L’emergenza sanitaria in prospettiva storica – Lettera aperta ai Governi dei paesi membri e alle istituzioni dell’U.E. da parte della comunità degli storici

Il documento allegato nasce da una discussione tra i primi quattro firmatari sull’importanza di una presa di posizione degli storici contro la deriva antigermanica che si sta sostanziando con narrazioni non solo pericolose ma erronee. E questo non perché ci occupiamo di Germania, e sappiamo quanto il rapporto tra Italia e Germania abbia inciso sulla storia continentale, ma perché le distorsioni incidono sull’irrigidimento delle rispettive posizioni nella pubblica opinione.

Non prendiamo la parola a cuor leggero, ma per avvertire le massime cariche istituzionali di tutta l’UE che in assenza di scelte coraggiose e di un lungimirante e inedito intervento dell’Unione la crisi odierna potrebbe sfociare in una emergenza della democrazia.

L’emergenza sanitaria in prospettiva storica

Lettera aperta ai Governi dei paesi membri e alle istituzioni dell’U.E. da parte della comunità degli storici

Come storici vediamo con preoccupazione il frequente ricorso a stereotipi nazionali davanti a una emergenza che richiede analisi distaccate e visione di lungo periodo. Forse non tocca a noi fare da mediatori contro gli stereotipi che inevitabilmente ritornano in situazioni di crisi, e questa è una crisi seria: non soltanto quella sanitaria ma quella sociale ed economica che attende molti paesi europei quando l’emergenza passerà. Se il Pil cade del 2,5% per ogni mese di stop, si avrà nei paesi UE più colpiti dal virus una recessione di almeno il 7,5%; entro fine anno stime autorevoli parlano di una caduta del 10% del Pil in Italia. Dopo la recessione del 2008-2011, questa potrebbe essere letale e costringere i paesi più indeboliti a uscire dall’euro e avviare una crisi bancaria che coinvolgerebbe tutta l’Europa mediterranea e non lascerebbe indenni gli altri. Uno scenario troppo pessimista?

 

Chi ha studiato come le crisi possono trasformarsi in tragedie, in questa congiuntura dovrebbe cercare di portare l’opinione pubblica ad un livello più alto. I partner dell’UE si trovano davanti a scelte difficili e probabilmente irreversibili, insomma siamo davanti a quella che con qualche enfasi si può chiamare una “svolta storica”. Sembrano arrivati al pettine, assieme agli squilibri di una globalizzazione che ha privilegiato la finanza sull’economia reale, alcuni nodi irrisolti del Trattato di Maastricht e dell’Unione economica e monetaria. Le unioni doganali e gli accordi monetari senza una unità politica prima o poi finiscono. Se non si supereranno le asimmetrie strutturali, che l’emergenza sanitaria non può che aggravare, l’Unione potrebbe spezzarsi.

Qual è allora il nostro ruolo? Intendiamo mettere in luce che se la Germania riunificata non dovrebbe mai dimenticare le responsabilità storiche che nascono dal suo essere “centro” in Europa continentale, Francia, Spagna e Italia devono dimostrare di saper stare in piedi da sole e di essere all’altezza delle loro migliori tradizioni democratiche. Laddove questa prospettiva di equilibrio è stata persa di vista tutto il continente ne ha sofferto.  Il declino dell’Europa è un fenomeno storico irreversibile, e i membri dell’UE devono rendersi conto che insieme dispongono di un mercato interno sufficiente a reggere e governare questo declino. Nel breve termine, singoli gruppi di stati possono forse uscire dalla crisi anche da soli, ma alla lunga si troveranno subalterni a grandi potenze militari. Se si spezzassero ancora una volta i fili dell’Europa (non solo dell’UE) precipiteremmo in una storia di conflitti che conosciamo troppo bene. 

