di enzo palumbo
Mentre scorrevano sugli schermi televisivi o sulla rete le immagini della tragedia che si era appena consumata sull’autostrada A10 di Genova, i primi sentimenti sono stati quelli dello sgomento per un evento che nessuno immaginava possibile e dell’indicibile dolore per le vittime degli errori umani che ne avevano causato la morte e della tragica fatalità che le aveva coinvolte proprio quando la loro mente andava alla meta che si apprestavano a raggiungere, alla vacanza che stava per iniziare, ai familiari e agli amici con cui dovevano riunirsi, agli impegni cui dovevano attendere.
Ed è naturale che, subito dopo, il sentimento dello spettatore si sia volto all’individuazione istantanea dei responsabili dell’immane tragedia, perché il sommo livello dell’ingiustizia sofferta dalle vittime porta a offuscare la capacità di riflettere e distinguere, specie se c’è chi prova a soffiare sul fuoco dell’indignazione per raccogliere i frutti umorali del consenso popolare propiziato da eventi di questa straordinaria portata.