arrestata l’ascesa di salvini – qualche considerazione sul voto in Umbria

di riccardo mastrorillo

L’entusiasmo esasperato di coloro che hanno definito il risultato delle Regionali in Umbria, come il “trionfo” della Lega, ci pare eccessivo. Crediamo sia opportuno riportare le valutazioni del voto del 27 ottobre dentro binari di logica e prudente osservazione oggettiva.

Intanto, senza sminuire l’importanza di queste elezioni per i cittadini Umbri, vorremmo relativizzare il valore politico nazionale di una tornata, che ha visto impegnati un numero di elettori equivalenti  a due municipi della capitale.

 

I raffronti con le precedenti elezioni regionali

Si tratta di elezioni regionali anticipate, a causa di un bruttissimo e disgustoso scandalo che ha coinvolto la presidente uscente del PD. Il Partito democratico ha infatti, rispetto alle precedenti elezioni (2015), perso 32.481voti, circa un quarto del suo elettorato, in un trend già significativamente difficile per lo stesso PD. Anche nelle scorse elezioni Regionali (2015) il Pd aveva perso 23.442 voti, rispetto al 2010, e, addirittura, tra il 2005 e il 2010 l’emorragia fu di 58.198 voti. La differenza sostanziale di queste elezioni è che nel complesso la coalizione di centrosinistra, alleata addirittura con i 5 stelle ha perso.

 

Veniamo alla Lega: rispetto alle elezioni del 2015 ha indubbiamente ottenuto un risultato impressionante, guadagnando 105.210 voti, l’incremento di voti di questa tornata è pari al 213%, ma anche tra il 2010 e il 2015 la Lega ottenne un incremento significativo, pari al 175%., nel 2005 non si era presentata, nel 2000 era insignificante.

 

I raffronti con le precedenti elezioni nazionali

Se volessimo assecondare coloro che conferiscono a questa elezione una valenza di politica nazionale il discorso si farebbe assai più sorprendente.

La Lega ha perso, rispetto alle Europee del maggio scorso, 17.045 voti (pari a quasi il 10% del suo elettorato), il Pd ha perso 14.391 voti (pari al 13% del suo elettorato) e il movimento 5stelle ha perso 34.765 voti (oltre la metà del suo elettorato).

 

La sinistra certifica la sua crisi consolidata, perdendo complessivamente quasi un terzo dei voti ottenuti alle elezioni europee (- 2700 voti) e oltre il 53% del suo elettorato rispetto alle regionali precedenti. Va notato che l’incidenza dei voti di preferenza sui voti di lista della lista “Sinistra” è dell’88,15%, che segna un record storico della sinistra, oltre che un record di queste elezioni, certificando come il voto d’opinione si sia volatilizzato.

 

I veri vincitori

L’unico soggetto politico che ha indiscutibilmente incrementato i suoi voti è Fratelli d’Italia: 21.512 voti in più rispetto alle regionali del 2015 (quasi il doppio dei voti) e 13.892 voti in più rispetto alle Europee di 5 mesi fa (incremento del 47% dei suoi voti). Va detto che nel 2005 Alleanza Nazionale prendeva in Umbria 62.903 voti e nel 2000 74.510 voti, testimoniando che storicamente in questa regione la destra nazionalista ha sempre avuto risultati omogenei.

 

Qualche considerazione

Anche basandoci sulle indicazioni relative ai flussi elettorali dell’Istituto Cattaneo, possiamo azzardare qualche considerazione dissonante con il conformismo dilagante.

La tenuta del Partito democratico, nonostante tutto, e la scomparsa di qualsiasi competitor a sinistra, benché in coalizione, come il risultato significativo della Lega, possono fare supporre che l’elettorato ha assunto una radicalizzazione e semplificazione, largamente indotti e assecondati da un’informazione al limite del criminale, per cui lo scontro ormai è tra Salvini e l’argine al Salvinismo. L’elettorato di destra ha ritenuto di affidare il compito di argine, a Fratelli d’Italia, mentre a sinistra il compito di argine è stato affidato, obtorto collo e nonostante lo scandalo “sanitopoli”, al Partito Democratico.

I cinque stelle confermano il loro trend negativo, che poco ha a che vedere con la scelta, in questo caso, comunque suicida, di presentarsi in coalizione con il Pd.

Anche la formazione ecologista Europaverde non riesce a decollare, perdendo voti rispetto alle europee di pochi mesi fa, probabilmente penalizzata dal colpevole oscuramento cui è stata sottoposta dai media e dalla paura di Salvini dell’elettorato progressista, che si è oramai consegnato al Pd, per la disperazione e il terrore del salvinismo.

Salvini, nonostante abbia girato incessantemente per l’ultimo mese, tutti i borghi dell’Umbria, trovando terreno fertile a causa dello scandalo sulla sanità, ha incassato la prima battuta d’arresto del, fino ad oggi costante, incremento di voti, al netto dell’innegabile vittoria della coalizione.

Il futuro è incerto, ma forse si dovrebbe aprire una serena valutazione, sul sistema elettorale, sulle responsabilità dei media, sull’apparente inconsistenza di una cultura politica avanzata. I tempi sono sempre più bui, sembra non esserci spazio per le novità e sembra che la comunicazione aggressiva di Salvini, irresponsabilmente amplificata senza critica dai media, continui a dettare l’agenda politica del paese. Ma in Umbria comunque l’ascesa di Salvini è stata arrestata.

4 commenti su “arrestata l’ascesa di salvini – qualche considerazione sul voto in Umbria”

  1. Ma ho paura che il modestissimo calo della lega – i cui voti sono probabilmente confluiti in Fratelli d’Italia – non rappresentino affatto una battuta di arresto ma una semplice oscillazione all’interno della destra neofascista. Mi chiedo se i 5s non siano ormai in caduta libera, poco male, dal mio punto di vista, se non fosse che il Pd non riesce ad intercettare i suoi elettori e neanche a mantenere i suoi… beh la situazione non mi sembra rosea per la democrazia nel nostro parse… se il Pd non cambia immediatamente strategia la vedo dura… già ma quale cambiamento dovrebbe attuare? Dubito che un ritorno su posizioni più decisamente di sinistra, che pure auspico, possa cambiare la situazione … si il futuro è incerto!

  2. Grazie a Mastrorillo e alla Fondazione Critica Liberale per questa analisi seria e veritiera dei risultati elettorali. C’è la necessità di un grande e diffuso impegno per ristabilire verità e credibilità nella scena politica italiana e nel sistema della informazione.

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