Due guerre mondiali e i fascismi dovrebbero averci resi edotti che le colpe del declino sono state europee. Dopo il 1945 il prezzo è stato la divisione del continente e la sua supervisione affidata a due superpotenze. La Repubblica federale tedesca non dovrebbe dimenticarsi di essere stata ricostruita dagli alleati per essere al servizio dell’occidente in una prospettiva di crescita democratica in chiave anticomunista. Il suo Stato di diritto è strettamente intrecciato con un’integrazione europea che, nata in quel contesto, ha cercato di trascenderlo. Nel 1989 si è persa, forse, l’occasione per un passo più coraggioso verso una vera costituente. Quanto ha contribuito a quell’esito l’insufficiente elaborazione storica del declino? 

Se l’argomento moralista per cui la Germania dovrebbe oggi restituire le riparazioni di guerra che le sono state condonate dagli alleati non ha senso, specie se sostenuto da paesi ex-fascisti, altrettanto inadeguato è il rifiuto degli Stati “virtuosi” di riconoscere i vantaggi tratti dal mercato comune e la conseguente richiesta di una ulteriore austerity a paesi che subiscono tagli inaccettabili al Welfare da molti anni. Le lezioni della storia vanno tratte su un piano più generale: la memoria della complessiva sconfitta del continente avvenuta nel 1945 va assunta come perno di una obbligazione condivisa verso la democrazia, la giustizia sociale e la pace, a cui l’economia deve essere funzionale. 

Oggi si tratta di guardare lontano, garantire degli standard comuni nei salari e nel Welfare, restituire prospettive di futuro alle giovani generazioni, insomma affidare all’UE compiti che gli Stati nazionali, nati in una risalente epoca storica, non possono assolvere, quali la sicurezza collettiva, la sostenibilità ambientale, le grandi infrastrutture delle telecomunicazioni e la ricerca di base su vasta scala. Molto è stato fatto e sarebbe colpevole disperderlo davanti a nazionalismi risorgenti.

Non si tratta soltanto di salvaguardare i creditori dai debitori quanto di pensare un futuro collettivo e dotarsi di strumenti per attuarlo. A tutti è evidente che i paesi debitori hanno delle gravi responsabilità nelle inefficienze dei rispettivi sistemi sanitari e fiscali ma dovrebbe essere altrettanto chiaro che non esiste nessuna colpa collettiva dei debitori, così come abbiamo imparato che nessuna generica colpa collettiva spiega i fascismi e le guerre. Quali colpe si vorrebbero imputare ai lavoratori dipendenti dei paesi debitori? E i paesi più ricchi non dovrebbero riconoscere le asimmetrie che li favoriscono, ad esempio un inferiore costo del denaro che falsa la competizione nel mercato unico? Perché si mantengono i salari così bassi persino nei paesi con elevatissimi surplus commerciali, deprimendo la domanda interna europea, e impedendo una solidarietà tra i lavoratori?

Gli storici possono invitare i governi e le istituzioni dell’Unione a guardare il presente con distacco e riconoscere che la crisi in atto è stata preceduta da molti segnali di allarme che sono stati disattesi. Le responsabilità morali dei governi non possono essere dismesse per le inadeguatezze di singoli componenti.  I fili della democrazia e dell’integrazione europea sono così strettamente intrecciati che se viene meno l’ultima, anche la prima sarà in pericolo. Anzi, lo è già. 

Auguriamoci che a governare le scelte sia non la logica degli interessi immediati ma una visione di lungo termine delle sfere vitali dei cittadini che spetta alla politica interpretare.  Laddove non sappia svolgere il proprio ruolo di compromesso creativo, essa si semplifica e diventa apocalittica. 

[Le adesioni possono essere effettuate qui o via mail a livi(at)uni-trier.de].

Le adesioni ricevute verranno aggiornate in brevissimo tempo.

