Tutti gli articoli di Critica Liberale

Una vita, le nostre vite

di Laura Cima

Una volta c’erano i consultori per cui abbiamo occupato a Torino locali autogestiti in ogni quartiere che avrebbero dovuto accogliere anche ragazze sole come Chiara Petrolini per informare e aiutare. Quanti ne sono rimasti? Sostituiti dalle istruzioni in rete che Chiara ha seguito mentre partoriva? Ma che sanità e che sistema educativo abbiamo? La rete? Sono inorridita anche di come si parla di questa ragazza, una omicida infanticida seriale senza coscienza. E parenti e fidanzato inconsapevoli poverini. Continua la lettura di Una vita, le nostre vite

l’estrema destra italiana e israele

di Luciano Belli Paci

La presa di distanza dall’antisemitismo risale ad Almirante, che pure era stato segretario di redazione de “La Difesa della Razza” e poi esponente della RSI. Il MSI, che era nato antiamericano e filoarabo, si era convertito nel corso dei decenni in partito filoccidentale e ammiratore di Israele. Ed aveva inaugurato con astuzia un’operazione politica che si è perfezionata solo molti anni dopo, con le formazioni post-missine: quella di enucleare il capitolo antiebraico dalla complessiva storia del fascismo, in modo tale da esibire una sempre più veemente condanna di quel crimine estremo, guadagnarsi titoli di presentabilità e al tempo stesso disseminare il messaggio subliminale secondo il quale il resto del fascismo – se non fosse stato per quel cancro, peraltro di importazione – non sarebbe stato poi così male.

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LO SPUTO

Per stabilire  la sua ’egemonia “nella cultura italiana.  per rinnovare la classe dirigente del paese, insomma per  “fare la storia”, come dice Giorgia, la destra tutta, da Tajani a Salvini, ha imbarcato in Umbria Bandecchi.  La Destra è terrorizzata che per poco, per uno sputo, vinca in regione il centrosinistra e allora arruola il sindaco di Terni, lo Sputatore per eccellenza.

la lepre marzolina – 14 settembre 2024

stasera mi butto… stasera mi butto… con giorgia

di enzo marzo

«Io sono una persona seria»   Matteo Renzi, “Corriere della sera”, 19 luglio 2024

Estate torrida, con una sola vera notizia positiva: il risveglio del partito democratico americano, che, sospinto dalla disperazione, ha ragionato un po’ e sembra aver acceso la speranza di salvare oltre che sé stesso anche il mondo civile da un golpista criminale come Trump. Certo non basterà. I democratici americani hanno accumulato nei decenni post-rooseveltiani parecchi errori e soprattutto parecchie morosità. Ne riparleremo dopo le elezioni di novembre, che speriamo caccino il pericolo mortale in cui incorrerebbero i paesi più civilizzati se Washington cadesse nelle mani di un destrorso delinquenziale.  Ma non dovrebbe essere che l’inizio: i democratici hanno l’immane compito, abbandonato negli ultimi decenni, di riscoprire il liberalismo (guarda caso, quello anglosassone). Non è possibile che proprio negli Stati Uniti non si sia realizzato uno stato sociale effettivo. E che quindi persista e si accresca un’intollerabile differenza tra ceti sociali. Che rimangano lacune fondamentali sulla divisione dei poteri, che viva una legislazione medioevale che prevede la pena di morte o un personale uso di armi da guerra. Il liberalismo non confonde il conflitto con il fanatismo e la violenza, non si abbandona a un individualismo assoluto e senza regole che non tiene conto della libertà altrui, è permeato di valori umanistici. Non si trova a suo agio in una società sempre più aggressiva e consumista. Lamentiamo, quindi, la mancanza di conflitto proprio tra il liberalismo e la “democrazia americana”, già criticabile perché ha la pretesa di risolvere tutto col voto popolare (manipolabile in mille modi), figuriamoci quando degenera in populismo, suprematismo, liberismo selvaggio. E i democratici sanno dalle proprie radici che non basta una generica socialdemocrazia per cambiare radicalmente rotta. Vance, l’erede di Trump, predica il post-liberalismo. Piace addirittura meno di Trump a chi, come noi, è per la libertà e per lo sforzo continuo di dare la possibilità agli individui di poter scegliere effettivamente, liberamente.  Insomma per chi è ancora, come fu la borghesia nascente, in lotta contro l’assolutismo e il fanatismo dogmatico. In tutti i campi.

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IL BOCCIOFILO

di maurizio fumo

Mi dispiace, son pentito,
quella bionda m’ha irretito,
non capivo quasi niente,
manco fossi un deficiente,
quella donna m’ha stregato,
manco fossi un minorato;
certo avrei qualche scusante
se io fossi un ignorante.
Per l’Italia andavo a zonzo
con la Boccia, ma che… gonzo.
Un casino ho combinato!
E piangendo disperato,
con parole assai confuse
in TV porse le scuse.
Via non piangere, Gennaro:
c’è del dolce nell’amaro,
anche se sembrasti scemo
tutti noi ricorderemo
di Pompei le folli notti
di Gennaro ‘o chiagni e fotti

IL DISCORSO DELLA NONNA E DELLA SUOCERA

Il blocco etico sociale democratico secondo Barack Obama

di giorgio benigni

 

Con quella certa spocchia da dotti dell’Aeropago, in Europa e in Italia si è spesso guardato alle convention per le presidenziali degli Stati Uniti d’America come a passerelle mediatiche buone per le pagine di costume ma con l’idea che la politica fosse altrove.

