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Giustizia, è una questione di lingue straniere

di angelo perrone

“La sentenza era complessa e scritta in francese, i giudici non l’hanno compresa”, irresistibili le esondazioni verbali del ministro, al secolo Carlo Nordio, il quale – va detto – conferma la sua formazione per via di trascorsi e studi. La funzione comunque non è scissa dall’estetica. Quando si dice che l’occhio vuole la sua parte. Sobrietà di modi, e di concetti, quelli si sa.

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Sgarbi gaffe e granchi: collezione autunno-inverno del sottosegretario alla Cultura

di vittorio emiliani

Scambiare l’Accademia Reale d’Italia voluta da Mussolini con la gloriosa Accademia dei Lincei costituita nel ‘600 da alcuni giovani intellettuali solidali col Galileo del Nuncius Sidereus è già una bella topica per chi vorrebbe essere l’Intellettuale per eccellenza pronto a dare della “capra” ai suoi contraddittori, cioè Vittorio Sgarbi sottosegretario alla Cultura nel governo di destra. Ma non è  la sola della chilometrica fustigazione (con tante gaffes) di un bravo e coraggioso giornalista come Enzo Marzo, già Corriere della Sera in anni migliori ed ora attivo pensionato in Umbria con una sua lettera quotidiana e numerosi interventi di attualità politica. Insomma un animatore politico-culturale come ne vorremmo di più in questo stanco e stravolto Paese e come cerchiamo di essere noi con Italia Libera. Naturalmente Sgarbi non sfugge all’argomentazione tipica del qualunquismo più becero e cioè che “Mussolini fece anche cose buone” e cita, puntualmente smentito da Enzo Marzo, l’Inps che ha le sue prime radici nel solidarismo di fine ‘800, la Treccani anch’essa nata prima e che, lo sottolineiamo noi, durante il fascismo fece lavorare – come la Comit di Raffaele Mattioli – numerosi intellettuali non allineati al fascismo. Accusa di collusione Benedetto Croce che col manifesto da lui promosso tentò invece di opporsi al plebiscito fascista. Fra l’altro a Croce ministro della Cultura nell’ultimo governo prima del fascismo e al suo attivo sottosegretario Giovanni Rosadi si deve la promozione dei due primi Parchi Nazionali e cioè il Gran Paradiso e il Parco Nazionale d’Abruźzo con sede a Pescasseroli dove don Benedetto era nato. Col fascismo la politica dei Parchi si fermò a quello del Circeo per giunta in parte disboscato negli anni ’30. Ma le “perle” sono tante che è arduo citarle tutte. Come quella clamorosa della cultura portata in Abissinia con l’architettura delle case della cultura fascista. Dimenticando che alla posizione d’avanguardia di un Terragni e dei suoi seguaci vi fu la monumentale reazione dell’architetto di regime Marceĺlo Piacentini che è il vero maestro della edilizia e dell’urbanistica mussoliniana. Per non parlare della Via dei Fori Imperiali, inaugurata dal Duce a cavallo, che sacrificò due antiche chiese e una quantità di preziosi resti archeologici documentati in uno scritto di esaltazione dell’allora governatore di Roma Bottai che per fortuna nel ’38 da ministro della Cultura ascoltò i consigli di tecnici antifascisti o non allineati come Argan e Brandi. Ma forse è pretendere troppo dal loquacissimo sottosegretario alla Cultura del governo Meloni specialista in capre.
 
*Riprendiamo volentieri questo editoriale di Vittorio Emiliani pubblicato da “Italia libera”….

BAMBINO PER TUTTE LE GIORNATE

di enzo marzo

Vi sono uomini per tutte le stagioni, tanto per fare un esempio, Freccero, che secondo la stagione tifa o per  Ingroia  o per Salvini. Giggino, ancora in prima elementare, li batte tutti perché ci mette solo un giorno per cambiare idea. D’altronde il suo testo base sulla diplomazia e sulla politica estera è il Risiko, da lui bazzicato invece di fare i compiti. Ricordiamo una sua intervista a “Le Monde” prima delle elezioni del marzo scorso in cui si professava macroniano e soprattutto europeista di ferro. Il giorno dopo invece….