5 aprile 2020

Aderiscono:

    1.     Carlo Spagnolo, Università di Bari
    2.     Vito Gironda, Università di Bielefeld
    3.     Christian Jansen, Università di Treviri
    4.     Massimiliano Livi, Università di Treviri
    5.     Paolo Pombeni, Università di Bologna
    6.     Stefano Cavazza, Università di Bologna
    7.     Brunello Mantelli, Università della Calabria
    8.     Laura Di Fabio, Università di Treviri
    9.     Jacopo Ciammariconi, Università di Treviri
    10. Francesco Leone, Università di Treviri
    11. Marica Tolomelli, Università di Bologna
    12. Deborah Cuccia, Stiftung Universität Hildesheim, Institut für Geschichte
    13. Carolina Castellano, Università di Napoli Federico II
    14. Sara Lorenzini, Università di Trento
    15. Andrea Di Michele, Università di Bolzano
    16. Alessia Terrinoni, WWU Münster
    17. Silvia Del Zoppo, Università di Milano/Universität Heidelberg
    18. Lucrezia Ranieri, Università della Tuscia
    19. Beatrice Benocci
    20. Andrea D’Onofrio, Università degli Studi di Napoli Federico II/SISCALT
    21. Filippo Triola, Università di Bologna
    22. Filippo Focardi, Università di Padova
    23. Pierluigi Pironti, Stiftung Topographie des Terrors/Dokumentationszentrum NS-Zwangsarbeit, Berlino
    24. Daniele Toro, Università di Bielefeld
    25. Stefan Laffin, Università di Bielefeld
    26. Costanza D’Elia, Università di Cassino
    27. Alessandro Salvador, University of Nottingham
    28. Fiammetta Balestracci, German Historical Institute of London
    29.  Umberto Tulli, Università di Trento
    30. Daniela Saresella, Università degli Studi di Milano
    31. Valentine Lomellini, Università di Padova
    32. Giuliana Laschi, Università di Bologna
    33. Raffaello Pannacci, Università di Perugia
    34. Federico Trocini, Università degli Studi di Torino
    35. Antonio Bonatesta, Università di Padova
    36. Serge Noiret, European University Institute 
    37. Leonardo Rapone, Università della Tuscia
    38. Nicola Camilleri, Università di Padova
    39. Giovanna D’Amico, Università di Messina 
    40. Simone Neri Serneri, Università di Firenze
    41. Marco Bresciani, Università di Firenze
    42. Sebastian De Pretto, Basilea
    43. Roberto Sciarrone, Sapienza Università di Roma
    44. Alexander Kraus, Institut für Zeitgeschichte und Stadtpräsentation der Stadt Wolfsburg
    45. Nicola Bassoni
    46. Maria Salvati, già Università di Bologna
    47. Gabriele D’Ottavio, Università di Trento
    48. Enrico Acciai, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”
    49. Paolo Zanini, Università degli Studi di Milano
    50. Bianca Gaudenzi, Istituto Storico Germanico di Roma/Università di Cambridge
    51. Bottecchia Giordano, Université Paris 8
    52. Mario De Prospo, Università degli studi di Pavia
    53. Jacopo Perazzoli, Università degli Studi di Milano
    54. Gabriele Clemens, Universität des Saarlandes
    55. Federico Trocini, Università degli Studi di Torino
    56. Alfonso Botti, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
    57. Gaetano Morese
    58. Luca Fenoglio, University of Leicester
    59. Armando Pitassio, già Università degli studi di Perugia.
    60. Steven Forti, Universitat Autònoma de Barcelona / IHC-Universidade Nova de Lisboa
    61. Franco Motta, Università di Torino
    62. Massimo De Giuseppe, Univ. di Milano
    63. Monica Fioravanzo, Università di Padova
