Tutti gli articoli di Critica Liberale

si aprono le iscrizioni all’Associazione “Amici di Critica liberale”

Critica liberale il prossimo anno compirà 50 anni. La Fondazione celebrerà l’anniversario con vari eventi. E’ assai raro che una pubblicazione attraversi un periodo così lungo col solo volontariato e senza finanziatori esterni.
Aiutateci a non mollare proprio ora che il paese è sull’orlo del baratro.
Iscrivetevi all’associazione “amici di critica liberale” con un piccolo gesto di solidarietà e di amicizia.

“10 euro per critica”
Per iscriversi come Socio Sostenitore puoi fare il tuo versamento tramite bonifico sul conto corrente intestato all’Associazione Amici di Critica liberale IT 33 V 05696 03226 000003186X23, mandando contestualmente una mail ad amicidicriticaliberale@gmail.com
Oppure tramite paypal sul sito www.criticaliberale.it

evento: nel 2019 Critica liberale compie 50 anni

Nel mese di marzo 2019 la Fondazione organizza a Roma un Convegno internazionale in due sessioni:

1. Gli stati generali del liberalismo
2. Federalismo o barbarie

Durante l’evento verrà inaugurata la prima edizione del Premio sulla illibertà, che la Fondazione assegnerà ogni anno a chi si è particolarmente segnalato con scritti o politiche pubbliche o iniziative contro le libertà civili e politiche, lo stato di diritto e la giustizia sociale.

[Il premio sarà assegnato con voto segreto dagli iscritti alla Associazione degli Amici di Critica liberale]

L’ORIGINE DELLE FAKE NEWS

di dimitri buffa

Il nostro linguaggio ipocrita ed eufemistico è all’origine delle cosiddette fake news. Esempio: Matteo Renzi che forse si sta facendo un proprio partito, in un’intervista dice che “chiunque vincerà le primarie del Pd avrà il mio rispetto”. Traduzione: “fatti suoi, a me non importa un fico secco”.

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“TUTTI A TERRA, QUESTO E’ IL CAMBIAMENTO”

Scena da film americano. Vicino a Bari i rapinatori, armati fino ai denti, bloccano una strada incendiando due tir messi di traverso, poi si gettano su un veicolo portavalori. Spaccano le pareti corazzate dell’automezzo con una ruspa, impossessandosi di quanto è a bordo, cioè 2,3 milioni di euro, destinati a pagare le pensioni.

Ci domandiamo: ma perché tutta questa fatica? Oltretutto con molti rischi.

Per rapinare le pensioni, in un’operazione ben più massiccia, basta molto meno. È sufficiente sbandierare il rosario, mangiare Nutella, fotocopiare i programma Le Pen e prendere il 12,25 per cento dei voti dei cittadini aventi diritto. Certo, bisogna avere anche l’impudicizia di passare quella modesta cifra per “il popolo tutto”, parlare continuamente a nome di questo e violentare il parlamento con la complicità di un tristo figuro ormai col consueto ruolo del “palo”. Anzi, della ruspa. Nessun azzardo, basta irrompere gridando “tutti a terra, questo è il cambiamento” e indossare una maschera per nascondere la faccia di tolla.

la lepre marzolina – 3 gennaio 2019

NO, NON “E’ GIORNALISMO”: DIO MIO COME SIAMO CADUTI IN BASSO…

Riportiamo dal Fatto.it questa straordinaria notizia:

«È il giornalista Mattia Feltri il vincitore della 22esima edizione del premio ” È Giornalismo”, fondato da Indro Montanelli, Enzo Biagi, Giorgio Bocca e dall’imprenditore Giancarlo Aneri. Lo ha deciso la giuria, ora composta dallo stesso Aneri, come presidente, e da Giulio Anselmi, Mario Calabresi, Massimo Gramellini, Paolo Mieli, Gianni Riotta e Gian Antonio Stella. Mattia Feltri, bergamasco, 49 anni, è figlio d’arte: suo padre Vittorio è una delle firme più conosciute del giornalismo italiano. E a questo ha fatto riferimento Giancarlo Aneri nell’esprimere la sua soddisfazione per la scelta della Giuria “perché con questo meritatissimo premio a Mattia, in fondo si dà anche un riconoscimento alla storia giornalistica familiare”. Feltri ha iniziato la sua carriera giovanissimo al Giornale di Bergamo, per poi passare al Foglio e quindi, dopo una breve parentesi a Libero, fondato dal padre, nel 2005 alla Stampa, di cui oggi è capo della redazione romana».

