiero – Gaetano De Sanctis – Luigi Einaudi – Giustino Fortunato – Arturo Carlo Jemolo – Arturo Labriola – Attilio Momigliano – Eugenio Montale – Gaetano Mosca – Gaetano Salvemini – Matilde Serao