    64. Andrea Baravelli, Università di Ferrara
    65. Stefano Musso, Università di Torino
    66. Nicola Labanca, Università di Siena
    67. Antonio Fino, Università del Salento (in pensione)
    68. Marco Palla, Università di Firenze (in pensione)
    69. Martin Sabrow, Leibniz-Zentrum für Zeithistorische Forschung, Potsdam
    70. Margherita Angelini, Università di Padova (cultrice) e insegnante
    71. Giuseppe Iglieri, Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale
    72. Mirco Dondi, Università di Bologna
    73. Luciano Zani, Sapienza Università di Roma
    74. Enrico Palumbo, Università IULM
    75. Andrea Santangelo, Università di Tuebingen
    76. Luciana Mella, Düsseldorf
    77. Patricia Chiantera, Università di Bari
    78. Alberto Basciani, Università Roma Tre
    79. Paolo Pezzino, Università di Pisa
    80. Toni Ricciardi, Université de Genève
    81. Andrea Azzarelli, Società Napoletana di Storia Patria
    82. Luciano Segreto, Università di Firenze
    83. Maurizio Ridolfi, Università della Tuscia e di Roma Tre
    84. Xosé M. Núñez Seixas, Universidade de Santiago de Compostela
    85. Federico Romero, Istituto Universitario Europeo
    86. Petra Terhoeven, Universität Göttingen
    87. Vittorio Vidotto, Roma
    88. Anke Silomon,
      Stiftung Garnisonkirche Potsdam
    89. Valerio Torreggiani, Universidade de Lisboa
    90. Riccardo Piccioni, Università di Macerata
    91. Fabio Zucca Università dell’Insubria
    92. Emanuele Gatti, Danube University Krems (Ö)
    93. Werner Daum, FernUniversität in Hagen
    94. Renato Camurri, Università di Verona
    95. Massimiliano Aloe, Rende
    96. Riccardo Mario Cucciolla, LUISS
    97. Roberta Pergher, Indiana University
    98. Edmondo Montali, Fondazione Giuseppe Di Vittorio Roma 
    99. Luciano Tosi, Università degli studi di Perugia
    100. Federico Mazzini, Università di Padova
    101. Raoul Pupo, Università di Trieste
    102. Angela Villani, Università di Messina
    103. Fabio Zucca, Università dell’Insubria
    104. Giancarlo Pellegrini Università di Perugia
    105. Monica Fioravanzo, Università di Padova
    106. Francesco Villani, Università degli Studi di Napoli Federico II
    107. Thomas Großbölting, WWU Münster
    108. Gabriele Metzler, Humboldt-Universität zu Berlin
    109. Paolo Carusi, Università Roma Tre
    110. Paolo Raspadori, Università di Perugia
    111. Thomas Welskopp, Universitá di Bielefeld
    112. Andrea Becherucci, European University Institute
    113. Elena Dagrada, Università degli Studi di Milano
    114. Luca Lecis, Università degli Studi di Cagliari
    115. Stefano Magagnoli, Università degli Studi di Parma
    116. Dorothea Wohlfarth, Deutsches Archäologisches Institut Rom
    117. Antonino Baglio, Università degli Studi di Messina
    118. Simon Unger-Alvi, Deutsches Historisches Institut in Rom
    119. Matthias Springborn, Doktorand, Universität Potsdam
    120. Giorgio Grimaldi, Università degli Studi di Genova
    121. Julian Traut, Monaco di Baviera
    122. Maddalena Alvi, University of Cambridge
    123. Kordula Wolf, Deutsches Historisches Institut in Rom
    124. Livio Zerbinati, ISERS
    125. Daria De Donno, Università del Salento
    126. Maria Antonella Fusco, Mibact (in pensione)
    127. Cristina Cavallaro, Università degli studi di Torino
    128. Antonio Carbone, Deutsches Historisches Institut in Rom
