di sergio rizzo
Mai così pochi bambini dal 1861 titolano comprensibilmente preoccupati i giornali. La crisi delle nascite sta precipitando l’Italia nell’inverno demografico con la prospettiva di ritrovarci, fra qualche decennio, al Paese che eravamo prima della Seconda guerra mondiale. Quaranta milioni o poco più. Questa crisi ci dice però che ancora più in crisi, se possibile, è la terna «Dio, patria, famiglia», assunta dall’attuale governo come motto identitario (Giorgia Meloni dixit, il 12 settembre 2022). La prova? Dal 2002 al 2020 il numero dei nuovi nati è diminuito di quasi un quarto. Ma mentre quello dei figli di coppie sposate è crollato del 45,8 per cento, passando da 479.835 a 259.823, i nati fuori dal matrimonio sono aumentati del 148,5 per cento. Erano 58.363 nel 2002, sono diventati 145.069 nel 2020. Ormai ben oltre un terzo dei (pochi) bambini che l’anagrafe registra ogni anno nasce da coppie non sposate. Vent’anni fa non erano che il 10 per cento.
C’entrano anche gli immigrati, sicuro: che peraltro negli ultimi anni partecipano al calo demografico generale ancor più degli italiani. Ma la progressione è inarrestabile, e non manca di riflettersi anche sul sacramento cattolico conseguente alla nascita. Se nel 2002 il rapporto fra il numero di battesimi e quello delle nascite superava l’85 per cento, nel 2020 è sceso sotto il 70 per cento. Continua la lettura di LA FAMIGLIA È UN’ALTRA COSA