di enzo marzo
Oramai è diventato un ritornello. Il Parlamento invita degli esperti qualificati o con ruoli pubblici per ascoltare le loro analisi. Gli esperti dicono la loro, sapendo che non solo è loro diritto esprimere con chiarezza il proprio pensiero e fornire i numeri che conoscono, ma è loro dovere fornire ai parlamentari tutti i materiali in loro possesso. Ovviamente ogni forza politica può contestare le loro affermazioni, portare nella discussione pubblica altri e contraddittori dati. Invece nella democrazia paleolitica che si vuole imporre nel nostro paese non passa un minuto e, a turno, uno dei “dioscuri infantili” immediatamente interviene chiedendo le dimissioni dell’esperto consigliandogli di presentarsi alle elezioni. Il che evidentemente non c’entra assolutamente nulla.
Il voto non aggiunge, né toglie, nulla alla forza dei ragionamenti e delle cifre. Non possiede alcun potere taumaturgico. Facciamo un esempio a caso: se un Capo-popolo candida e fa eleggere senatore un ladro, questi – una volta eletto – non è meno ladro solo perché è parlamentare. E l’esperto può benissimo accettare di dire la sua in Parlamento senza essere “costretto” a farsi nominare senatore e a stare a Palazzo Madama seduto accanto a un ladro nominato da un Capo-popolo che inneggia alla Democrazia.
Ps: Per favore, non rispondete che i parlamentari sono eletti liberamente dai cittadini italiani. Chi ha voglia di dare questa risposta si legga prima la legge elettorale italiana.
Se due più due fa quattro, non è che fa cinque sol preché lo sostiene uno che dice di essere stato eletto dai cittadini. Sempre quattro fa! Ma siccome i pentastellati si sono fermati a “uno vale uno”, non si riesce a farglielo capire. R, si qui, ci può anche stare, perché fanno il loro interesse. Il guaio è che non vogliono capirlo neppure molti di quelli che li hanno votati e che magari sanno far di conto.