    129. Cinzia Venturoli, Bologna
    130. Chiara Ottaviano, Cliomedia Public History, Torino
    131. Tiziano Torresi, Università degli Studi Roma Tre
    132. Angelo Ventrone, Università degli Studi di Macerata
    133. Enrica Salvatori, Università degli Studi di Pisa
    134. Dietmar Süß, Universität Augsburg
    135. Thomas Kroll, Friedrich-Schiller-Universität Jena
    136. Michael Wildt, Humboldt-Universitaet zu Berlin 1
    137. Costanza Calabretta
    138. Giorgio Mezzalira, Bolzano/Bozen
    139. Christina Morina, Universität Bielefeld
    140. Giuseppe Trebbi, Università di Trieste
    141. Luca Renzi, Università di Urbino Carlo Bo
    142. Christoph Lorke, WWU Münster
    143. Michael Gehler, Stiftung Universität Hildesheim
    144. Gabriele Paolini, Università di Firenze
    145. Giovanni Bernardini, European University Institute
    146. Emanuela Costantini, Università degli Studi di Perugia
    147. René Moehrle, Universität Trier
    148. Vincenzo Schirripa, Lumsa
    149. Ubaldo Villani-Lubelli, Università del Salento
    150. Lucia Ceci, Università di Roma Tor Vergata
    151. Frank Bösch, Universität Potsdam/Leibniz-Zentrum für Zeithistorische Forschung (ZZF)
    152. Eva Schlotheuber, Universität Düsseldorf/ Vorsitzende des Verbandes der Historiker und Historikerinnen Deutschlands
    153. Till Kössler, Universität Halle-Wittenberg
    154. Anna Maria Schmidt, Universität Duisburg-Essen
    155. Andrea Sangiovanni, Università degli studi di Teramo
    156. Edoardo Borruso, Università Bocconi Milano (in pensione)
    157. Andrea Azzurrini, Università Trier
    158. Jens Späth, Universität des Saarlandes
    159. Florian Hartmann, RWTH Aachen University
    160. Thomas Etzemüller, Universität Oldenburg
    161. Edith Pichler, Centre for Citizenship, Social Pluralism and Religious Diversity
    162. Gianfranco Macrì, Università di Salerno
    163. Emma Mana, Università degli studi di Torino
    164. Emanuele Bernardi, Università “Sapienza” di Roma
    165. Wilko Graf von Hardenberg, Max-Planck-Institut für Wissenschaftsgeschichte, Berlin
    166. Franca Varallo, Università degli Studi di Torino
    167. Manfredi Merluzzi, Università Roma Tre
    168. Angela Romano, European University Institute
    169. Giulio Navarra, Università del Salento
    170. Norman Aselmeyer, European University Institute/Universität Bremen
    171. Marco Brando, giornalista e saggista, socio Aiph, Milano
    172. Mauro Venier, Fisico, industria privata
    173. Cinzia Dal Maso, giornalista, Roma
    174. Andrea Filippo Saba, storico, Istituto nazionale Ferruccio Parri, Milano
    175. Pierluigi Feliciati, ricercatore di scienze documentarie, Università di Macerata
    176. Francesco Pitassio, Università degli Studi di Udine
    177. Marta Margotti, Università degli Studi di Torino
    178. Giuseppe Petralia, Università di Pisa
    179. Andrea Giardina, Scuola Normale Superiore
    180. Gia Caglioti, Università di Napoli Federico II
    181. Josef Prackwieser, LMU München
    182. Linus Rapp Folkwang Universität der Künste, Essen
    183. Matteo Maserati, PhD student, Università degli Studi di Salerno
    184. Fernando Puzzo, Università della Calabria
    185. Bruno Bonomo, Sapienza Università di Roma
    186. Anna Maria Minutilli
    187. Niccolò Pianciola, Lingnan University, Hong Kong
    188. Christopher Kopper, Universität Bielefeld