Avete letto bene? Adesso decifriamo la notizia:

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LA GUERRA SANTA

Adesso, se non interviene un’Autorità più alta, siamo al tutti contro tutti. Nella Società dello Spettacolo anche i Santi non riescono a stare quieti e seguono l’esempio esibizionista della Santanchè. Vogliono stare ogni giorno in Tv e sgomitano tra di loro. Solamente la Madonna, occupata col presepe, si è defilata e Salvini da qualche settimana non la sventola più. La guerra più accesa si è aperta tra San Gennaro e San Francesco. Il Santo napoletano, dopo i baci ricevuti da Di Maio, si sentiva sicuro per aver preso la leadership, ma anche i Santi non possono distrarsi un attimo. Dopo la sciagurata norma sul Terzo Settore varata dal governo, è sceso in campo San Francesco ed è riuscito a compiere un vero miracolo: una manovra intoccabile è toccata anche prima d’essere votata intoccata. Un vero successo, da virtuoso. In paradiso non si parla d’altro. C’è da dire che San Francesco si è fatto aiutare dalla manina di Santo Egidio. Però così non vale. San Gennaro, tradito da quel trasformista di Di Maio, che addirittura si precipita ad Assisi, è irritatissimo. Gli si è liquefatto il sangue dalla rabbia. Ultimo in classifica, purtroppo ancora una volta, San Padre Pio, nel taschino di Conte,  ha dimostrato di non contare nulla.

la lepre marzolina – 28 dicembre 2018

COME 80 ANNI FA

Ottanta anni dopo le leggi razziste e fascistissime, altre persone  umane sono espulse, di colpo,con violenza, dalle strutture in cui vivevano.  E’  la vergogna dell’Italia prima  di un  Natale ipocrita .       Una emergenza creata dal decreto “sicurezza”,  raggiro ed elusione della Costituzione sfigurata da cui  dovrebbe prendere corpo una risposta ferma e civile degli italiani. Come non fu 80 anni fa.

GOVERNO VINTAGE 2

«Che serenità, la pioggia battente addolcisce il cuore e lo fa precipitare nella nostalgia. Dobbiamo proprio ringraziarla, caro v.Presidente del Consiglio, del regalo che ci fa…. Abbiamo temuto per qualche mese che la Tv pubblica cambiasse, e invece no, rimane tutto uguale dai tempi in cui nacque la LOTTIZZAZIONE. Così dopo il CONDONO ci riappropriamo di un altro dei punti saldi della prima e della seconda Repubblica. Abbiamo temuto qualche cambiamento, ma ci avete subito rassicurato. Il nuovo governo è Vintage, sa recuperare le pratiche più immonde del passato e, senza neppure dar loro una spolveratina, ce le restituisce intatte, con tutto il loro sapore di antico».  Così scrivevamo appena qualche settimana fa e già siamo a chiedere perdono ai nostri lettori. Immersi com’eravamo nella nostalgia delle due repubbliche precedenti, abbiamo dimenticato che i veri bastioni della corruzione istituzionale d’antan non sono solo la LOTTIZZAZIONE e il CONDONO, ma c’è anche la QUESTIONE DI FIDUCIA  con cui tutti i governi che adorano la pratica della coercizione sul parlamento hanno offerto il peggio di sé.

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USCITO IL N. 28 DE “GLI STATI UNITI D’EUROPA” SCARICABILE GRATIS QUI

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Indice
editoriale
04 – giovanni vetritto, tentare la riscossa
lo stato dell’unione
08 – antonio calafati, de-costruzione involontaria?
12 – loredana spedicato, “my deal, no deal, or no brexit”
16 – riccardo mastrorillo, i “candidati principali” del nulla
18 – vittorio calaprice, l’innovazione a livello regionale/nazionale
22 – aurelia ciacci, non solo dublino
27 – guglielmo sepe, la svolta popolar-lessicale
d’oltralpe
30- markus kaiser, germania, svolta a destra alle prossime elezioni?
33 – aurelia ciacci, final say: il labour e gli errori su brexit – intervista con nina parker
astrolabio
39 – giovanni vetritto, italexit, l’incubo dopo tanti errori – intervista con marcello messori
pagine federaliste
53 – beatrice rangoni machiavelli, un liberalismo maturo è federale
56 – hanno collaborato

CERVELLO CON PATATE

Pensavamo di non doverlo più fare. Ormai da decenni polemizziamo con quei “professori della cattedra” liberali che quando venne il furbastro Padrone offrirono i loro servigi e le loro penne alla “rivoluzione liberale” di Berlusconi, Previti, Dell’Utri. Tra i politici Pannella e Giorgio La Malfa svendettero all’ingrosso i loro partiti, la sinistra e la tradizione liberaldemocratica per una minestra (scarsa) di lenticchie. E’ stata la tragedia italiana. Noi li definimmo “liberaloidi”.

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