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“I terroristi occulti” di Norberto Bobbio

Stragismo neofascista  

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Nell’anno in cui si è celebrato il quarantesimo anniversario della nostra repubblica, sarebbe imperdonabile dimenticare o ignorare l’altra faccia del potere, quella che non si vede e della quale non si parla nelle cerimonie ufficiali (stranamente neppure nella maggior parte degli scritti dei politologi). Nel’universo del potere invisibile sono nati tutti gli episodi di violenza politica che hanno sconvolto il paese, ivi compreso il più efferato, la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980.
Quando nel 1979 scrissi un articolo su La democrazia e il potere invisibile, la strage di Bologna non era ancora avvenuta. Ma mi era parso naturale osservare che dalla strage di Piazza Fontana, avvenuta il 12 dicembre 1969, in poi, era cominciata la degenerazione del nostro sistema politico per opera di un potere sotterraneo insidioso e senza scrupoli di cui non si conoscevano né la natura né gli scopi, ed avanzare il sospetto che il segreto di Stato fosse servito a proteggere il segreto dell’anti-Stato. La strage di Bologna, che supererà per numero di vittime tutte le stragi precedenti e quelle successive, avrebbe confermato quella osservazione. I risultati sinora raggiunti dopo sei anni d’indagini, se pur non definitivi, stanno trasformando quel sospetto in certezza.
Nonostante il meritevole impegno di magistrati e di giornalisti nella ricerca della verità, nonostante gl’innumerevoli scritti di storici, sociologi e studiosi di politica, convegni, seminari e pubblici dibattiti, sul terrorismo rosso e nero, si ha l’impressione che sinora non siano state generalmente percepite e comprese la gravità, l’estensione, la frequenza dei ricorrenti tentativi di sovvertimento delle nostre libere istituzioni, tanto più preoccupanti in quanto nessun altro paese democratico ha subito, sofferto, tollerato, e, quel che è peggio, protetto in egual misura, in tutti questi anni, una paragonabile situazione permanente di violenza eversiva, indirizzata insolentemente e spregiudicatamente all’instaurazione di un ordinamento autoritario. Continua la lettura di “I terroristi occulti” di Norberto Bobbio

USCITO IL N.154 DEL “NONMOLLARE” – SCARICABILE GRATIS QUI E ANCHE SU WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT

per scaricare il pdf del “NONMOLLARE”  clicca qui
e anche su www.ilfattoquotidiano.it – dopo un’estate politica così, ci aspetta un autunno rovente

NONMOLLARE n. 154
Sommario

appunti estivi
05. enzo marzo, stasera mi butto… stasera mi butto… con giorgia
la biscondola
08. paolo bagnoli, la quadratura del cerchio
astrolabio
10. angelo perrone, la cittadinanza che nasce a scuola
12. riccardo mastrorillo, l’ho scelta a caso e uccisa
la vita buona
14. valerio pocar, libertà, uguaglianza e solidarietà nelle famiglie d’oggi
cosmopolis
16. niccolò rinaldi, verso una nuova guerra fredda
18. pietro polito, mai più hiroshima e nagasaki
lo spaccio delle idee
20. massimo la torre, israele, gaza e questione palestinese – guerra senza fine
27. comitato di direzione
28. hanno collaborato

#unitiperleuropa – APPELLO ALLA MOBILITAZIONE 2

di pier virgilio dastoli

Per rispondere al progetto di Donald Trump e alle mire imperiali di Vladimir Putin non basta più suonare la sveglia dell’Europa dei sonnambuli. È infatti tutto l’ordine internazionale che soffre di limiti e difetti sempre più insopportabili.

Occorre chiamare in piazza tutti coloro che traggono concreti vantaggi dalle politiche europee, che si identificano in una lunga lista di beneficiari, quali:

  • i giovani e i docenti del programma Erasmus come simbolo dell’identità europea,
  • i giovani dei corpi europei di solidarietà e del servizio volontario europeo come simbolo dell’Europa che lotta per la pace,
  • i consumatori protetti dalle regole europee,
  • i poteri locali e regionali sostenuti dalla politica di coesione economica, sociale e territoriale,
  • i sindaci delle città europee della cultura e delle città gemellate,
  • la rete dei Fringe Festivals e degli artisti di strada,
  • il mondo agricolo più attento al valore delle risorse naturali e della qualità del cibo,
  • i ricercatori che interagiscono con il programma Horizon e con la politica di ricerca dell’Unione europea,
  • i giudici nazionali che tutelano i diritti delle persone applicando la Carta dei diritti e gli avvocati che la invocano in giudizio,
  • i promotori delle iniziative di cittadini europei e delle petizioni al Parlamento europeo che hanno usufruito e intendono usufruire di questi strumenti di democrazia partecipativa,
  • le cittadine e ci cittadini che hanno partecipato alla Conferenza sul futuro dell’Europa e che sono stati e sono parte attiva dei panel transnazionali,
  • i beneficiari dell’azione del Mediatore europeo,
  • i lavoratori delle imprese rese competitive dagli investimenti europei,
  • i lavoratori delle imprese nel mondo digitale e quelli protetti dagli interventi europei nella dimensione sociale,
  • le imprese protette dal marchio europeo,
  • gli abitanti delle aree protette dagli effetti del cambiamento climatico,
  • il mondo della cultura che si riconosce in una comune identità.

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