    189. Roberto Garaventa, Università di Chieti-Pescara
    190. Simon Staffler, Università degli Studi di Milano
    191. Jean-Marie Palayret, Archives historiques de l’Union européenne.
    192. Antje Flüchter, Universität Bielefeld
    193. Veronica Cesarco, Köln
    194. Elena Vigilante, Università degli studi della Basilicata
    195. Lucia Boschetti, Università di Bari
    196. Daniel Siegmund, unabhängiger Historiker, Leipzig
    197. Volker Kraus, Ulm
    198. Anna Elia, München
    199. Tiziana Lazzari, Università di Bologna
    200. Massimiliano Passerini, WWU Münster / Lehrer
    201. Javier Ugarte Tellería, Universidad del País Vasco / EHU
    202. Xosé Ramón Veiga. Universidade de Santiago de Compostela
    203. Carme Molinero. Universitat Autònoma de Barcelona
    204. Pere Ysàs, Universitat Autònoma de Barcelona.
    205. Pedro Carasa Soto. Universidad de Valladolid
    206. Ester De Fort, Università di Torino
    207. Antonio Fco. Canales, Universidad Complutense de Madrid
    208. Juan José Onofre Franco, Universitat de Barcelona
    209. Jesús Mirás Araujo, Universidade da Coruña
    210. José María Faraldo, Universidad Complutense de Madrid
    211. Gloria Priego de Montiano, Universidad de Córdoba (España)
    212. Manuel Bueno Lluch, Archivo Histórico de CCOO de Andalucía (España)
    213. Paulino Martínez Fernández, Universidade da Coruña.
    214. Adriana Borra, University of Vermont
    215. Florian Kobler, Universität Konstanz
    216. Daniel Hedinger, LMU München
    217. Christopher Schulte-Schüren, Universität Bielefeld
    218. Francesca Guiducci, Università degli Studi di Perugia
    219. Andreas Gestrich, Universität Trier
    220. Laurent Warlouzet, Paris Sorbonne Université
    221. Antonio Moreno Juste, Universidad Complutense de Madrid
    222. Catarina Mahnke, Bremen
    223. Javier Ponce, Universidad de Las Palmas de Gran Canaria
    224. Mar Rubio Varas, Universidad Pública de Navarra
    225. Ricardo Campos Marín. Instituto de Historia. CSIC. Madrid
    226. Christoph Herkströter, Universität Bielefeld
    227. 227- Rosa M Medina Doménech. Universidad de Granada.
    228. Matthias Waechter, CIFE Nice
    229. Michael Jung, Leibniz Universität Hannover
    230. Jörg Requate, Universität Kassel
    231. Paola Guglielmotti, Università di Genova
    232. Alberto Ramos, Universidad de Cádiz
    233. María Jesús Facal, Universidad de Vigo
    234. Mercedes Fernández Paradas, Universidad de Málaga
    235. Silke Panoriou, Athens – Greece
    236. Adoración Álvaro Moya, CUNEF University, Madrid
    237. Martin Hallmannsecker, Berlin
    238. Lotte Kosthorst, Johannes Gutenberg-Universität Mainz
    239. Nuria Puig, Universidad Complutense de Madrid
    240. Álvaro Ferreira da Silva, Nova School of Business and Economics, Lisbon, Portugal
    241. Miguel Ángel Ruiz Carnicer, Universidad de Zaragoza, España.
    242. Claudio Caldarazzo
    243. Xavier Andreu Miralles, Universitat de València
    244. Vanni D’Alessio, Università di Napoli Federico II
    245. Daniel Kosthorst, Leipzig
    246. Daniel Castillo Hidalgo, Universidad de Las Palmas de Gran Canaria
    247. Estrella Trincado, Universidad Complutense de Madrid
    248. Yolanda Blasco, Universitat de Barcelona
    249. Stefano Livi, PhD Sapienza Università di Roma
    250. Miguel Ángel Perfecto García. Universidad de Salamanca
    251. Veronika Proske, Corvinus Universität Budapest