Adesso, saltato sulla ruspa salviniana si allea con i casseurs che sfondano i portoni dei ministeri, ma poche ore dopo scrive a “Le Monde” elogiando la Francia come un paese amico e il suo popolo come un punto di riferimento «con la sua tradizione democratica millenaria».

Giggino non si fonda sui libri della scuola primaria, ma sulla sua esperienza di vita: infatti nel 1019 il fondatore della dinastia dei Casaleggio, Casaleggio 0.000, si inventò proprio in Francia la democrazia, giusto mille anni fa.

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INFANTILISMO DEMOCRATICO

di enzo marzo

Oramai è diventato un ritornello. Il Parlamento invita degli esperti qualificati o con ruoli pubblici per ascoltare le loro analisi. Gli esperti dicono la loro, sapendo che non solo è loro diritto esprimere con chiarezza il proprio pensiero e fornire i numeri che conoscono, ma è loro dovere fornire ai parlamentari tutti i materiali in loro possesso. Ovviamente ogni forza politica può contestare le loro affermazioni, portare nella discussione pubblica altri e contraddittori dati. Invece nella democrazia paleolitica che si vuole imporre nel nostro paese non passa un minuto e, a turno, uno dei “dioscuri infantili” immediatamente interviene chiedendo le dimissioni dell’esperto consigliandogli di presentarsi alle elezioni. Il che evidentemente non c’entra assolutamente nulla.

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UN INCOMPETENTE A PALAZZO CHIGI

di enzo marzo

Anche se i fatti si stanno chiarendo, non entriamo nella diatriba “politica” sul caso Casalino. Ricordiamo soltanto che in democrazia la Notizia è sacra.

Per chi avesse scarsa memoria ricordiamo il caso di Scajola che, come un idiota, parlando al bar con due giornalisti, offese gravemente la figura del povero Biagi assassinato dalle BR e giustamente santificato da tutti. «Era un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza». Così disse il ministro dell’interno, dando l’esatta misura della sua statura umana e politica, ma la sua sventura fu di non vivere nell’era del “governo del cambiamento” e, quindi, fu costretto a dimettersi.  

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ANALFABETISMO VERSUS LIBERALISMO

di enzo marzo

Calenda è l’homo novus del Pd, e sembra proprio che sia perfettamente in linea con la media della classe dirigente del PI, il Partito Idiota che ha ridotto il paese al disastro. E’ stato ministro due volte e adesso se ne esce con questa dichiarazione che vogliamo riportare integralmente, a suo disdoro. I pidioti colgono con solerzia ogni congiuntivo sbagliato da Di Maio, ma poi quando aprono bocca si fanno uscire tanti di quegli strafalcioni, e non di grammatica, da far inorridire chiunque abbia frequentato la scuola dell’obbligo:

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LEZIONE DI POLITICA A UN ANALFABETA

di enrico galiano

Caro Ministro dell’Interno Matteo Salvini ,
ho letto in un tweet da Lei pubblicato questa frase: “Per fortuna che gli insegnanti che fanno politica in classe sono sempre meno, avanti futuro!”.
Bene, allora, visto che fra pochi giorni ricominceranno le scuole, e visto che sono un insegnante, Le vorrei dedicare poche semplici parole, sperando abbia il tempo e la voglia di leggerle. Partendo da quelle più importanti: io faccio e farò sempre politica in classe. Il punto è che la politica che faccio e che farò non è quella delle tifoserie, dello schierarsi da una qualche parte e cercare di portare i ragazzi a pensarla come te a tutti i costi. Non è così che funziona la vera politica.

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