    252. Malte Zill, Universität Hamburg
    253. Richard Steinberg, Universität Hamburg
    254. Simon Mair, München
    255. Nicole Demarchi, Università di Padova
    256. Rosa Smurra, Università di Bologna
    257. Raúl Mínguez Blasco, University of Leeds
    258. Antonella Barzazi, Università di Padova
    259. Philipp Nielsen, Sarah Lawrence College, NY/MPI für Bildungsforschung, Berlin
    260. Giovanni Collamati, Sapienza, Università di Roma
    261. Andrea Rehling, Universität Augsburg
    262. Jan-Pieter Forßmann, Berlin
    263. Rebeca Saavedra Arias, Universidad de Cantabria
    264. Tina Schröer, Universität Bonn
    265. Daniel Schmidt, ISG Gelsenkirchen
    266. Peter Pichler, Karl-Franzens-University Graz
    267. Vincenzo Lavenia, Università di Bologna
    268. Anke te Heesen, Humboldt-Universität zu Berlin
    269. Manfred Wiens, Witten
    270. Fausto Mirabile, Düsseldorf
    271. Francesca Sofia, Università di Bologna
    272. Johanna Kegel-Maier, Bornhöved
    273. Miguel Angel Perfecto García, Universidad de Salamanca
    274. Vincenzo Lavenia, Università di Bologna
    275. Andrea Casalboni, Sapienza Università di Roma
    276. Caterina Cappuccio, Bergische Universität Wuppertal
    277. Francesco Senatore, Università di Napoli Federico II
    278. Rajko Pertot
    279. Sergio Sánchez Collantes, Universidad de Burgos
    280. José Luis Ledesma, Universidad Complutense de Madrid
    281. Christoph Laucht, Swansea University, Wales, United Kingdom
    282. Armin Lux, Bergisch Gladbach
    283. Alberto Palladini, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
    284. Vincenzo Lavenia, Università di Bologna
    285. 285 Lourenzo Fernández Prieto. Universidade de Santiago de Compostela. Galicia. Spain
    286. Giulia Zornetta, Università di Padova
    287. Luigi Masella, Università di Bari
    288. Francesco Paolo Tocco, Università di Messina
    289. Eduardo Rey Tristán, Universidad de Santiago de Compostela
    290. Simone Lombardo, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano
    291. Federico Lattanzio, Università di Roma Tor Vergata
    292. Ludovico Matrone, Università degli Studi di Torino
    293. Franz-Josef Arlinghaus, Universität Bielefeld
    294. Julian Slavov, Düsseldorf
    295. Niels Weise, Institut für Zeitgeschichte München-Berlin
    296. Juan Luis Nevado Encinas, Universidad Autónoma de Madrid
    297. Markus Trutenau, FH-Bielefeld
    298. Francesco Borghero, Università degli Studi di Firenze e Siena
    299. Enzo Fimiani, Università di Chieti-Pescara
    300. Cecilia Bighelli, ricercatrice sociale, Trento
    301. Bettina Pfotenhauer, Stadtarchiv Muenchen / LMU Muenchen
    302. Justo Beramendi, Universidade de Santiago de Compostela
    303. Cristian Rodríguez Mesa, Universidad de Cádiz
    304. Mikel Urquijo, Universidad del País Vasco / Euskal Herriko Unibertsitatea
    305. David Chao Castro, Universidade de Santiago de Compostela
    306. Juan José Martín García, Universidad de Burgos
    307. Carolina Rodríguez-López, Universidad Complutense de Madrid
    308. Björn Gebert, Westfälische Wilhelms-Universität Münster
    309. Carmen García. Universidad de Oviedo (España)
    310. Fabian Lemmes, Ruhr-Universität Bochum
    311. Marco Kerber, Gütersloh / Fernuniversität Hagen (Germany)
    312. Franziska Decker, Otto-Friedrich-Universität Bamberg
    313. Matilde Eiroa, Universidad Carlos III de Madrid
    314. Patrik Baab
    315. Christian Salm, European Parliament Bruxelles
    316. Gabriella D’Agostino, Università degli studi di Palermo
    317. Pietro Corrao, Università degli studi di Palermo
    318. Andrea Antonio Verardi, University of Helsinki
    319. Francisco Acosta Ramírez, Universidad de Córdoba
    320. Andrea Fara, Sapienza Università di Roma
    321. Carlos Sanz, Universidad Complutense de Madrid
    322. Robert Himmrich, Düsseldorf
    323. Alberto Marcos Martín, Universidad de Valladolid
    324. Johannes Börmann, Ulm.
    325. Antonio Santamaría García. CSIC. España
    326. Giorgio Potì, Post-doc research fellow at DHI Rom
    327. Mª José Martínez, Universidad de Murcia
    328. Manuel Casado Arboniés. Universidad de Alcalá
    329. Vladimir López Alcañiz, investigador independiente, Barcelona
    330. Sigfrido Vázquez Cienfuegos, Universidad de Extremadura
    331. Emilio Sola Castaño, Universidad de Alcalá.
    332. Rosario Santanastasio, Archeoclub d’Italia
    333. Lilyam Padrón Reyes Universidad de Cádiz
    334. Lorenzo Silva Ortiz. PhD student, Universidad de Extremadura
    335. Manuel Talamante Pérez, INU Champollion Albi-Rodez, Francia.
    336. Ernique Perdiguero. Universidad Miguel Hernández de Elche (Alicante, España)
    337. Jesús Blanco García. Universidad de Sevilla (Sevilla, España)
    338. Regina Schulte, Bochum
    339. Ulrich Wyrwa, Universität Potsdam
    340. Ulrike Reuter, Berlin
    341. Paula Rodríguez Modroño, Universidad Pablo de Olavide, Sevilla
    342. Emilio Pérez Romero, Universidad Complutense de Madrid
    343. Angelika Burtscher, Bozen
    344. Roberto J. López, Universidad de Santiago de Compostela
    345. César Rina Simón, Universidad de Extremadura.
    346. Antonio Brusa, Università di Bari
    347. Leila El Houssi, Università di Firenze
    348. Paolo Ercolani, Università di Urbino
    349. Caterina Lavarra, Università di Bari
    350. Giulia Frontoni, Amburgo
    351. Nicola Cusumano, Università degli Studi di Palermo
    352. Pier Virgilio Dastoli, Movimento Europeo
    353. Ruth Nattermann, LMU München
    354. Giovanna Grenga, Roma – Fondazione/Stiftung Alexander Langer
    355. Michelangelo De Donà, INDEF Bellinzona (Svizzera)
    356. Enrico Basso, Università degli Studi di Torino
    357. Philipp Schütze, Berlin
    358. Inès Charlotte Mosgalik, Sciences Po
    359. Norbert Weiss, Arbeitskreis “Lokale Zeitgeschichte Calw”, Calw
    360. Krystyna Janas-Weiss, Arbeitskreis “Lokale Zeitgeschichte Calw”, Calw
    361. Toni Morant i Ariño, Universitat de València
    362. Heinrich Nikolaus Caspary, Seeheim-Jugenheim
    363. José Luis Antas Ramos, A Coruña
    364. Marina Caffiero, Sapienza Università di Roma
    365. Hartmut Schernbeck, Berlin
    366. Gerlinde Vetter
    367. Anna Perini
    368. Frank Rausch, St Ingbert
    369. Hans-Dieter Dörr
    370. Götz Eberspächer
    371. Gert Sørensen
    372. Natalie Petiteau, Avignon Université
    373. Marianne Zepp, Berlin
    374. Jan Neubauer, Universität Augsburg
    375. Florian Jansen, Köln
    376. Hans-Walter Schmuhl, Universität Bielefeld
    377. Patrizia Caracciolo, docente di italiano , membro VDIG e redattrice radiofonica di Marburgo
    378. Vitaliano Gemelli Former Member European Parliament
    379. Simone Protti, Düsseldorf

 

 

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